SANTINO
(prima parte)
Vive qui da pochi mesi
ma già conosce prati e sassi, stradine e viottoli....
Passa in mezzo agli abitati senza neppure essere visto,
sempre di corsa, sembrerebbe un ladro, ma non lo è....magari un invasato
fuggiasco.....ma poi, nemmeno questo.
Anche lui ha le sue ore di ritiro, come qualsiasi mortale. Ha pure i
momenti di quiete, che vive accanto al fratello, di tutt'altra tempra.
Ha anche una casa, e
cosa faccia e come viva in quella casa, non sappiamo, se lui stesso non ce lo
dice.
Bene, eccolo lì che esce, da solo, come uno che lo fa di
nascosto, perché non vuole essere visto.
Proviamoci:
- Santino, dove vai così di buon mattino....
Si volta scocciato, appena un attimo, e subito scompare
dietro una catasta di legna.
Un rumore leggero, come se qualcosa strusciasse contro
un'altra cosa.. Poi uno scroscio....alcuni ciocchi di ulivo, già tagliati per il camino,
precipitano dalla catasta.
Si apre una finestra :
- Santino! cosa fai....
-Niente. Mi diverto un po'....volevo arrampicarmi...
-Ho capito....stai ancora lì, alla legna.... Vieni dentro,
che tra poco usciamo.
-Uffaa....
Sulla porta incontra il fratellone, tutto ben
lucidato, maestoso nella sua
tranquillità.
- Oh... tu. Sempre attento e ubbidiente.....eh...!
Max lo guarda con il consueto affetto. E
tace.
Chi invece non sta zitto è proprio lui,
Santino, che borbotta mentre corre in cucina a mangiare qualcosa.
Letizia scende le scale col sorriso già
dimentica del suo rimprovero. Gli appoggia
una mano sulla testa per una
carezza, con tutto l'affetto e la comprensione che sente per quel discolo.
Santino la guarda in viso, come fece
quella prima volta che lei lo salvò
dalla strada.
-Lo sai, io amo gli spazi....non voglio restare chiuso....
Letizia lo sa bene. lo capisce in questo suo grande bisogno di
movimento...anche lei...
E poi, come non amarlo....con quello
sguardo dolce, umido d'amore. " Lo
chiamerò Santino, aveva subito pensato, dopo averlo curato con tanti
sacrifici. " Resterà zoppo, ma non
importa, lo terrò con me". E Santino la guardò come si guarda la Madonna.
Di santità Santino ne ha ben poca. Vogliamo dire
che non sa resistere alle "golosità" che vede sul tavolo? E
non le chiede, no, se le prende e se le mangia in tutta tranquillità. E' proprio questa la caratteristica della sua
natura: si permette di tutto, e tutto gli sembra dovuto.
Come il posto accanto a Letizia nel grande
letto a due piazze.: le si mette vicino
vicino, proprio accanto , con la testina che sfiora quella di lei....e così
rimane per tutta la notte.
Mai una volta che permetta al fratellone
di fare la stessa cosa.
In prima serata è Santino che si sdraia
sull'unica poltrona comoda davanti alla
TV, e Max, se proprio vuole godere un
po' del lettone, si dovrà accontentare di starci fino a quando lui non arriva,
al seguito di Letizia. Da quel momento è ormai nato un tacito accordo: Max
dorme giù, in sala, lui nel lettone.
Egoista?
No, solo amante degli agi e generosissimo verso se stesso e i suoi
bisogni ( o presunti tali!). Ma, in
definitiva, si tratta di bisogni naturali......come dimostrò chiaramente con
l'assenza di un giorno e una notte.
-Santinoo!
Santinooo.....! Più e più volte ,
durante tutto il giorno, fino a sera tarda,
riuonò da una parte all'altra del monte il richiamo di Letizia. Ma di
Santino nessuna traccia.
Lo cercarono persino i vicini....lui si fa
benvolere da tutti!
Max
non voleva rientrare senza il fratellino ribelle che, nonostante tutto sentiva il dovere di proteggere. E Santino
quella notte fece proprio tutti i suoi comodi. Nessuno seppe mai dove si fosse
riparato.
Comparve la mattina seguente davanti al
cancello. Aveva l'aria di uno che -
poveretto- è stato lasciato fuori
casa....
E tu, Letizia, provasti a rimproverarlo?
No certamente....anzi quasi quasi ti
sentisti in colpa per non essere riuscita a rintracciarlo, la sera prima!
Max, invece, non finiva più di brontolarlo,
proprio come fa un fratello maggiore;
ben presto però manifestò tutta la sua gioia e....insieme presero a
inseguirsi per tutto il giardino senza chiedere nemmeno la consueta
passeggiata. Alla fine Santino si buttò
sul tappeto del salotto, sfinito ma finalmente soddisfatto.
