domenica 10 maggio 2020

MARCO DEI FERRARI: "NEO UMANESIMO DALL'OGGETTO ALLA RICERCA"


NEO UMANESIMO DALL’OGGETTO ALLA RICERCA
Proposte
1 La “ricerca di bottega”


Marco dei Ferrari,
collaboratore di Lèucade
Il negozio commerciale è tramontato nella sua logica intrinseca: non è più un mero “punto vendita” ma deve trasformarsi in “polo” di “ricerca” vera e propria. Consentire al gestore-proprietario l’avvio di una trasformazione radicale della funzione di trasmissione del prodotto al consumatore, unita alla progressiva revisione del prodotto stesso (in itinere), è l’obiettivo da conseguire. Ovvero: un prodotto deve acquisire la propria individuale progressività tecnico-umanistica in riferimento ad una classificazione mirata e non massificata (come oggi purtroppo accade). Solo “personalizzando” (dunque selettivamente ricercando) la tecno dello strumento è possibile rendere compatibile lo stesso con l’esigenza “umanistica” del potenziale cliente che detesta l’acquisto di massa (anche se obbligato). Quindi è funzionalmente logica la scomparsa del negozio tradizionale (uniforme o mono-finalizzato), con l'imporsi dell’avvio del “centro” (bottega -spazio aperto – sito di esercizio, ecc.) che delega ai potenziali fruenti non solo il prodotto richiesto, ma anche le sue implicanze evolutive. Il “centro”, pertanto, come aiuto culturale e tecno-pratico diviene la nuova scuola per adulti(e giovani) di ogni fascia sociale e livello individuale di partecipazione e frequenza.
2 Il “prodotto” della tecne
L’esito della ricerca si sostanzia nel “prodotto” che non è avulso o autonomo del ricercatore e non è "scagliato" sul mercato in senso statistico o algoritmico. Il prodotto indotto dalla tecne, si forma nell’ambito della ricerca personalizzata e progressiva, scaturita dalla unificazione permanente tra oggetti e soggetti, frequenze e con scambi, idee e realizzi. La tecne da sola non può sostituire l’essere umano. Occorre dunque una “ricerca elettiva” e mirata che converta l’anonimato in presenza costante, recuperi la dimensione “umana”, che rischia l’estinzione, certifichi la visione totalizzante di un valore riunificato tra uso, consumo, finalità, espansione.
Compito del “centro”-cenacolo sarà dunque quello di valorizzare completamente il prodotto-oggetto per liberare la sua potenzialità inespressa nel rapporto con l’utenza fruitrice. Il prodotto così svincolato, acquistando la propria personalità esistenziale, assumerà la presenza-essenza determinante per orientare il “centro” nella progressività di approfondimento di ogni problematica od ostacolo. Ovvio dunque riposizionare e riqualificare "prodotto-oggetto" e contesto diffusorio-operativo e sarà compito del “centro-cenacolo” rafforzare energie il più possibile per agevolarne il percorso, alquanto complesso e diversificato nelle varie componenti (ambiente operativo-operatori-“lettura” delle fasi e amplificazioni di ampia connessione-ricerca oggettiva/tecno…).
3 La “filosofia” dell’oggetto
Dunque l’oggetto (prodotto) vive, agisce ed interagisce, si posiziona ed occupa, sviluppa quanto più possibile le proprie opportunità, condiziona ambienti e persone, indica progressioni-applicazioni in prospetti e progetti, compartecipa al risultato.
E’ il “pensiero” oggettivo, scaturito dall’umanesimo del ricercatore, che qualifica e personalizza il prodotto nelle più varie espansioni applicative, ma l’umanesimo progressivo alimenta pure l’autonoma “presenza” del prodotto stesso che cresce in valore ed intensità.
L’oggetto, rapportandosi alla presenza, interagisce senza che l’operatore se n’avveda e condiziona qualsiasi scelta di mercato ad ogni livello. Il "soggetto" autonomo dunque cessa di esistere e s’identifica nell’oggetto in una compresenza particolarmente attiva e reattiva fino ad acquisire unicità identitaria molto importante per la crescita tecno-umanistica del “cenacolo”. Solo nell’ "identità nuova" si realizza infatti la progressione gestita dall’oggetto scaturito dall’umanesimo primario e fondativo.
