DI PASQUALINO CINNIRELLA COLLABORATORE DI LEUCADE
NELL'ISOLA
…ma qui, nell’isola del Sud,
oltre Scilla e Cariddi,
dove è pregno d’humus
il nero della zolla,
sopra colli sicani assolati
mille grappoli appesi
maturano all’ombre delle viti
perché Bacco sorrida
nel godere in bocconi
la dolcezza turgida
di ogni acino nero
imperlato dalla brina.
Ago.
95-12
Saranno i vitigni autctoni Prunesta, Malvasia Nera, Nerello, Gaglioppo quelli celebrati dal caro Pasqualino in questa lirica che potrebbe definirsi un'ode al vino, che echeggia il miglior Neruda delle "Odi? Di certo i versi consentono di vedere i grappoli, le zolle, i colli, di aspirarne il profumo... Scritta con i cinque sensi questa lirica ricca di figure retoriche - assonanze, anafore-, scandita da un timbro che varia anche all'interno degli stessi versi, da assoluta musicalità, è una perla del nostro Autore e un ulteriore dono alla sua magica terra. Lo ringrazio e lo abbraccio forte.
RispondiEliminaUna poesia così bella che è impossibile astenersi da un commento altrettanto sanguigno e ricco della passione tipica dei siciliani.
RispondiEliminaPochi versi raccontano la vera storia della Trinacria, in questo periodo lussureggiante di vigneti carichi d'uva e fichidindia dai ricchi colori tipici dell'isola.
Il poeta, oltre a farcene percepire gli odori ed i sapori, ci costringe ad ubriacarci trascinandoci letteralmente in un orgia sfrenata di lussuria.
Dioniso e Bacco, déi d'un tempo che non finisce, ci invitano a gustare i sapori di Sicilia e a lasciarci coinvolgere sensualmente dalla "dolcezza turgida degli acini neri" accoppiati alle perle di brina.
La madre terra, nera e feconda, dá vita alle viti, i cui tralci, si avviluppano in un lungo e appassionato abbraccio notturno con altri tralci ed altre viti fino a far bagnare gli acini dalla rugiada albina che li inturgidisce ancora di più.
Cinnirella ha scritto tanto tempo fa questi splendidi versi sempre attuali, pare negli anni novanta, tutt'ora validi e ancor più rivalutati in un mondo alla continua ricerca delle proprie origini.
Tanti complimenti al poeta e un grande in bocca al lupo a chi sa come continuare a farci sperare, anche in tempi di guerra come quelli che stiamo vivendo.
Josye Traulcer
Grazie sig. Traulcer, percepisco che quanto da Lei scritto è spontaneo e sentito. Percepisco anche che Lei deve essere dalle mie parti per descrivere con vera realtà la fecondità della mia terra che non mi stancherò mai di innegiare perchè bella in tutti i sensi. Per gli abitanti che calpestano, in senso lato, un po meno purtroppo. Grazie di cuore. Pasqualino Cinnirella.
EliminaCara Maria, Ti ringrazio per la puntualità con la quale commenti le mie poesie. Te ne sono grato sempre e non solo per questo. Il Tuo commento mi lusinga molto specie quando mi confronti con Pablo Neruda (esagerando non poco. Questi versi sono stati stampati (anni fa) in un cartoncino pieghevole e messo all'interno di ogni cassetta piena d'uva pronta per la spedizione forse non solo in Italia.
RispondiEliminaGrazie di cuore Maria. Consentimi però ora di passare ad altro argomento e con il cuore colmo di sorpresa e di viva commozione per quanto ho letto e appreso nell'aprire questa pagina: il carissimo prof. Pardini ha voluto annoverarmi tra i "collaboratori" di Leucade. Sinceramente non ho parole per tanta e tale gradificazione; certamente a conferma e a sancire la Sua magnanimità nei miei confronti. Sono confuso e costernato per la cosciente consapevolezza di non essere all'altezza di tale compito/ruolo. Ce la mettero tutta per quanto nel mio possibile come sempre ho fatto in ogni mia attività non solo poetica. Grazie prof. Pardini per questo oneroso compito affidatomi.Pasqualino Cinnirella
E' una poesia priva di orpelli, bella leggiadra colorita e solare, proprio come la tua isola, caro Pasqualino, poeta sempre sincero e attento al dettato che ti nasce nell'animo.
RispondiEliminaUn abbraccio, Edda Conte.
Grazie infinite Edda. in poche parole (come tuo stile) hai detto tutto di questa mia poesiola. L'uva e il vino è "frutto della vite e del lavoro dell'uomo" così come recita il celebrante nella Messa. La stima mia nei tuoi confronti è sempre in ascesa. Pasqualino Cinnirella,
EliminaCaro Pasqualino, ricorda una pittura caravaggesca la tua poesia, con quegli acini neri " imperlati dalla brina".
RispondiEliminaSole, calore, che fanno maturare quelle uve che diverranno i vini squisiti della tua terra.
Congratulazioni per questi bellissimi versi e un caro saluto
Loredana D'Alfonso
Gentilissima Loredana (mi consenta chiamarla per nome e darti del TU) sono lusingato del tuo riscontro alla mia di sopra. Come spesso accade in alcuni testi l'autore non sempre coglie la bellezza del suo dire sia come contenuto che come stile di scrittura; e debbo ammettere che anche questa volta ciò è avvenuto. La consideravo una poesiola ma al quanto pare così non è visto che la trovi con dei versi "bellissimi". Grazie copiosi Pasqualino Cinnirella
RispondiEliminaSemplicemente colta la visione di Bacco, nella terra antica, colori caldi in aloni invernali/bella scrittura, suggestiva. . Grazie
RispondiEliminaSemplicemente colta la visione di Bacco nell' alone freddo della brina che richiama, alla memoria, gli acini d'uva e la terre del Sud. Suggestiva e bella scrittura. Grazie
RispondiEliminaGrazie Sig.ra Miriam, lusingatissimo per il totale apprezzamento del mio testo. Pasqualino Cinnirella
EliminaDopo la lettura ho pensato: cos'è cambiato? Pasqualino corre sul carro di Bacco con la consapevolezza del verso che accade come un frutto maturo su un tralcio di vite. Poi la data mi ha spiegato il percorso di note poetiche musicali che accendono un erotismo delicatissimo ed estatico. Molto molto bella. Complimenti.
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