sabato 12 marzo 2016

CLAUDIO VICARIO: "INEDITI"



Claudio Vicario collaboratore di Lèucade


Come una tela di Van Gogh

Vorrei vedessi la sofferenza del mio viso,
mostrartela nel lungo silenzio della notte
mentre tutto sembra crollare intorno
e il suono della vita scorre monotono
tra fantasie senza alcuna pietà, tra desideri
annegati nel mare dell’inquietudine
in questo giorno senza luce e senza ombre
nel quale si rincorrono le ore, inesorabili,
spinte in una sola direzione: il domani.
Domani sarà un altro giorno che affonda
nell’illusione di un sogno perduto, sfumato
nel buio della notte, nei disagi di una vita
fredda come il marmo, come gli alberi
spogli di foglie, dai rami contorti,
disperati, in una tela di Van Gogh.


L’ora della malinconia

E’ questa l’ora
in cui il giorno muore,
in cui la solitudine
rinnova la tristezza,
in cui lei sento lontana,
lei che non si accorge
della mia mano tesa,
l’ora della malinconia,
l’ora in cui si ode
solo la melodia del vento,
l’ora in cui calano le ombre
impalpabili e sparse
che nascono
dal profondo dell’anima
e mormorano
come l’acqua del ruscello
che chiede scusa
ai sassi su cui scorre
quasi timorosa
di offenderne il riposo,
l’ora in cui la luna
appare e scompare
dietro i rami del pioppo
come i ricordi che ritornano
e mi parlano di lei…
mentre un dolce canto

dice all’anima… sospira.

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