martedì 14 ottobre 2014

N. PARDINI: LETTURA DI "CHATTERTON" DI ALFRED DE VIGNY

LETTURA DI CHATTERTON
DI
ALFRED DE VIGNY


Società,  filosofia dell’utile, ruolo dei personaggi e difesa della poesia in Chatterton.

Sintesi dell’opera

Acte I: John Bell ou la dureté des puissants

John Bell, ricco industriale di Londra, è un padrone autoritario e uno sposo tirannico: si rifiuta di riassumere un operaio che si è spezzato il braccio in una sua macchina e rimprovera bruscamente sua moglie, la melanconica e dolce Kitty, per un errore nel libro dei conti. Chatterton un giovane poeta senza fortuna, ha affittato da lui una  modesta camera; si intrattiene spesso con un suo amico, il Quaker, familiare della casa, e in una confidenza, contrappone al materialismo prosaico di John Bell il suo idealismo esaltato. E soffre di sentirsi incompreso e pensa al suicidio come a una liberazione.

Acte II: Kitty Bell ou la pitié de la femme

Durante il corso di una passeggiata con il Quaker, Chatterton incrocia Lord Talbot e alcuni giovani nobili, suoi vecchi compagni di Oxford. E si ritrovano presso John Bell, a cui Lord Talbot segnala la nobile origine del suo inquilino, e la notorietà della pubblicazione dei suoi poemi; aggiunge anche allusioni impertinenti sull’intimità che egli vede crescere fra il giovane e la moglie del suo locatore. Kitty Bell confessa al Quaker che la vista di Chatterton le provoca un turbamento. E il Quaker le rivela il male che logora il giovane poeta. Chatterton, comunque, si è deciso a scrivere una lettera al lord-maire per ottenere un impiego; attende con ansia la risposta.

Acte III: Chatterton ou la misère du génie

Chatterton, solo nella sua stanza fredda, medita e scrive. E si lancia in una diatriba contro la società, che obbliga il poeta a isolarsi. Nel momento in cui va ad acquistare dell’oppio, il Quaker lo ferma e gli rivela l’amore di Kitty. Rinasce per un momento la speranza di vita. Ma subito apprende che lo vogliono arrestare, perché un critico l’accusa di plagio e che lord-.maire gli offre un lavoro umiliante da  valletto. A quel punto si sente del tutto sconfitto moralmente e fisicamente, e assume una quantità fatale di veleno. Kitty agitata da un oscuro presentimento, gli strappa il segreto del suo amore. Il poeta cade fra le braccia del Quaker e Kitty non può che seguirlo.     


Nota critica

Chatterton viene messo in scena alla Comédie-Française nel 1835. Ed è un successo. La storia è ambientata a Londra negli anni 1770. Chatterton vive in affitto nella casa di un borghese benestante John Bell, ed è un giovane poeta povero, innamorato perdutamente della di lui moglie, Catherine detta Kitty. Un amore romantico, reso impossibile dalla moralità della donna, che pure contraccambia il sentimento. La fine è tragica: il giovane si avvelena, e la donna muore di dolore sul suo cadavere. E’ un j’accuse al potere per l’incomprensione del ruolo del poeta nella società capitalista; a un potere che annienta la creatività e l’intelligenza; ne deriva un’analisi attenta della condizione sociale del tempo, della situazione familiare, e degli intrighi obliqui che inquinano la vita di coppia della borghesia. Ci sono già, qui, accenni a quel substrato di perversione psicologica, che sarà soggetto poi della grande drammaturgia europea fra Otto e Novecento, da Ibsen a Strindberg, da Čechov a Pirandello. Sembra che John Bell – da quello che si legge in Vigny –  abbia un’età fra i quarantacinque e i cinquanta anni; e che Kitty Bell fra i ventidue e i ventitre. La povera Kitty appare “tremante al cospetto del marito”, un marito «avaro e geloso, brusco nei modi», ma in realtà di carattere servile e remissivo di fronte ai forti. Questo riporta Vigny: “John Bell è propriamente l’egoista, il burbero calcolatore; servile con i grandi, insolente con i piccoli”. Sicuramente lo scrittore ha in mente di delineare il prototipo del capitalista negli anni della nascita della rivoluzione industriale in Inghilterra.
       Seguendo le indicazioni della poetica romantica, la divaricazione fra i personaggi è netta. Le loro posizioni sono o interamente positive, o interamente negative, almeno nei ruoli principali. I personaggi positivi sono fondamentalmente Chatterton e Kitty Bell che, non per nulla, spiritualmente vicini. Essi agiscono per la maggior parte del dramma isolati l’uno dall’altro, in intima armonia. Se la dicono più col silenzio e con l’involontarietà dei loro gesti, che con l’espressione aperta del loro amore reciproco: lo scambio di una Bibbia sarà il solo loro messaggio. Dice Kitty Bell nella scena prima dell’atto primo:

“Vous voyez que depuis trois mois
qu’il loge ici, je ne lui ai même pas
parlé une fois…”.

