domenica 13 giugno 2021

EDDA CONTE: "MAGIE NOTTURNE SUL LIDO" RACCONTO

Magie notturne sul lido

                                                                                                    

Edda Conte,
collaboratrice di Lèucade
                                                                       

C'è silenzio  pesante sul lido, una specie di solitudine fatta di folla.

Misteriose contingenze hanno calato ali d'ombra sui consueti cicalecci.

Una serietà colma di sospetto si è insinuata  tra una sdraio e l'altra...

Gli ombrelloni tesi in attesa del vento sembrano partecipi della inconsueta giornata di spiaggia.

Le signore sfogliano svogliate  riviste di moda, i pochi uomini si sono addormentati con la pancia al sole; i più piccoli attendono l'ora del bagno digitando irrequieti sullo smart.

Evidenti cambiamenti nei rapporti tra le persone, persino tra gli amici.

Se per un verso la distanza  può favorire  il piacere della privacy, l'allontanamento  fisico  può generare indifferenza , quasi un principio di astio nei confronti del prossimo.

*

Cala la sera ; la spiaggia lentamente si spopola.

 I bagnini rimettono tutto in ordine: incappucciano  gli ombrelloni, chiudono le sdraio, spazzano l'arenile; tutto torna al silenzio della sera.

Presso la riva, stanno allineati e precisi i pedalò, i pattìni, una barca a vela con nome "Briosa" e, un po' in disparte, come parente povera, una zattera di antico legno, che appartiene al prof Salustri, studioso e docente di letterature classiche.

In tutta la spiaggia questo signore si distingue  tra gli altri bagnanti, silenzioso e assorto sempre nella lettura, ha posto privilegiato: ombrellone e sedia  da regista proprio accanto alla sua amata zattera, a un passo dall'acqua. Dopo il tramonto, quando i bagnanti lasciano il lido, il professore chiude il libro ma si trattiene ancora.  Lascia la comoda sedia da regista e si appoggia ai legni della zattera ....guarda il mare calmo della sera: chissà quali sono i suoi pensieri...

   *

E' buio, è sera tarda.  Anche  sulla rotonda ormai non c'è più nessuno.

Uno splendido plenilunio, alto nel cielo di mezza estate illumina il lido come fosse  giorno, e sottolinea gli oggetti in una visione di grande plasticità.

Sulla riva le piccole imbarcazioni prendono vita e con sussurri lievi accompagnano l'armonia della risacca. Solo la barca "Briosa" e la zattera di

Salustri  non partecipano ai commenti, intimidite dal corpo estraneo sdraiato

sui legni della zattera  .

Il prof Salustri si è addormentato   di un sonno tranquillo, sta sognando forse i miti delle sue letture.

 La zattera ondeggia sul mare amico, è una culla; i legni annosi sono come prati d'erba...; il professore si lascia cullare da un canto di donna che riempie cielo e mare di un'armonia invitante. poco più  distante veleggia una barca.....saranno amici? ....un vento favorevole li allontana   ...il prof vorrebbe  chiamarli, vorrebbe scambiare con quei marinai i racconti di mille avventure sul mare, ma il vento si fa sempre più forte  , la vela  fugge sulle onde come  fosse l'ala di un gabbiano; lui

avverte Il dolore per la spinta dei legni contro le reni...la zattera sale scende risale sull'onda sempre più lunga...Il prof comincia a tremare. Si sveglia.

 L'aria fresca dell'alba lo porta alla realtà.

Il lido è deserto, le imbarcazioni  allineate sono ancora addormentate,  la barca

"Briosa" fiancheggia la zattera, la sua zattera, lì in secco, al sicuro.

Il mare tace, nel suo respiro di quiete. 

E' l'inizio di una nuova giornata.

 

** 

Una nota diversa, un soffio di giovanile baldanza si riversa sulla spiaggia all'apparire di un nuovo bagnante; è giovane e bello, di grande comunicativa.

