GUIDO MIANO EDITORE – NOVITA’
EDITORIALE
E’ USCITA LA RACCOLTA DI POESIE “I
DINTORNI DELLA VITA, Conversazione con
Thanatos ” DI NAZARIO PARDINI CON
PREFAZIONE DI FLORIANO ROMBOLI
Pubblicata la silloge di
poesia “I DINTORNI DELLA VITA, Conversazione con Thanatos” dello scrittore toscano NAZARIO PARDINI , edito da GUIDO MIANO
EDITORE, novembre 2019, nella
prestigiosa Collana Alcyone 2000
Nazario Pardini ha al suo attivo molte raccolte di
poesia. È un personaggio, noto, da decenni nel campo della scrittura. Sulla sua
produzione hanno scritto i più qualificati critici letterari.
Dalla prefazione al volume “I dintorni della vita”: “anche il
lettore frettoloso è in grado di constatare la centralità del tema della natura
nell’opera poetica di Nazario Pardini, ormai davvero ricca di testi.
Le raccolte più
recenti confermano, all’interno di una ricerca artistico-letteraria
contraddistinta da forti elementi di continuità ideale e formale-stilistica,
tale rilievo primario, non certo limitabile alla semplice frequenza
quantitativa bensì qualitativamente prezioso nella sua dimensione privilegiata
di espressione oggettivata degli stati interiori, àmbito della manifestazione
concreta e coinvolgente delle differenti
situazioni etico-sentimentali, nonché momento dell’esplicitazione
commossa e meditata di una coerente concezione della realtà.
Questa nel
discorso lirico pardiniano appare, fin dagli esordi, percorsa da un’intima
dinamica energetica, da un élan
espansivo, teso a prorompere e dilagare, insofferente di argini, ostacoli,
limiti di sorta. Tale idea si obiettiva, ad esempio, nella potente
rappresentazione della piena di un fiume: “Piove a dirotto stamani, ed il
Serchio / gonfia il suo letto; è già nelle golene, / tra gli alberi che
invocano l’aiuto / frusciando malinconici richiami / col loro ciuffo sopra alla
corrente; / niente risparmia l’acqua inferocita, / tutto porta con sé, alla
deriva. / Qui dall’argine l’occhio si spaventa / a mirare la potenza che
sprigiona: / le barche sradicate dai pontili / corrono in grembo al grosso
defluire, / e ciottoli, tronchi, tavole, e ferraglie / si rincorrono in gara
verso il mare...” (La piena del Serchio da
I dintorni della solitudine, 2019).
Dinanzi al moto imperioso della vitalità naturale il primo atteggiamento
dell’autore consiste nell’abbandono positivo, in un acuto desiderio di
immedesimazione, in un bisogno di fusione panica e disindividualizzante: “… Odori
di salmastro e d’acqua smossa, / di erbe trascinate contro voglia, / mi
invadono narici. E mi confondo / con
tutto quel fracasso naturale: / divento
un ramoscello in mezzo al mare.” (ivi, corsivi miei, come in seguito). Ho
citato da I dintorni della solitudine (2019),
la silloge che avvia un percorso ideativo proseguito con I dintorni dell’amore ricordando Catullo e I dintorni della vita, libri pubblicati in questo stesso anno, a
comporre un’interessante trilogia” e pubblicati tutti e tre da questa Casa Editrice.
NAZARIO PARDINI, “I DINTORNI
DELLA VITA, Conversazione con Thanatos” prefazione di FLORIANO ROMBOLI, GUIDO MIANO EDITORE, pagg. 91, Euro
10, novembre 2019.
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RICEVO E PUBBLICO
RispondiEliminaGentile Amico,
con i miei più sentiti auguri per le prossime festività pasquali, il cui messaggio è uno squarcio di speranza nel difficile momento che il mondo intero attraversa, ti chiedo di perdonarmi per il ritardo con cui vengo a ringraziarti del prezioso e gradito dono del tuo libro, I dintorni della vita.
Tu, da tempo, in piena temperie, caratterizzata dall’individualismo, dall’inumanità, dall’egoismo, che ha relegato la paura della morte nell’inconscio, hai dato vita a un libro che ci spinge a riflettere sulla realtà della nostra vita, che è come ‘un solco tracciato nell’aria’, se non ne cogliamo il senso di luce e di fragilità. Un dialogo serrato con la morte, che inizia a camminarci accanto già dall’incipit della vita, e che tu guardi diritto negli occhi, evidenziando non solo il dolore per il vuoto che crea intorno, la sua cecità quando falcia giovani vite, ma anche il suo annientamento di fronte alla natura che, col suo rinnovarsi, la smentisce. Ma anche quando le parole, come quelle delle tue poesie, hanno una radice profonda nella realtà e nella spiritualità umana, il tempo, di fronte a loro, china il capo e si dilegua.
Oggi più che mai, la dura realtà del mortale virus, ci costringe a riflettere sulla fragilità e sulla ineluttabilità dell’umana caducità, e sulla importanza della dimensione trascendentale elaborata nel corso della storia, e sulla indifferenza delle persone che crea l’abisso tra i popoli.
E, come si evidenzia nelle tue poesie, solo l’Amore si sottrae alla morte: Vinse l’amore, e nella notte / si accese la lampada divina, / grande, enormemente forte, più che d’agosto la calura estiva. / Più che di giorno la gloria del Signore.
Imperia Tognacci