Così vanno ormai le cose nel trio Letizia
-Max -Santino: Letizia e Max fanno
l'uscita quotidiana senza la compagnia di Santino, il quale riesce
sempre a trovare il modo di prendersi la sua libertà, prima di ogni altro, anche
a cancello chiuso.
Santino e la libertà! questo ha compreso Letizia, e a questo non
prova più ad opporsi.
Ma vediamo ora cosa può succedere
quando si lascia il guinzaglio troppo
lungo.
Oggi la tranquillità della passeggiata su
per il monte in cerca delle erbette è
interrotta da un rumore che si ripete a
intervalli, preciso e...sì, non ci sono più dubbi....è la voce di Santino.
Max drizza le orecchie, si guarda intorno
chiaramente preoccupato....letizia non vuol credere ai propri
orecchi..."Perché urla così...., si chiede, ben conoscendo
l'intraprendenza ma anche la sicurezza di lui.
I
due si spostano, più su e più giù, più qua e più là....ma la voce di Santino
proviene sempre dalla medesima direzione.
Poi
ecco la telefonata di una vicina:
- Letizia! Vieni ..corri...Santino è sul
tetto...!
-Sul tetto???! Ma come avrà fatto....
Nessuna meraviglia. Niente è impossibile a
Santino, che ubbidisce ad una sola cosa,
al suo bisogno di indipendenza..
(seconda parte)
Libertà!....... parola magica che
certamente Santino, cane libero per natura,
non conosce nel suono, ma riconosce nel significato.. Infatti si
accorge che qualcosa
contrasta con la sua vita nella
nuova casa, nel nuovo ambiente : porta,
cancello, orario...guinzaglio...e
persino il pericolo, qualche volta. E' allora che il monte rimbomba di scoppi, di fischi, di corse nel fitto del
bosco. Persino Max, così grosso e tranquillo, si spaventa e si mette a lato di
Letizia, come se volesse proteggerla, ma in realtà per ripararsi. Il guinzaglio
diventa un pericoloso
impedimento....non serve a niente tirare
..tirare ...Letizia resiste.. Uno di qua e uno di là, le braccia tese...e loro , Max e Santino, la strattonano per correre sempre di più.
Poi, tutti a casa.
Nei giorni della caccia Santino si
sente prigioniero. Niente lo consola: né
il profumo della pappa due volte al giorno, né il piacere del lettone dove
dorme sonni felici accanto a Letizia.
Ha
solo un pensiero, la sua isola, i grandi spazi, la sabbia calda dove si
rotolava per asciugarsi dopo il bagno...e quel mare immenso e spumeggiante,
rumoroso e fresco.. Correre, e correre
libero e sicuro , senza barriere ....senza
cancello e senza guinzaglio e senza quel pericolo che fa fuggire a chiudersi
dentro casa...
Santino non conosce esitazioni, remore,
impedimenti.... Un bel mattino, mentre ancora tutti dormono, lui agisce. Né
porta né cancello hanno più segreti per lui.
Via, in fuga come un ladro, come tanti
altri giorni, questa volta però con un
programma diverso.
.............
Quando arriva in pianura Santino non corre
più....la quarta zampa- quella con tanto amore curata da Letizia- torna a risentirsi dell'antica ferita;
correre a tre zampe non è proprio comodo, ma lui è cane di strada e non ha
dimenticato le risorse che la strada può offrire.
Davanti ad un panificio è parcheggiato un
camioncino in attesa di fare il carico.
Con un balzo ancora agile e veloce Santino infila il portellone spalancato e si
nasconde dietro una cesta di pane.. C'è profumo , c'è tepore , e lui ha tanta
stanchezza....Quando il carico è
completo e si mette in movimento lui si sente dolcemente cullare. E' felice. Si
sente già libero.
Nessun guinzaglio, nessun ordine, nessun pericolo. Ogni tanto
l'uomo che guida si ferma e viene ad
aprire il portellone...le ceste del pane diminuiscono, tra poco Santino sarà
scoperto nel suo nascondiglio. Che fare? Salta giù e senza essere visto
riprende il cammino.
Ormai non corre e un poco zoppica, ma pare sicuro di sé. E'
un segugio, sa sentire il vento, riconosce gli odori...
E finalmente ecco il mare, il profumo , il
rumore delle onde.
Il piccolo cuore avventuroso balza nel
torace provato dalla corsa, ma è un balzo di gioia...e un balzo di nuovo agile
spiccano le zampe per oltrepassare la paratia di protezione.
Ah, come è facile posare la zampa
dolorante sulla rena morbida e cedevole!
Santino avanza ....avanza lentamente verso la
battigia.....
.......
Dopo un lungo tramonto infuocato sulla
spiaggia scende improvvisamente il buio.
Nel silenzio, nel buio, in luogo sconosciuto Santino
, stanchissimo e affamato, perde un po' della sua bella
sicurezza....vaga sull'arenile deserto
in cerca di un riparo.
