martedì 1 settembre 2020

FRANCO CAMPEGIANI: "TRA RAZIONALISMO E IRRAZIONALISMO"


Franco Campegiani,
collaboratore di Lèucade

Sulle orme del filosofo Bruno Fabi
TRA RAZIONALISMO E IRRAZIONALISMO
uno studio di Patrizia Audino (Armando Editore)


Bruno Fabi, nato nel 1916 e scomparso nel 2009 all'età di 93 anni, Procuratore Generale Onorario della Corte Suprema di Cassazione e Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica, nota personalità filosofica, ma non meno letteraria, con pubblicazioni innumerevoli di liriche e racconti, è stato anche pittore, nonché autore di testi scientifici importanti. Insegnante di Diritto Romano presso l'Università di Camerino, è stato membro dell’associazione Eugius, costituita da 151 scrittori-giudici (tra cui Ugo Betti) allo scopo di costruire una nuova società basata sull’umanesimo artistico e sulla solidarietà umana. Allievo del filosofo Ugo Spirito, Bruno Fabi è l'autore del saggio Il Tutto e il Nulla, pubblicato in prima edizione nel 1952 dai Fratelli Bocca di Milano, con nota introduttiva del suo maestro; e poi ripubblicato in seconda edizione, nel 2006, da Anemone Purpurea, con nuova prefazione dell'autore in aggiunta alla precedente. 
L'intero suo pensiero ruota intorno al ridimensionamento della dea Ragione. Non nei termini kantiani (comunque ottimistici) sulle possibilità circoscritte e costruttive della ragione stessa, bensì nei termini pessimistici e contemporanei che, pur riconoscendo alla ragione l'insostituibile ruolo di stimolazione del pensiero, ne rivela, al di là di ogni ipocrita o ingenua illusione, tutta la relatività, assegnando all'irrazionale il ruolo di guida nell'azione dell'uomo e nella vita in generale. Ed è coerentemente con questo suo pensiero, che dà vita ad uno stile filosofico sui generis, capace di avvincere il lettore, in forma di racconto, intorno a temi filosofici fondamentali, con quel tono confidenziale che lo spinge a scrivere, già in prefazione alla prima edizione del 1952: "Questo libro è, dunque, solo l'immagine di una confessione".
Poco sopra, in quella memorabile pagina, aveva scritto: "Scrutando meglio in me stesso e negli anni trascorsi, oggi mi accorgo che l'unico intento di questo libro corrisponde soltanto al bisogno di una confidenza. Perciò, rileggendo queste pagine, mi conforta il non averle scritte sotto forma di canoni, ma di un semplice racconto del mio pensiero. E mi conforta il non aver inteso esporre né tanto meno criticare le recenti dottrine filosofiche o le trascorse, facendo l'usuale sfoggio di concetti e di nomi, ed affettando la consueta benevola con essi familiarità, ma lo aver seguito certamente e soltanto, per contro, il preciso intento di esprimere, per quanto possibile, quella che io credevo allora essere la mia filosofia, e pertanto la mia stessa vita, e in quale modo pensassi che la mia filosofia e la mia vita coincidessero in modo assoluto con la verità, la mia verità".
Bruno Fabi è tutto qui, in questa incredibile umiltà: "Un solo dubbio mi permane a questo riguardo: il dubbio di aver mutilato la verità che credevo di aver raggiunto con il renderla bisognevole di espressione e di comprensione; e mi sfiora il sospetto che la verità, ove sia tale, non abbia bisogno di nulla, e chiunque abbia avuto bisogno di scrivere o di essere compreso sia nell'errore". Il narcisismo: sta qui l'errore. Chiunque tuttavia riesca a scrivere, come lui ha fatto, ponendo fra parentesi se stesso (senza per questo annullarsi, visto che siamo tutti umani); chiunque riesca a scrivere per farsi tramite della verità (della propria verità, come lui dice), è nella verità. Come dire che ci sono due piani nell'Essere (il Relativo e l'Assoluto, il Razionale e l'Irrazionale) i quali, anziché confliggere, o peggio amalgamarsi e confondersi tra di loro, sono chiamati a dialogare in modo confidenziale.