       Da questo rapporto di comprensione a distanza deriva una tensione tutta romantica che è il sottofondo dell’opera. In tale contesto si inquadra benissimo il carattere di modestia puritana e  di gentilezza sentimentale prestato alla protagonista femminile. Tipicamente romantico è anche il modo di presentare in una figura di donna esile e indifesa una psicologia ricca e complessa (Cfr. le parole del Quaker: “Kitty Bell. Âme simple et tourmentée”). Divisa fra il dovere verso il marito violento e il sentimento di attaccamento sempre più forte per Chatterton, Kitty vive una dicotomica passione fra prudenza e slanci di cuore. Identico e opposto il sentimento di Chatterton per lei.
       Anche lui rimane su un piano di riservatezza e di nobile discrezione, come d’altra parte sente profondamente il suo conflitto con il marito.
       Ma vi è ancora un altro aspetto impalpabile di questo amore espresso da Vigny nell’opera Sur les rappresentations du drame: “Derrière le drame ecrit il y a comme un second drame que l’écriture n’atteint pas, et que n’expriment pas les paroles. Ce drame repose dans le misterieux amour de Chatterton et de Kitty Bell, cet amour qui se divise toujours et ne se dit jamais, cet amour de deux êtres sì purs qu’ils n’oseront jamais se parler, ni rester seuls qu’au moment de la mort; amour qui n’a pour expression que de timides regards, pour messages q’une Bible, pour messagers que deux enfants, pour caresses que la trace des lèvres et des larmes que ces fronts innocents portent de la jeune mère au poète” (Chatterton e Quitte pour la peur, Paris, Garnier, Flammarion, 1968. Pp. 108).
       Il conflitto amoroso è una delle componenti universali dell’ideale incarnato in Chatterton. Accanto vi è la rivendicazione del ruolo del poeta e la difesa della spiritualità in contrapposizione al materialismo di Jon Bell.
       Apologia che va oltre, nelle intenzioni di Vigny: l’esaltazione di una élite quale la categoria degli scrittori. L’opera gioca dunque sul contrasto tra una tesi astratta e rappresentata simbolicamente nei personaggi, e una espressione appassionata di sentimenti più profondi e universali.
       Possiamo dire con il Quaker che Jon Bell, l’antideale che si oppone ad essi: “est une espece de vautour qui écrase sa couvée”.
       Questa similitudine è significativa della natura avida del personaggio, da cui non possono andare disgiunte sul piano negativo la vigliaccheria e la grossolanità: “Dans John Bell Vigny a voulu peindre à la fois la grossièreté de l’homme du peuple, l’insolence du parvenu et la duvet du bourgeois” (Chatterton ed. Friedman, Paris, Didier, 1968).
       John Bell “monarque au milieu de ses sujets” è l’espressione fortemente caratterizzata dall’amore borghese per il guadagno. La sua stessa donna è considerata come “une chose aimée” segno del materialismo senza scrupoli e dell’utilitarismo che si pongono come antagonisti all’ideale di chi della poesia fa la sua missione .
       Se da una parte Vigny dipinge questo contrasto fra Chatterton e John Bell come universale, dall’altra egli si riferisce anche, concretamente, alla situazione sociale che vede, sotto la monarchia di luglio, il trionfo della borghesia agiata dei banchieri e degli industriali.
       Antagonista della categoria dei letterati è questa stessa classe, portatrice di una morale utilitaristica del summum bomun come felicità del più grande numero di uomini e come somma di tutti i profitti individuali. Di questa morale sono esponenti i filosofi inglesi Jeremy Bentham e Johon Stuart.
       Ed è lo stesso mondo che inspira la lucidissima analisi della “Comedie humaine”. La stessa contrapposizione dei personaggi è metaforizzata ancora una volta dal Quaker: “Les hommes sont divisés en deux parts: martyrs et bourreaux” (F. Germain: Chatterton et Quitte pour la peur, Paris, Garnier Flammarion, pp. 15).
       Da una parte Kitty Bell e Chatterton, dall’altra John Bell e Talbot. I primi due, i martiri, sono coloro che vengono sempre più respinti dalla società e che, pertanto, con tutta la loro fragilità, vanno incontro ad un destino tragico. Lo stesso amore fra i due appare come una comunanza di dolore che si esprime in termini elegiaci.
       Chatterton ha bisogno di Kitty e senza saperne il motivo egli la cerca perché soffre. Quindi la donna, all’infuori dell’intreccio materiale, all’infuori dei veri motivi costruttivi dell’opera, vale a dire la reazione di Chatterton, rappresentante dell’idealismo generoso di Vigny, è inutile alla tesi propriamente detta.