C'è una barca abbandonata, sembra un buon posto per
dormire....e domani forse quella barca lo potrà portare all'isola.... Si
acciambella intorno alla coda e chiude gli occhi. Non c'è il piumino del lettone, non c'è il cuscino
con i lunghi capelli di Letizia.... fa freddo ... ma ugualmente
si abbandona al sonno....
Scivola dolcemente la barca sull'acqua....
Non c'è nessuno che la spinga ma Santino
sa che una forza misteriosa lo porterà sulle spiagge della sua isola. Ecco emergere il muso di un Delfino che si
affaccia al bordo della barca....curioso... amico.. -Dove vai? , chiede.
_Alla mia isola, dove c'è la libertà,
risponde Santino, che ha voglia di parlare perché è contento.
Si mette a raccontare di Letizia e di Max , del lettone e del
bosco....
- E tu hai lasciato tutto questo?...., domanda il Delfino.
Santino resta un po' in silenzio.....non
sa cosa rispondere. Non ricorda più
perché ha lasciato la casa e Letizia e Max e..
Il Delfino , intelligente e buono , si
offre di aiutarlo.
_ Lascia la barca e sali su di me; in un
baleno ti porterò all'isola.
Ma Santino esita....
Allora il Delfino si immerge di nuovo e con un forte sciabordio
scompare.
SANTINOO...! SANTINOOO..... e Santino si desta di colpo.
Ha
riconosciuto la voce di Letizia...e c'è anche Max!...
L'hanno trovato.! Lo abbracciano....
Il sole è già alto nel cielo ma i tre, dimentichi di tutto, continuano a
rincorrersi sulla spiaggia del mare.
Non è l'isola, ma Santino ora prova una
grande felicità , proprio come quando correva libero sulle spiagge della sua
isola..
Edda cara, leggo i tuoi racconti, anche quelli di "Miraggi dell'isola" - perdona la lentezza, questa parte dell'estate non mi ha aiutata molto a concentrarmi-, e il pensiero corre inevitabilmente a Italo Calvino, il quale affermava "che bisogna avere uno sguardo sfumato, bisogna rivendicare il diritto di non sapere il nome degli alberi, dei fiori, degli animali e nominarli lo stesso con i mezzi che abbiamo". Tu ami creare meravigliose storie senza collocarle in un luogo, non precisando subito che stai parlando di cani, evitando di connotare gli animali o l'Isola con i tratti che le sarebbero distintivi. Attribuisci al caro Santino caratteristiche umane, com'è giusto che sia, almeno secondo il parere della sottoscritta, e lasci che insegua il concetto di libertà con una capacità di evocazione dell'intelligenza e della sensibilità dalle quali è impossibile non restare incantati. Santino, con la sua zampetta sofferente mi ha ricordato il bimbo del "Il barone rampante" che decise di vivere sugli alberi per evitare le convenzioni e gli obblighi della società in cui viveva. Inseguiva la libertà e l'Autore la narrava come te, Edda mia, attraverso un'idea figurata, cioè sfruttando gli aspetti di somiglianza tra la sua idea e il mondo reale, quello che percepiamo con tutti e cinque i sensi. Saper scrivere come te è un privilegio e una responsabilità. La libertà, assoluta protagonista del brano, rappresenta il dono che insegui da sempre e l'Isola non è una chimera, ma un luogo dell'anima, l'unico nel quale puoi riconoscerti e può riconoscersi Santino. Il cagnolino trascina l'intera famiglia in quel viaggio di gioia e di luce sulle spiagge e tu concedi a noi tutti il dono di correre liberi con loro, sull'Isola, che potrebbe essere Leucade, senza guinzagli e senza mascherine. Grazie di tutto, Amica mia! Ti stringo al cuore, insieme a Nazario, che senza ombra di dubbio, corre con noi...
RispondiEliminaL'autrice è mia madre, Santino è uno dei miei cani ed il racconto che è stato tessuto con tanta maestria è il ritratto immaginifico, ma anche reale, della natura indipendente del mio fedele amico. Ho persino tremato, leggendolo, con la stessa ansia che mi coglie ogni volta che il piccolo discolo riesce a trovare una via di fuga dalle mie attenzioni, dalle mie cure. Ho ringraziato mia madre di persona - ho la fortuna di spendere in sua compagnia quasi ogni giorno - ma voglio farlo anche in questa virtuale "isola", animata da un grande amore per la parola scritta, dalla sensibilità e dalla grande umanità degli "indigeni" che la abitano. Grazie mamma.
RispondiEliminaIsabella
Mie care Maria e Isabella, sono io che ringrazio per le vostre garbate e affettuose parole di apprezzamento . Amo tutta la Natura, in particolare i fiori e gli alberi, tra gli animali i cani e gli uccelli ...
RispondiEliminaSantino, poi, è un cane che ti strappa continue emozioni...
Ringrazio anche il prezioso Amico per averci ospitato ancora una volta su Leucade.
Edda Conte.