Il pensatore marchigiano ha il merito di ristabilire nella filosofia dei nostri tempi quell'unitario e contraddittorio respiro dell'universale e del particolare, dell'Assoluto e del Relativo, che il relativismo contemporaneo sembra avere cancellato, viaggiando in maniera totalmente ignara dell'Assoluto. Tutto ciò costituisce un avanzamento del pensiero relativistico, che in assenza di tale chiarimento, rischia di diventare un nuovo assolutismo. L'Irrazionalismo Sistematico rappresenta, pertanto, la messa in crisi - salvifica - dell'intera impalcatura mentale dell'essere umano, della sua inclinazione perenne allo schematismo e ai pregiudizi, vuoi in ambito metafisico che in ambito relativistico. Non si può essere problematici a senso unico; occorre esserlo a trecentosessanta gradi, sia nei confronti del Relativo che dell'Assoluto. Un pensiero, pertanto, che rifiuta di attribuire valori razionalistici di qualunque genere alla vita, riconoscendo nondimeno che la vita ha valore in sé ed è fine a se stessa: Irrazionalismo Sistematico, appunto.
Si colloca in un'area sostanzialmente irrazionalistica, più o meno diretta ed esplicita, l'autentica vocazione filosofica del mondo contemporaneo. Un irrazionalismo che deriva dalle illusioni/disillusioni della dea Ragione, dalla presa d'atto della sua reclusione nel Relativo, e dunque dalla relativizzazione delle sue pretese assolutistiche. Ed è in questo contesto che s'inserisce l'Irrazionalismo Sistematico, aprendo una nuova e più compiuta fase dell'irrazionalismo, in cui si relativizza la stessa relatività, che viene così posta in modo radicalmente problematico di fronte all'Assoluto. Ne risulta minata qualsiasi proposizione assertiva e qualsiasi certezza (sia pure la certezza dell'incertezza), screditando qualsivoglia teoria che tenda a farsi una ragione dell'irrazionale che domina la vita. Un problematicismo radicale, che giunge al capovolgimento del noto assunto hegeliano secondo cui "tutto ciò che è reale è razionale" (Fabi corregge con irrazionale).
Di questa originalissima personalità filosofica si è recentemente interessata la scrittrice Patrizia Audino, insegnante di filosofia, nonché psicologa che si occupa di pedagogia e psicogeriatria, argomenti cui ha dedicato svariate pubblicazioni (notevole il suo saggio Il passato che verrà - il fascino d'invecchiare, edito da Universitalia nel 2018). La nota studiosa ha testé dato alle stampe, con l'editore Armando, un elaborato dal titolo Tra Razionalismo e Irrazionalismo - Il pensiero di Bruno Fabi, nell'intento di fare il punto su questo pensiero filosofico a dieci anni di distanza dalla scomparsa del suo fondatore e a quattordici dall'uscita, nel 2005, del suo Manifesto dell'Irrazionalismo Sistematico; nonché a undici dall'ultimo convegno a lui dedicato, nel 2008 (lui vivente), presso il Liceo Scientifico delle Scienze Applicate "G. Marconi" di Latina.
Nella sua brillante ed acuta prefazione al testo, Fabio Pierangeli, docente presso l'Università di Roma Tor Vergata, pone il noto pensatore "tra i filosofi "scomodi" del Novecento", specificando che "aveva forte il problema di Dio, eppure asseriva essere irrazionale il tutto (forse da mettere in lettera maiuscola: il Tutto)". Dopodiché il saggio - corredato da una nutrita bibliografia - propone una dotta introduzione dell'autrice, seguita da un suo approfondito excursus sugli sviluppi dell'irrazionalismo nella storia del pensiero, nei due versanti gnoseologico ed ontologico. Il tutto arricchito da una ghiotta messe di note documentali a piè di pagina. Segue il testo del Manifesto dell'Irrazionalismo Sistematico redatto da Bruno Fabi di suo pugno e controfirmato dal sottoscritto, congiuntamente allo storico e sociologo Filippo Ferrara, nonché allo scrittore e noto dantista Aldo Onorati.
