venerdì 18 giugno 2021

LUCIANO DOMENIGHINI COMMENTA :"VENTO MARINO" DI MARISA COSSU

 

Marisa Cossu,
collaboratrice di Lèucade

Una poesia inedita di

Marisa Cossu


Vento marino

(sonetto continuo)

 

Va dove vuole il vento e non dimora

che in lati spazi aperti a sciolte briglie,

talvolta in bianche valve conchiglie

da cui la voce antica lieve affiora.

 

Di canzoni e lamenti suona ancora

l’eco delle sommerse meraviglie

di alberate triremi e di flottiglie

perse per sempre in fondo ad una gora;

 

ma l’onda, con la voce sua sonora,

tutto ricopre anche le ritte chiglie

e la sirena che adorna la prora.

 

Esala il mare un sogno che svapora

e a sé traduce quelle meraviglie

nel roseo cielo di una nuova aurora. 

Marisa Cossu

 

 

Nota di commento di L. Domenighini a “VENTO MARINO”

di Marisa Cossu.

Luciano Domenighini,
collaboratore di Lèucade


Il livello formale di questa rima è egregio, ragguardevolissimo. Ordine ed equilibrio, musicalità e pertinenza lessicale in un esposto nitido e puntuale.

Nel rispetto fonetico e ritmico di un modulo metrico iterativo, fortemente obbligato, com’è il Sonetto Continuo, la linea narrativa si svolge con omogenea eloquenza.

L'andamento metrico è realizzato con maestria, con sobrietà ed eleganza, senza forzature o inerzie, sbavature o pleonasmi, puntellature o rabberciature: la narrazione poetica procede agile e sicura per tutta la composizione in una mirabile confezione del dettaglio (v. ad esempio, nel 3° e 4° verso, la descrizione della voce del vento imprigionata nelle conchiglie, vero e proprio virtuosismo compositivo: 

“talvolta in bianche valve di conchiglie

da cui la voce antica lieve affiora”).


Vento, mare e vascelli adagiati nei suoi fondali costituiscono l’inventario poetico della lirica, elementi abilmente connessi fra loro e abilmente rappresentati in una trama sinestesica dinamico-visivo-uditiva. Straordinaria è la vigorosa mobilità dell’incipit: 

“Va dove vuole il vento e non dimora

che in lati spazi aperti a sciolte briglie,”


Al libero slancio dinamico dei primi due versi ne seguono altri nove, dove l’acqua marina, come assurta a vestale del tempo, in una sorta di dimensione ucronica, contiene e conserva le vestigia delle navi immerse. Notevole è la scioltezza e la sobria nobiltà d’eloquio della seconda strofa, forse il momento più compiuto del sonetto: 

Di canzoni e lamenti suona ancora

l’eco delle sommerse meraviglie

di alberate triremi e di flottiglie

perse per sempre in fondo ad una gora;

La terzina di congedo, aperta da un verso straordinariamente intenso, onirico, magnifico per vaghezza, chiarezza e levità (“Esala il mare un sogno che svapora”), è uno scarto di tono sorprendente e geniale che conferisce al dettato un tocco surreale capace di variarne ed arricchirne il clima poetico.

Sebbene deliberatamente ancorata a moduli e stilemi di tradizione, questa lirica è un’ulteriore conferma della perizia compositiva e in particolare della spiccata valenza musicale della poetessa tarantina.


Luciano Domenighini,

6-7 giugno 2021

1

 

 

 

 

5 commenti:

  1. Dopo l'analisi di Luciano Domenighini ogni parola sarebbe superflua, Marisa mia...Posso solo esprimerti la mia infinita ammirazione per questo ispiratissimo Sonetto, che rende omaggio ai classici e traccia una linea netta di modernità per questo genere di lirismo tanto caro al mio cuore per i motivi che conosci. Sai dimostrare e la superba esegesi lo conferma, che il metro classico è la base di ogni vera Poesia. Tutti possono e devono allontanarsene, tu stessa lo dimostri , Marisa, ma la conoscenza di esso è indispensabile. Ringrazio il tuo straordinario relatore e sono sempre grata a te per queste "meraviglie/nel roseo cielo di una nuova aurora. Ti abbraccio forte e saluto con stima Domenighini.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Carissima, grazie della tua assidua e motivante presenza. Le tue gentili osservazioni sono un grande onore per me. Conosco i tuoi impegni, quindi il valore del tempo che mi dedichi con tanto affetto. Un saluto carissim0
      Marisa Cossu

      Elimina
  2. Cara Marisa, Il Prof. Luciano Domenighini ha fatto una esegesi particolare e minuzione alla tua "Vento Marino" che, pur nella mia insufficiente patronanza in merito, la trovo obbiettiva, vera, ed incisiva e soprattutto chiara, esplicita. Il particolare che trovo e quello della esplicitazione solo formale dei tuoi versi. Ha fatto la critica al Tuo sapiente e personale comporre versi "classici" (ma anche non classici). Ciò fa eco al mio pensiero sulla poesia la quale diviene tale tramite il "come dire" non di "ciò che dire" perchè la poesia, specie quella moderna/contemporanea, ha sempre l'esigenza inderogabile del suo linguaggio appropriato. In una critica/esegesi di poesia è prioritario valutarne la forma dove immancabilmente scorre il contenuto. Complimenti di cuore al Prof. Domenighini e a Te per la la composizione che la definisco "vera poesia". Pasqualino Cinnirella

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro amico, che gioia incontrarti qui! Ti ringrazio di cuore per il bellissimo commento e per le gentili parole. Non merito tanto. Il fatto è che sono circondata da amici fantastici come te, tutti poeti sensibili e appassionati. Un saluto affettuoso
      Marisa Cossu

      Elimina
    2. Hanno già detto tutto chi mi ha preceduto la maestria di questa vera poetessa e grande la sua poesia è vera ricca non è mali banale.Ciao

      Elimina