martedì 5 maggio 2020

ENZO CONCARDI LEGGE: "DE LINGUA LATINA" DI M. ROSARIA DE LUCIA, GUIDO MIANO EDITORE




“DE LINGUA LATINA”
Traduzione e note di Maria Rosaria De Lucia

Recensione di Enzo Concardi


Varrone, chi era costui? Domanda che farebbe inorridire storici,  critici letterari,  filologi,  latinisti,  intellettuali, accademici, acculturati, professori … insomma gli addetti ai lavori, ma non il lettore medio italiano che, soprattutto oggi, si pasce di ben altri testi. Non fu certo un Carneade qualsiasi di manzoniana memoria, se scrisse oltre 620 libri, suddivisi in circa 70 opere! E se l’amico e contemporaneo Marco Tullio Cicerone scrisse di lui: “Tu ci hai fatto luce su ogni epoca della patria, sulle fasi della sua cronologia, sulle norme dei suoi rituali, sulle sue cariche sacerdotali, sugli istituti civili e militari, sulla dislocazione dei suoi quartieri e vari punti, su nomi, generi, su doveri e cause dei nostri affari, sia divini che umani” (Academica Posteriora, I 9 – Traduzione A. D’Andria). Marcus Terentius Varro (Rieti, 116 a. C. - Roma, 27 a. C.) fu dunque un letterato, grammatico, filosofo, agronomo, militare e questore della Repubblica romana; della sua enciclopedica erudizione la storia successiva non ha reso giustizia come dovuto, forse perché gran parte dei suoi scritti sono andati persi col tempo, tant’è che anche le traduzioni italiane sono esigue e tra queste si possono ricordare: De lingua Latina. Libro X  (introduzione, traduzione e commento di Antonio Traglia. Bari, Adriatica 1956); Opere (a cura di Antonio Traglia. Torino, UTET 1974); De lingua Latina. Libro VI  (traduzione e commento critico di Elisabetta Riganti. Bologna, Patron 1978).
La presente opera pubblicata dalla Casa Editrice milanese “Guido Miano Editore” è stata curata per la traduzione e le note da Maria Rosaria De Lucia, studiosa qualificata della materia, laureata in Lettere con diploma di specializzazione di Paleografo-Archivista, conseguito presso la Scuola Vaticana annessa all’Archivio Apostolico. E’ cultrice di lingue classiche, con privilegio per latino e greco. Una recensione d’un libro – oltre che rappresentare l’esegesi del critico – a mio parere dovrebbe parlarne in modo tale da invogliare il pubblico non specializzato alla lettura, soprattutto quando, come in questo caso, il contenuto sembra arduo e lontano dai nostri maggiori interessi culturali attuali. Il miglior modo per conseguire tale risultato mi pare proprio quello indicato dall’autrice stessa nell’Introduzione: “I brani degli autori classici, che costituiscono le versioni proposte a scuola, sono in massima parte, se non esclusivamente, incentrati su gesta leggendarie, battaglie, assedi, eroi, ma non si sa nulla della quotidianità del popolo romano. Leggere il De lingua  latina significa aprirsi al mondo realmente vissuto da esseri umani come noi che dovevano lavorare,  nutrirsi, vestirsi, far di conto, dilettarsi nella Roma, e nell’area romana, ante Cristo”. Ed è proprio il racconto della vita di tutti i giorni delle gentes romane, che può attrarre il lettore odierno, al di fuori di ogni scolastica accademica, per cui svelare qui – anche se per ragioni di spazio soltanto per titoli, e non tutti – gli ambiti principali della società dell’epoca di Varrone, penso sia rendere un servizio all’approccio facilitato di quest’opera, di notevole valore sotto ogni aspetto. Ecco dunque diversi argomenti che potremmo approfondire con un’attenta lettura: Terra e cielo – I continenti – La campagna – La città di Roma – Gli dei – Gli animali – Le cariche pubbliche – I sacerdoti e i ministri del culto – L’esercito – L’uomo e il suo stato economico – Professioni e mestieri – Le piante – I cibi – L’abbigliamento – L’armamento - Tavola e stoviglie – I mobili – Oggetti da toletta e ornamenti per il capo – Attrezzi agricoli – Gli edifici in Roma – La casa e le sue parti – Le porte della città di Roma – I letti – Le monete - …. - Il tempo – Il giorno – La notte – L’anno e le stagioni – Il mese – Lustro, secolo, evo – Calende – None, idi – Le convocazioni alle pubbliche cerimonie - … - I templi – Segni dello zodiaco, costellazioni – Trivia, ovvero la luna – L’Areopago – L’Olimpo – Le vittime sacrificali – L’oratore – Ladroni: da mercenari a briganti – Il cuoio, la pelle - … - Popolazione, oratore, poeta – Le maree – La semina – Le otto parti dell’anima umana – I numeri.
Occorre anche avvertire il lettore che, dei 25 libri originari, ce ne sono pervenuti solo 6 – dal V al X – e nemmeno integralmente, e che in tali testi troviamo soprattutto la trattazione etimologica dei vocaboli, ovvero, come scrive la De Lucia nella “Breve storia dell’etimologia” che precede la traduzione, quello studio del “primo senso di un vocabolo, che ha come oggetto la storia delle parole, più precisamente indaga perché una parola sia nata così e da dove sia nata così”. Pur essendo considerata da alcuni una scienza aleatoria che talvolta giunge a conclusioni anche arbitrarie, nel nostro caso ci permette di scoprire che gran parte dei vocaboli della lingua italiana sono di provenienza latina e quindi anche greca. Varrone era uno scrittore sistematico e metodico ed aveva quindi suddiviso i suoi 25 libri in sezioni molto precise: libro I (introduzione); libri II-VII (prima esade – etimologia); libri VIII-XIII (seconda esade – declinazione e flessione); libri XIV-XXV (terza e quarta esade – sintassi). Inoltre ogni esade era a sua volta suddivisa in triadi.
Infine concordo con l’autore della premessa, Nazario Pardini, quando sostiene che nella traduzione della De Lucia del  De lingua Latina “... il sapere di Varrone viene elargito a larghe mani con la versione di un’opera forse tra le meno conosciute, ma senz’altro, la più completa a livello filologico per la sua interdisciplinarietà. Questo il grande merito della scrittrice e traduttrice. Un lavoro complesso ed articolato, dove appaiono incondizionate la conoscenza e l’abilità del tradurre e quanto sia viva la lingua latina nel suo uso quotidiano ...”.  Leggere Varrone significa quindi risalire alle origini, alle radici della nostra lingua: ne vale la pena.
Enzo Concardi