Nel Manifesto vengono espressamente dichiarati e sunteggiati i cardini del sistema filosofico. Il quale: 1) disvela e afferma, al di là di ogni ipocrita o ingenua illusione, in un mondo dalle infinite contraddizioni reali, in cui tutto è possibile, anche l'impossibile, l'irrazionalità dell'essere e della vita; 2) pone la ragione come componente antinomica necessaria della suprema contraddizione dell'essere ("razionale/irrazionale"); ne esalta la funzione irrinunciabile nello svolgimento storico del pensiero, ma ne rivela anche i limiti e la relatività, specie quando usata come ragione astratta; 3) esalta, nell'ambito dell'irrazionalismo trascendentale, il potere della fede nel linguaggio, nell'azione, nella religione, nel bene, ma se la fede è ridotta a rozzo fanatismo, ne mette in luce anche la possibile atrocità; 4) pone a conclusione il motto del fondatore, sintesi "con valore relativo" della sua filosofia: <Tutto ciò che è reale è irrazionale>.
Vengono poi riprodotti, nel testo, gli atti del convegno dedicato al pensatore nel suddetto Liceo di Latina, organizzato e diretto nel 2005 da Patrizia Audino con l'entusiasta partecipazione di moltissimi studenti. Tra le relazioni spiccano quelle del Prof. Aldo Onorati e del Prof. Filippo Ferrara, il primo autore tra l'altro di un'intrigante monografia sul Maestro, dal titolo Incontro con Bruno Fabi (Anemone Purpurea 2010). Dopodiché compaiono tre succose interviste rilasciate a Patrizia Audino dai tre relatori, nonché sottoscrittori del Manifesto, contenenti, oltre che ricordi personali e ritratti del Maestro, con aneddoti riguardanti la sua vita personale e domestica, considerazioni sulla qualità del suo vastissimo impegno culturale e sulle prospettive attuali e future del suo Irrazionalismo Sistematico.
Voglio concludere con due significative considerazioni sul Maestro, contenute nel libro, rispettivamente di Aldo Onorati e di Filippo Ferrara (delle mie non c'è bisogno, visto che le sto già esprimendo). Il primo, che è stato amico personale di Fabi per una quindicina di anni, nonché curatore di tutte le sue opere, scrive: "Fabi ha dato un colpo mortale a Hegel, ma non è stato il primo, se si vuole essere onesti (lo aveva preceduto Schopenhauer, ad esempio, e anche Keerkegaard). Solo che Fabi è una personalità complessa, la quale ha trasfuso il suo pensiero in tutte le opere, dando corpo artistico alla scientificità di cui si compone il libro maggiore, Il Tutto e il Nulla, pietra miliare della filosofia del Novecento, a cui tanti autori contemporanei debbono molto".
E specifica: "Voglio intendere ciò: egli è enorme come pensatore, ma non si è fermato lì; ha tradotto in forme sanguigne e palpitanti il suo pensiero, in ogni romanzo, nelle poesie, anche nei quadri se vogliamo. Ragion per cui la sua intuizione secondo la quale <tutto ciò che è reale è irrazionale>, capovolgendo l'assunto hegeliano, diventa originalissima grazie alla creazione di caratteri e trame che ne dimostrano, realmente, la verità". E Filippo Ferrara aggiunge: "Hegel vede lo svolgersi incessante degli eventi in un modo lineare e diretto verso un fine unico. La ragione ne è il motore. Portando alle estreme conseguenze questo pensiero, dovremmo considerare prodotto della ragione tutta la serie drammatica degli avvenimenti e fatti del Novecento".
E aggiunge: "le ricorrenti catastrofi, la ferocia di guerre, rivoluzioni, genocidi, fanatismi, assassini, sono la dimostrazione, rileva Fabi, dell'irrazionalità dell'essere... (Ma lui) pensava all'affermazione di una filosofia genuinamente relativistica fondata sul riconoscimento della relatività della ragione umana. Un relativismo tuttavia non chiuso in se stesso e nella trappola delle nuove forme di assolutismo relativistico, ma aperto ai venti del mistero". Quindi riflette e conclude: "Proprio in quanto armonico, l'irrazionalismo Sistematico non mortifica la ragione e le riconosce un importante ruolo da svolgere, che non sia di aggredire, bensì di assecondare umilmente i progetti dell'irrazionale che rispondono a un'esigenza di massima concretezza operativa libera dalle pastoie qualunquiste ed inconcludenti di certe ideologie".