L’oggetto poi si qualifica nella sua “dialettica” liberatoria: contrasta le scelte azzardate (fuori mercato), contesta le scelte pregresse (fuori mercato), favorisce il confronto delle idee operative e ne veicola gli effetti tra esseri e Natura. La particolare propensione dell’oggetto ad avvalersi delle scelte naturali e umane (utilizzo di "basi naturali" per intenderci), ne facilita l’inserimento e l’ integrazione animato/ inanimato (come già si è detto) e nel contempo occupa ogni spazio disponibile in contrasto con gli ambienti (naturali) per ottenere la sintesi più prestigiosa: l’identificazione con il soggetto (ricercatore-operatore…).
Il confronto con ogni ambiente esige dunque nuovi "siti" operativi o meglio nuove disposizioni degli stessi adattate all'inclusione più manifesta.
4 Il nuovo “centro” (operativo)
Il vecchio sistema di vendita espositiva è superato.
L’oggetto (che vive in sé e per sé) richiede nuovi spazi idonei ed operatori competenti all’altezza delle nuove esigenze di mercato (vendita, televendita, ricomposizione/comunicante, pubblicità, media, ecc).
L’officina-laboratorio annesso alla vecchia metodica di esposizione non basta ad esaudire o esaurire le nuove necessità del pubblico esigente più che mai; e neppure lo sviluppo dell' estetica applicata è sufficiente: occorre un nuovo “umanesimo” di raccolta, concentrazione, valorizzazione, riconoscimento dell’ oggetto in una sua propria peculiarità vitale.
Laboratorio, processo estetico, comunicazione multiforme; ma soprattutto valorialità di autonoma esistenza oggettuale che ne accompagna la fruizione sono i nuovi obiettivi di una frontiera sempre aperta.
Per la nuova presenza/esistenza dell'oggetto (prodotto) occorre poi una visione schematica del “centro” impostata su più livelli di presenza (ovvero a schede tecnologiche), connessa all'espansione categoriale di ogni presenza ed al lancio prospettico-formativo conseguente.
Un "centro" mono-uso non è più formativo, né concepibile: il fruente deve poter visionare l'oggetto (che vive) con ogni garanzia tecno-documentale nel suo progressivo, espanso universo di percorso (dalla visione tecne-digitale alla documentazione storica, dall'utilizzo pratico e comune alla nuova “dimensione metastorica” ecc..).
Questi obiettivi neo-umanisti necessitano di spazi correlati e conseguenti, approvati nella massima funzionalità presente e futura (con attento sguardo al passato).
L’umanista gestore si porrà quindi come nuova sintesi spazio-temporale di custodia, sostegno e prevenzione di linearità oggettuali basilari da svilupparsi nella progressione tecne-formativa successiva.
Ma tutto il personale addetto dovrà abbracciare la “nuova logica” del centro-ricerca ovviamente articolato per settori (o sezioni) ma convergente nella finalità superiore di considerare l'oggetto come “essere” compresente e di pari valore-dignità con l'umanista progettista.
Naturalmente la diffusione della nuova logica e compresenza sarà complessa e troverà ostacoli dalla vecchia conduzione mentale di conservazione del percorso acquisito; tuttavia sarà vincente nel prossimo decennio quando l'oggetto (robot, intelligenze artificiali, ecc) assumerà dimensioni sempre meno contrastabili dall'essere umano e potenzialmente superiori ad ogni tentativo di controllo autonomo.
5 Il “progetto” in fasi
Il processo identitario avverrà per fasi successive. Vediamone alcune con l’ esempio di un negozio di ottica.
Fase A “Connessione” tra “laboratorio” e bottega.
Evidenza di strumentazione adeguata; proposizione di “siti” identitari-mediatici senza peraltro programmi di percorso elaborato.
Addetti ancora lontani dal progetto, impegnati nel consueto sistema di vendita; fruitori curiosi ma inquieti o assenti in quanto non documentati, né preparati a ricevere il messaggio nuovo. Ambiente di spazi comunicanti ancora tradizionali che non favoriscono il processo identitario.
Fase B  Localizzazione più incisiva e integrata tra laboratorio e “cenacolo di ricerca” (concetto di "bottega" superato).
Prima “umanizzazione” dell’oggetto/prodotto che appare nel con testo con qualifiche più autonome e precisate. Il “cenacolo di ricerca” ora guida e perfeziona la nuova realtà nell'umanismo del prodotto (oggettivo) e nello strumento ideato e progettato dal gestore. Prodotto e gestore si avvicinano parecchio e si correlano intersecandosi in progressione nell'umanismo della tecne, finalizzato al risultato concentrato.