       I due personaggi si sostengono così a vicenda: l’ammirazione e l’amore di Kitty è un incoraggiamento alla fede che Chatterton nutre nella sua missione, così come l’esistenza di quest’ultimo è l’appiglio offerto alla situazione coniugale infelice della donna.
       Quanto al Quaker, non è solo il tramite attraverso cui si rivela l’amore reciproco dei due, ma anche il commentatore del conflitto. Attraverso questa sua funzione egli realizza l’esigenza di confrontare gli ideali di Chatterton con la realtà. Egli agisce, ma soprattutto osserva, e incarna la coscienza dell’autore.  
       La difesa della poesia, in contrapposizione al materialismo ormai dominante, costituisce l’aspetto principale della tematica di Chatterton.
       Per bocca del protagonista si esprime un concetto altissimo della missione del poeta che lo colloca al di sopra degli altri ma lo pone, per questo stesso fatto, in una posizione di solitudine e di isolamento.
       La concezione romantica, che Vigny fa propria, vede il poeta su un piedistallo da profeta la cui missione è di diffondere una virtù da far comprendere. Ma il risvolto di questo ideale di grandezza equivale anche all’ostilità che il poeta incontra. Da qui la solitudine di Chatterton esaltata dallo stesso Vigny nel “Journal d’un poète”. Août 1832:
“Quand j’ai dit: la solitude est sainte, je n’ai pas entendu par solitude une séparation et un oublientier des hommes et de la societé, mais une retraite où l’âme se puisse recucillir en elle-même, puisse jouir de ses propres facultés et rassembler ses forces pour produire quelque chose de grande”.
       Un’altra conseguenza della condizione del poeta è il suo destino tragico che, in modo particolare in questa opera, mette in risalto il tema del suicidio. Il poeta si fa  simbolo della propria decadenza storica, e con lui dello spirito.
       Questo aspetto della tematica di Chatterton, che ha il suo riscontro nella realtà e che produsse tante critiche a Vigny, non è l’apologia del gesto, ma la rappresentazione simbolica di un destino economico e ideale. La funzione di Kitty Bell e la sua fine conseguente al suicidio di Chatterton, sono, a questo proposito, significativi riguardo alla speranza nei valori positivi che il personaggio esprime. Non si tratta quindi di un’apologia del suicidio, ma di una condanna della società che rende impossibile la missione del poeta. E’ un gesto di protesta e di aggressione verso un mondo intollerante e ostile. Più limitato è il tema che riguarda l’ambientazione sociale di Jon Bell. Dalla condanna irremissibile del personaggio deriva una valutazione positiva degli operai che da lui dipendono. Gli operai fanno opposizione sulla scena presentando così un altro motivo di contrasto al materialismo.  
       E’ una novità introdotta da Vigny e che risponde ai nuovi problemi suscitati e dibattuti dai Sansimoniani e dai socialisti “utopostici” dell’epoca.
       E’ evidente che questo motivo entra nell’opera soltanto come sentimento di solidarietà istintiva e puramente occasionale. Né la formazione dell’autore né la sua ideologia né le condizioni storiche rendevano possibile una partecipazione dell’artista al dramma dello sfruttamento.
       La monarchia di luglio è senza dubbio in opposizione agli interessi degli strati sociali più bassi, ma è dal contrasto con le posizioni più conservatrici e colla classe aristocratica che nasce la condanna di Vigny.
       Ciò non toglie che l’opera poté sembrare audace in questo senso e il personaggio del Quaker essere interpretato come un primo apostolo di un socialismo cristiano. Il problema del male nell’uomo e nel mondo è uno dei temi fondamentali che ricorre più sovente:
“La maladie des hommes est incurable” dice il Quacquero. Chatterton è un “lepreux” un “pestiféré” e la sua sfortuna è una “contagion”. Quando Chatterton parla della sua malattia, chiama il Quaker “docteur”.
       E concluderei con questo scritto di F. Germain che raccoglie nella sua essenza l’entusiasmo, il dramma, la spontaneità dei sentimenti, il significato profondo della posizione del poeta, espressi da Vigny in un linguaggio tanto sentito quanto visivo:

“Si le Romantisme, comme aucun mouvement, a voulu voir dans la poèsie un absolu du bien e dans le prosaisme un absolu du mal, s’il a traqué la platitude avec une sorte de fanatisme, Chatterton, qui incarne cet enthousiasme et en accepte les consequences, nous renseigne incomparabilment sur la tragedie du poète, sur le drame d’un esprit qui cède à la tentation dèmesurée de ses rêves” (F. Germain: Chatterton et Quitte pour la peur, Paris, Garnier Flammarion, 1968, pp. 19).

Nazario Pardini

    

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