 Franco Campegiani











                         



7 commenti:

  1. Sono estremamente grato a Nazario Pardini, amico insostituibile dei poeti e di ogni operatore culturale, per l'ospitalità che ha magnanimamente voluto offrire su quest'Isola - per il mio modesto tramite e per quello della scrittrice Patrizia Audino - ad un pensatore e letterato fecondo come Bruno Fabi, che ha veramente aperto strade nuove per la cultura attuale.
    Franco Campegiani

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  2. Carissimo Franco, so quanto è importante nella tua vita e nella tua esperienza filosofica la figura di Bruno Fabi. Ci conosciamo da tanti anni e so bene che nel 2005 scrivesti con il Docente Aldo Onorati - che grazie a te ho avuto l'onore di conoscere e frequentare - e con il Sociologo Filippo Ferrara "Il Manifesto dell'irrazionalismo sistematico" ispirato proprio all'opera del Maestro Bruno Fabi. Nella tua brillante carriera sei stato promotore di movimenti e di manifesti di ogni genere e posso asserire, senza esagerare, che mantenendo sempre l' umiltà che ti caratterizza, hai precorso correnti di pensiero e attuato rivoluzioni culturali. E' avvenuto nel 2000 con il primo voluto, edito da Armando Editore "La teoria autocentrica" e il cerchio si è stretto, non oso dire chiuso, in quanto ti conosco troppo bene e so che sai stupire in ogni momento, con il saggio "Ribaltamenti". Il tributo al tuo Maestro è magnifico. In questa pagina ci consenti di conoscere Bruno Fabi a fondo, di approfondire il suo 'attacco' a Hegel, condiviso dal Dottor Ferrara, e illustri l'irrazionalismo sistematico con chiarezza straordinaria, come un movimento che: "non mortifica la ragione e le riconosce un importante ruolo da svolgere, che non sia di aggredire, bensì di assecondare umilmente i progetti dell'irrazionale che rispondono a un'esigenza di massima concretezza operativa libera dalle pastoie qualunquiste ed inconcludenti di certe ideologie".
    Grazie di cuore, amico mio, le tue incursioni sul blog sono fonti di altissimo arricchimento e mi auguro vengano ampiamente condivise. Ti abbraccio forte!

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    1. Amica carissima, l'attenzione che dedichi, non da oggi, ai miei sogni e alle idealità che animano il mio impegno culturale, è il segno di una comunione di intenti che mi scaldano la mente ed il cuore. Devo dirti, senza piaggeria, che sei un esempio per me, come per tanti altri, per il coraggio che riesci a infondere - nei tuoi scritti, ma non solo in quelli - a dispetto delle avversità che la vita certo non ti risparmia e che comunque a tutti propina. L'incontro con Bruno Fabi è stato importantissimo per la mia evoluzione intellettuale e morale, perché da vero Maestro (socratico) - senza che minimamente lo volesse o pensasse - è riuscito ad accelerare la mia naturale inclinazione verso la ricerca di una filosofia al di fuori degli schemi e al di sopra delle parti che consiste in un dialogo con se stessi da non confondere con l'intimismo, giacché è altissima tensione spirituale al di fuori di ogni ideologia. Ti sono immensamente grato per la vicinanza e per la condivisione.
      Franco Campegiani

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  3. Caro Franco (arrivo in ritardo questa volta) ma non per ringraziarti di avere proposto lo studio della Audino su Bruno Fabi.
    Lessi il libro del Maestro all'inizio della nostra conoscenza - come certamente ricorderai me ne facesti dono - e m'immersi profondamente in quei contenuti.
    In questo contesto, per ovvie ragioni, sono costretto a riassumere l'idea che mi feci e sul suo e sul tuo pensiero. Notai che c'era una differenza sostanziale (te lo dissi).
    La filosofia di Fabi è rintracciabile in ciò che tu hai qui evidenziato: "Tutto ciò che è reale è irrazionale" ma tu sei andato oltre (lo dico a beneficio di chi leggerà il commento) poiché hai non solo rovesciato l'assunto: "Tutto ciò che è immaginario è razionale" ma hai armonizzato i due concetti, solo apparentemente contrari, in realtà l'uno la conferma dell'altro (come il relativo e l'assoluto).
    Non aggiungo altro e so che invece andrebbe fatto, ma non è quella di un commento la sede più appropriata.
    Mi auguro che l'eventuale lettore ne intuisca il significato.
    Grazie ancora,

