"Allegrie"
Emanuele Aloisi, collaboratore di Lèucade |
Ho ascoltato il rumore della
memoria
sulla pietra della quotidianità
arsa come allora
nel verde scavo della croce
nella miseria dei brandelli
miseramente regalati al vento
come le foglie d'autunno.
sulla pietra della quotidianità
arsa come allora
nel verde scavo della croce
nella miseria dei brandelli
miseramente regalati al vento
come le foglie d'autunno.
Digrignano le ceneri
tra edentule mandibole e nuvole di bubbole
viandante
flora di radici
e
semi di roveti inseminati.
La morte non arriva ai cuori
disabitati abilitati al sangue
Le corde sono afone di lembi
arrugginite valvole!
Ci restano parole
per credere sperare
straziando lettere d'amore
destinatari anonimi
Decida il Plenilunio.
Strazianti i tuoi versi, Emanuele, tratteggiano la vergogna della guerra, che purtroppo non è storia di memoria, in quanto la storia ha un brutto vizio: si ripete! E molti Paesi sembrano destinati a veder scorrere il sangue insieme alle vicende quotidiane. Tu parli innanzitutto del ricordo dell'Olocausto, dello sterminio compiuto nel silenzio del mondo e che per troppe persone potrebbe non essere mai esistito. Sei milioni di esseri umani sterminati in nome di nulla. La follia assoluta, l'incapacità di ricordare anche solo per un istante che 'nati non fummo per viver come bruti'. Il tuo linguaggio è forte e tenero, ricco di figure retoriche, immaginifico e quasi piegato alle esigenze dell'anima provata, sconvolta. Non c'è rabbia, solo immenso dolore, a dare l'idea del tuo spessore umano, della sensibilità che sempre ti caratterizza. Opere come questa sono indispensabili, oserei dire didattiche. Grazie e un abbraccio.
RispondiEliminaMaria Rizzi
Grazie al prof. Pardini, e grazie Maria Rizzi. Emanuele
RispondiElimina