Un sonoro "buongiorno" tra le file degli ombrelloni strappa involontarie risposte qua e là...e intanto la giornata  promette ore movimentate.

Il nuovo venuto con entusiastiche lunghe falcate raggiunge la riva, annusa la direzione del vento...E' il proprietario di "Briosa", sempre parcheggiata accanto alla zattera del prof Salustri.

- Buon vento quest'oggi......, urla il giovane verso l'inossidabile professore con la testa  dentro le pagine del libro.

Un silenzio ombroso accoglie  il gaio saluto , ma le rumorose manovre del vicino per aprire la vela e mettersi in mare,  spingono  il professore ad alzare la testa.  

Ora guarda la riva con fare distratto, ma il grido gioioso del giovane "buona giornata  a lei professore..." lo strappa dal suo torpore  di indifferenza.

Risplende al sole   il ciuffo  bruno dell'uomo in piedi sulla barca....

C'è qualcosa in quella scena che gli richiama altro.  Distoglie  subito lo sguardo e torna al libro.

Nella  intensa luminosità le pagine abbagliano,  gli occhi improvvisamente sentono la stanchezza, lui li chiude  un attimo e si lascia andare ai pensieri.

 E' la zattera, sempre la zattera che occupa i vuoti della sua mente, quella zattera che vorrebbe parlare , raccontare...

"Briosa" intanto  si allontana sul mare leggermente increspato, un vento buono spinge la vela. Ormai appare solo come un  punto chiaro che si distingue appena.

Il Prof Salustri , disturbato nel suo raccoglimento culturale decide di interrompere la giornata di spiaggia  .  raccoglie le sue cose e torna  in albergo.

**

Erano giornate di vita intensa, nella piccola isola senza nome,  vissute nello stupore della natura incontaminata, nel silenzio fatto di mare, amico e amante;

rare le parole tra loro, ma perfetta l'intesa  . Lui, il padre,  preso dalle reminiscenze omeriche , impegnato a raccogliere legni adatti a realizzare un suo antico sogno: la costruzione  di una zattera, il figlio e la sua vela sempre a zonzo sul mare.  Tornava con il viso abbronzato, i denti bianchissimi nel sorriso felice..

la barca  ricca di gamberi , granchi e piccoli pesci argentati. Le pietre calde di sole consentivano un modesto pranzo gustoso.

Il mare era bellezza, generosità, vita...;il tempo  correva senza neppure farsi vedere.  La zattera era quasi pronta. Davanti al fuoco, la sera, lui  raccontava e citava a memoria le imprese di Ulisse, il ragazzo seguiva ad occhi chiusi. Qualche volta  si addormentava.

il professor Salustri non ama cedere ai ricordi, ma oggi c'è qualcosa che lo turba creandogli uno stato d'animo di inquietudine.

Dalla finestra aperta il mare  porta  l'aria fresca di ponente, l'azzurro dell'acqua è screziato di piccole ali bianche. L'ora volge al tramonto, un tramonto lievemente offuscato  da  una nuvolaglia estiva.

Salustri sente forte l'impulso di scendere alla spiaggia...

**

Il lido di notte è un deserto buio. La risacca continua il suo movimento di vita, scherza con i legni  immobili a farsi lambire, li sollecita alle conversazioni .notturne.  Ma i legni non rispondono, questa notte. Seguono  immagini lontane che solo loro sanno vedere , figli del mare e amici degli uomini.

Piange la zattera, piange la lunga attesa...le onde al largo sono sempre più lunghe. a riva corrono impetuose e spruzzano alte.  Il vento forte urla e minaccia tempesta, un uomo piange e si dispera accanto alla zattera di Ulisse.  Quell'uomo piange e attende, attende una barca che non ha più la vela, i remi danzano  scomposti sull'acqua.

I pedalò, i pattìni e qualche altra piccola imbarcazione  sul lido seguono le tragiche magie di un ricordo, mentre un uomo  abbracciato disperatamente ai legni della zattera fissa il mare  buio, nemico, ladro di giovane vita.