M.T. VARRONE. DE LINGUA LATINA
Traduzione e note di Maria Rosaria De Lucia
Guido Miano Editore, 2020mianoposta@gmail.com



2 commenti:

  1. Egregio dottor Concardi, non posso non congratularmi per la Sua recensione: ha colto nel profondo l'intendimento che mi ha ispirato nell'intraprendere e portare a compimento un lavoro che sembrerebbe destinato solo agli addetti ai lavori. Il che non è, visto che il nostro oggi deriva, linguisticamente e non solo, da un passato popolato da persone che hanno saputo gettare le basi per questa nostra "civiltà". Se è vero, per i "poveri di spirito", comprare con gli occhi, deve essere vero, per i lettori attenti, comprare un libro per arricchire i propri spunti di riflessione. E questo è stato ben sottolineato dalla Sua recensione per la quale ringrazio ancora! Maria Rosaria De Lucia

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  2. RICEVO E PUBBLICO

    Esprimo, unitariamente, i miei complimenti tanto alla dottoressa Maria Rosaria De Lucia, quanto al fidente Enzo Concardi nell'aver dato rilievo alle diverse accezioni finalistiche: l'una, per averci fatto dono, col suo volume "DE LINGUA LATINA" di uno studio approfondito della lingua capostipite, sorgente della letteratura; l'altro, con la sua recensione, per aver confermato il valore certosino e validante l'aspetto letterario, e, non ultimo, per aver dato lustro alla funzione esegetica del critico, con una lettura limpida che ben sottolinea il dato speculativo ad invogliare il potenziale acquirente all'acquisto e alla lettura. Congratulazioni!
    Rita Fulvia Fazio

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