venerdì 19 luglio 2019

ADRIANA PEDICINI: "INEDITI"

Adriana Pedicini,
collaboratrice di Lèucade

Senza risposta

S’insinua il pensiero nei labirinti
della mente oceano finito di non finite
angosce. L’urlo atroce dell’intelletto
al tonfo cupo del senso delle cose
inaccessibile e degli eventi.
Si staglia la vita tra l’essere che sfugge
e il non essere che dilaga fango per le vie
in tempesta di pioggia e vento
a scoprire i tagli aguzzi delle pietre
dell’animo grondanti sangue
amaro fiele spargendo sulle carni.
Se parlasse la morte o coloro che non tornano
la mente prona troverebbe il conforto
o la ragione. Mostrati Santo Dio
l’errore mostraci in questo nostro errare
prima che dannato consegni alla terra
al silenzio eterno ciascuno il suo destino.

Memories

Non conobbi così presto il dolore
se non quando te ne andasti, mamma,
e fu la mano che si affievolì nella mia
d’un tratto come ultimo addio.
Non capivo il fremito che dalle dita tue
s’inerpicò sul braccio e mi trepidò nel cuore.
In me la tua energia morente
divenne flusso perenne di presenza
e vita aggiunta a vita  
quella che mi donasti
allorché il primo raggio di sole
mi corrugò palpebre.
Lo sentii, mamma, e fu per te
che impressi da allora passi doppi
dinanzi alle porte strenue degli anni
nei giorni sempre più esigui, sempre più,
piccolo intervallo al fatidico traguardo
dove tu più stanca di me per l’attesa
seduta sarai ad aspettarmi.
Ti restituirò all’incontro la calda carezza
come allora e il tuo amore e il mio
insieme saranno spirito di fuoco.

Due poesie scritte su commissione sulla Mefite di Rocca San Felice

Mefite, la Buona Madre

Nel silenzio della valle
Dalle brune zolle acqua sorgiva
Sale sbuffando in nebulosi vortici
Il respiro languido della Madre
Il pianto e il riso della Madre eterna
Di creature di fango.
Esseri di durata breve
Alla luce del Cielo germogli
Dal grembo alla vita superna.
Brancoliamo nel mistero come armenti
Nell’abbraccio mortale della soporosa aria.
Se l’età si grava di anni e di mali
Ed esausto si fa l’inesorabile destino
Premio è ritornare nel tuo grembo
Nella dimora avita polvere tra polvere
E sentire la tua carezza calda
E con te energia divenuti
Al richiamo del cielo risalire
In gassosa nuvola lungo lo stelo
Della ginestra anxantica.

Paesaggio notturno alla Mefite

La luna quando più bella splende
Nel cielo la solitudine scioglie
Sciogliendosi in te che le sbarri l’accesso.
Su lei non posi la cattiva fama, la tua,
allora che il vate latino ti cantò porta degli Inferi.
Tu, grande Madre, accogli l’astro
D’argento argentee danze intessendo
Di sbuffi odorosi e bianchi bollori di creta
D’intorno diffondi i segni di te nel silenzio vallivo
Sui rami grinzosi e le zolle spaccate di arida ocra
E reliquie di sprovveduti animali.
Ai curiosi passanti benevola tendi la mano lontano.
Non sia il passo oltraggioso nel termine sacro
Ove vita e morte in eterno si fondono.
Nel cielo dirigi lo sguardo alla luna
Compagna quando più bianca splende
Sul tuo manto infuocato nelle notti prive di stelle.
  
Catene

Il passo dell’anima lento prosegue
gli occhi stanchi fissano l’Oltre.
L’inganno è scoperto
pelle di serpente a squame sfogliata
cruda realtà rivela non mia non solo
Tutto è in bilico nella crudele apparenza
 di piedi a terra ben saldi.
Le parole sono nascoste
le parole non hanno più suoni
Babele è la torre di ogni città.
Confusi i colori, confuse le lingue,
gli odi e gli amori.
Il senso…il senso di tutto dov’è?
La gioia che brilla negli occhi morenti di un bimbo
l’abbraccio che solo nel dolore riscalda
è la misura del nostro soffrire o del nostro gioire?
La Tua Croce forse giustifica il senso
e ogni croce che spalanchi le braccia
dinanzi a un cielo senza catene.


1 commento:

  1. La carissima Adriana dà prova della sua Arte Poetica con cinque liriche immaginifiche, pervase di eros e di tanatos, grondanti sangue e speranza.Occorre dire che l'apparente dismisura dell'Autrice non rappresenta mai tendenza all'eccesso, non sbilancia i singoli versi, i componimenti, le proporzioni interne di essi. Al contrario, la fecondità è governata nelle liriche di Adriana da un senso innato del limite, dall'organizzazione spontanea dell'insieme. D'altronde la Nostra ha alle spalle un lungo, articolato tirocinio e noi abbiamo avuto l'onore di presentarla molti anni fa con un'opera di altissimo valore. La sua vocazione non conosce tentennamenti.La sua poesia, tra l'altro, è ricca di riferimenti filosofici, dovuti a una vita di insegnamento e a una volontà di approfondire questa dottrina.
    "Brancoliamo nel mistero come armenti
    Nell’abbraccio mortale della soporosa aria".

    "Su lei non posi la cattiva fama, la tua,
    allora che il vate latino ti cantò porta degli Inferi".

    Ma l'orizzonte poetico si dilata anche e soprattutto in corrispondenza di un'espansione dell'esperienza vitale dell'Autrice. Ci dona il suo viaggio attraverso i sentieri tortuosi dell'esistenza, la sua forza, la sua volontà di lanciare un canto esplosivo fitto di slanci di speranza e d'amore.
    La chiusa della lirica "Catene" lascia nudi di parole e travolti dalla bellezza. Tre versi che sono poesia in se stessi...
    Ringrazio Adriana per ano Dono, ho nostalgia di lei e la stringo con tutto il mio affetto.
    Maria Rizzi

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