L'evoluzione trasforma tutto: prodotto, gestore, addetti, ricerca, spazi, comunicazione, applicazione della tecne.
Il “cenacolo” riassume la sua nuova individuazione per sezioni e per oggetti/prodotto, quindi: spazi utili per la documentazione, la ricerca, la strumentistica in una osmosi totalizzante che stilizzi il progetto, accentui la curiosità degli esterni e ne riconduca i desideri nell'ambito dell’oggetto vivente e umanizzato dal gestore-ricercatore. Addetti sempre più educati al nuovo corso, quindi specializzati in comunicazione e competenti nel settore tecnico (nel caso oculistica).
La vecchia logica di vendita cessa la sua funzione, e si trasforma in processo di “memoria scientifica” pilotata dall'oggetto-prodotto sempre più attivo e collaborativo con il gestore-ricercatore.
Fase C Unione completa tra tutto il “sistema memoriale”: sezioni di “ricerca” per oggetti/prodotto in continua evoluzione (in montature, lenti, ecc), umanizzazione completa che interscambi operatori-ricercatori – addetti – clientela.. in una permanente compartecipazione feconda di risultati (necessità, casistiche nuove, ecc) e risposte immediate alle esigenze di percorso più imprevedibili.
“Autonomia” completa dell'oggetto che trova la sua esatta collocazione nel contesto/tecnico e che si appresta (su indicazione congiunta e dialetticamente testata) ad esaudire ogni problematica di settore. "Spazio aperto" per consultazioni scientifiche (riviste, presenze, libri, ecc) per studenti, laureandi, ricercatori e ipotesi successive di corsi serali elitari da istruirsi nell'ambito del progresso scientifico di settore in aggiornamento continuato.
Relazioni nazionali e internazionali di riferimento per umanizzare sempre più il prodotto/oggetto al fine di esportarne filosofia ed utilizzo (riflessione amplificata a più settori connessi e diversificati).
L'umanizzazione totale, comporterà mutamenti simultanei nel ricercatore/gestore e nell'oggetto/prodotto; mutamenti quasi invisibili per gli esterni, ma profondi per i compartecipi (studio, creatività, concretezza di verifica, ecc.) di percorso fasico.
6 Approccio al futuro
Nella logica inevitabile delle vendite online, il punto vendita tradizionale (negozio o bottega ecc) è destinato all'estinzione. Solo il “centro”-ricerca, adattato e compatibile con l'avvento crescente della tecne applicata, si configura quale presenza essenziale. In un contesto dove l’oggetto sarà predominante sino a surclassare la presenza di ogni “regista”, il successo arriverà dall'utilizzo totale delle “sorprese” che, nello specifico di settore, potranno esprimersi dalla “lente” (ovvero lenti correttive ecc), o dalla montatura polivalente dell'occhiale (auto-conservazione a fronte di patologie distruttive). Sarà il momento dei flussi energetici a largo spettro che consentiranno di avviare ad operazioni chirurgiche senza ospedali con applicazioni tecnetroniche agli occhiali e alle lenti. Stesso discorso per gli aspetti estetici e cromatici che troveranno nuovi indirizzi applicati compatibili con gli aspetti somatici di ogni utente.
Sarà dunque il dominio assoluto dell'oggetto-prodotto che troverà il suo “essere” motivante e motivato da società automatizzate per ogni dove e sempre più gestite da poteri invisibili e inaccessibili. Ma questa “simulazione” che si ricondurrebbe a sorgenti tematiche prossime venture dovrà essere concretizzata per approssimazioni successive delle quali quanto sopra non sarebbe che l'anticipo.
La società tecnetronica futura modificherà ogni comparto: dall'esistenza "confiscata" all’essere umano alla “realtà virtuale” gestita da ologrammi senza nome e norme eticamente riconducibili.
L'Essere infatti non si manifesta in modalità monocordi visualizzabili nella mera "umanizzazione" di ogni contesto operativamente rilevante, ma può scegliere ambiti alternativi e inimmaginabili dove il "tutto" potrebbe capovolgere il proprio "equilibrio" esistenziale per approdare a sintesi impreviste e inaccessibili che solo il futuro potrà interpretare.