Indifferente il lido assiste alle magie notturne.

 Domani sarà un altro giorno di spiaggia.

                                                                 

  Edda Conte- Giugno 2021

 

 

3 commenti:

  1. Canto e controcanto in questo racconto, Seme d'amore mio... Il tuo registro è cambiato viaggia su una vena di tristezza lieve come la brezza che accarezza la zattera. Il professore ha storia e ricordi e il presente rappresenta forse per lui solo il ritorno di una vicenda lontana, un dolore mai sopito. Era stato felice sulla sua spiaggia deserta, tra i legni della zattera, con il figlio bello e aitante, votato alla vela. Il falò raccoglieva tra i lembi di fuoco le leggende di Odisseo, la sua sete di Conoscenza, l'ideale del viaggio. L'avventura aveva chiesto un prezzo da pagare molto alto ai due uomini e il professore vive una quotidiana deriva sulla sua zattera... La deriva delle memorie, che scorticano l'anima e ustionano il cuore. Una novella che ricorda i grandi della Letteratura, Toc ad eden, e dimostra la tua versatilità... Ti bacio commossa.

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  2. Queste "magie notturne" di Edda Conte ci offrono un narrato completo nella sua impostazione tematico/cronologa dove l'esistenza sfida continuamente le proprie origini custodite dalla Natura nel tempo.
    Con raffinata e delicata liricità espositiva, l'Autrice descrive, vivacizza, umanizza esseri e cose: mare, barche, corpi, spiagge, venti e onde.
    Tutto il creato "vive" se stesso e si insinua in un ricordo persistente che occupa il pensiero di un intellettuale (il Prof.) improvvisamente risvegliato da una presenza inaspettata (un giovane) e da una zattera protagonista.
    L'umanizzazione di persone e cose si incide totalmente nell'affresco di una spiaggia che presenta le malìe di ogni estate, pur essendo diversa: paradosso di una "diversità" omologa difficile da definirsi o leggersi se non partecipando al tormento di un sentimento ferito, di una "bipolarità" familiare sempre più lontana nel rappresentarsi.
    Il prof. certifica lo strappo, declina il sentimento tra zattera e barca a vela e conserva se stesso rifugiandosi altrove (l'albergo).
    Con delicatissimi cenni (sussurri di armonie... la zattera culla... la vela indicata dall'ala di un gabbiano... il pianto... le acque screziate...) l'Autrice conduce il percorso "leggermente" sulla risacca-base che il vento scompiglia, che la "ricerca" infinita di un Ulisse ritrovato attende ansiosamente denunciando il mare "ladro di giovane vita...".
    Ogni giorno si ripete con la lettura, il riposo, il pensiero, il tormentoso ricordo trasformato in una malia perfida e inquietante, nemica del sorriso, amante del buio deserto.
    Edda Conte in questo racconto, vera opera d'arte narrativa, si supera e compete con i grandi princìpi dell'esistenzialità nel suo mistero più autentico e insondabile.
    Ma è la "persona" umana che trascende il contenuto, lo blinda, lo sublima, ne compendia una infinità di spinte/controspinte, dialetticalmente enigmatiche, quali risposte in un divenire solo apparentemente uniforme.

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  3. Leggo due magnifici commenti, una lettura attenta e profonda da parte di due persone che ben conoscono il mio io letterario, ed il mio vissuto, che non si fermano, come spesso accade, a rilevare il sentimento di fondo di questi miei racconti, la mia indole malinconica e il mio vivere insoddisfatto di un'età spoglia e spogliata di leggerezze esistenziali.
    Grazie all'amica Maria Rizzi, collaboratrice perfetta nei nostri racconti a quattro mani, e grazie a Marco, l'amico di sempre, per questa sua nota critica che ha il sapore di una vera esegesi.
    Con affetto ,Edda Conte

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