    Sandro Angelucci

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    1. Ricordo, carissimo Sandro, le appassionate conversazioni da noi fatte intorno alle rivoluzionarie teorie di Bruno Fabi, e ti ringrazio per il tuffo che mi spingi a fare nelle origini del nostro fecondissimo incontro, fatto di poesia e di pensiero. Il grande filosofo gradì generosamente di apporre una prefazione a "La teoria autocentrica", un mio manifesto di pensiero (che mi guardo dal definire "saggio filosofico"), cogliendone l'intimo anelito al "trasferimento del mondo dall'esterno all'interno dell'Io, ovvero l'Io nell'Essere che diventa l'Essere nell'Io" (parole sue). Egli colse incuriosito quel mio suggerimento ad un'interiorizzazione profonda del Razionale e dell'Irrazionale, del Relativo e dell'Assoluto, che conduceva a spron battuto la mia ricerca verso la spiritualità e la creatività dell'Armonia dei Contrari. Io di certo non so se avrebbe potuto condividere fino in fondo il mio successivo sviluppo di pensiero. Probabilmente sarebbe rimasto perplesso di fronte alla svolta extrarazionale, o sovrarazionale, del mio irrazionalismo, ma non c'è stato modo per poterlo appurare. In ogni caso conservo di lui un ricordo tenerissimo, fresco e molto vitale. Il suo pensiero è una polla inesauribile d'acqua sorgiva e ogni volta che torno a leggerlo scopro cose nuove.
      Franco Campegiani

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  4. RICEVO E PUBBLICO

    Caro Franco il tuo commento su ‘Irrazionalismo sistematico’ del filosofo Fabi, anche se non conosco approfonditamente la sua visione del mondo, mi fa capire meglio la tua concezione filosofica, credo che ‘Tutto ciò che è reale è irrazionale’ribaltando Heghel cada in senso, prettamente negativo, a pennello sulla situazione attuale. La prima fiera del bambino che in questi giorni è inaugurata a Parigi è il primo mercato , per ordinare i bimbi in provetta. Non voglio demonizzare la modernità, ma il transumanesimo e cosi la società biotecnologica, successivi alle grandi ideologie del ‘900 portano all’annientamento totale del divino in noi e con noi, non a caso proprio di questi anni per reazione e anche per necessità ormai, si è arrivati a riscoprire l’amore per la natura, però negativamente, in modo idolatrico, quando la natura non è solo madre ma anche matrigna. La natura è qualcosa che c’è ,fa parte di noi e noi facciamo parte di essa e quindi fa parte del divino che è in noi e che ci trascende. Il limite della ragione di Kantiana memoria e Leopardi persino Shopenahuer ci parlano della motivazione, della forza entro le quali la ragione si muove che riportano anche a Freud. La forza comunque o motivazione irrazionale nel senso di inconscia o razionale non sono sempre positive, anche il male se anche non lo si vuole spiegare in modo confessionale fa parte di quell’irrazionale negativo che assilla l’essere umano oggi più che mai sradicato da se stesso e che in generale l’uomo non vuole,ma che per indifferenza e distrazione fa se non interviene Qualcos’Altro. Bravissimo Franco , anche se non siamo pienamente d’accordo , ti stimo molto , credo siano vicendevole l’affetto e la stima.
    18 settembre 2020
    Angela Cuomo

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    1. Stima ed affetto pienamente ricambiati, carissima Angela. Ed ogni perplessità o contrarietà che alimenti pensiero e dibattito, sia la benvenuta. Una sola postilla al tuo ragionamento: quel QUALCOS'ALTRO di cui tu parli, alludendo al divino che è in noi e nella natura tutta, non è altro che la riprova della superiorità dell'irrazionale sugli angusti limiti di quella ragione che non riuscirà mai a comprendere gli imperscrutabili disegni divini che regolano il mondo, avvalendosi sia del Bene che del Male. La Natura non è benigna né matrigna, ma entrambe le cose. O forse è meglio dire che è semplicemente Madre, amando senza riserve i suoi figli, ma dando loro all'occorrenza esemplari punizioni. Tutto questo la ragione non comprende fin quando non accetta di entrare in umile confidenza con il mistero. Quel mistero che le è vicinissimo, mentre lei preferisce allontanarlo, non ultimo con un'interpretazione inesatta e di comodo della trascendenza. Ovviamente, qui Bruno Fabi non c'entra, anche se è lui ad aver dato il là per la nostra conversazione. Ti ringrazio per il tuo attento e interessante contributo.
      Franco Campegiani

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