Marco dei Ferrari

2 commenti:

  1. Impegni improrogabili mi hanno impedito di dedicarmi prima a questo stimolante e ponderoso studio di Marco dei Ferrari. Si tratta di una proposta ammirevole, di interesse economico, calata dentro orizzonti umanistici fortemente innovativi. L'ammirevole obiettivo è di uscire dalla massificazione dei beni di consumo, per consentire ai fruitori di partecipare con le proprie indicazioni alla fabbricazione degli stessi. Una "personalizzazione" delle merci che rende indispensabile una revisione del negozio tradizionale, dove i prodotti vengono esposti per la vendita così come forniti dalle ditte produttrici. Il negozio tradizionale, dice Marco dei Ferrari, dovrà essere trasformato in un vero e proprio polo di ricerca, in officina/laboratorio, in centro-cenacolo che possa farsi carico della raccolta e della trasmissione delle richieste di mercato per una mirata soddisfazione delle stesse. Una proposta che, nell'attribuire al consumatore un ruolo di primo piano, esaltando, come è giusto che sia, il ruolo della domanda nel suo tradizionale rapporto con l'offerta, richiede allo stesso di uscire dalla propria consueta pigrizia, massima responsabile del sistema massificato e globalizzato imperante. Questo, infatti, non avrebbe possibilità di prosperare in una società di individui coscienti e pronti a prendere direttamente in mano la propria esistenza. Ovviamente lo studioso è consapevole delle enormi difficoltà che la sua proposta può incontrare. La sua sfida, infatti egli dice, certamente "troverà ostacoli dalla vecchia conduzione mentale di conservazione del percorso acquisito; tuttavia sarà vincente nel prossimo decennio quando l'oggetto (robot, intelligenze artificiali, ecc.) assumerà dimensioni sempre meno contrastabili dall'essere umano e potenzialmente superiori ad ogni tentativo di controllo autonomo". Un grido di allarme che non può lasciare indifferenti. La società delle macchine pone tutti di fronte ad un bivio: o riusciremo a dominarla moralmente, oppure ci schiaccerà costringendoci ad uscire definitivamente di scena. Mi complimento vivamente con l'autore.
    Franco Campegiani

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  2. Ringrazio sentitamente Franco Campegiani per la sua acuta e coinvolgente analisiche amplifica e supporta il mio procedimento tematico nella ricerca di nuovi orizzonti espressivi finalizzati a contrastare la "massificazione dilagante" dei beni consumistici e il definitivo collasso umanistico della società tecne.

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