Corri Delia!
Ti
ricordi con quanta timidezza
ci
guardavamo negli occhi. Era il tempo
delle
mele. Il tempo delle fughe.
E ne
facemmo una straordinaria,
lungo il mare, di notte, quando il battito
accompagnava
i fremiti del cuore.
La
rena risplendeva ai raggi della luna,
e l’onda
luccicava. Tutto ci era vicino,
e
tutto accompagnava quella fuga
che facemmo
inesperti. Ma tu ricordi?
O sei
chiusa nell’oblio
voluto
dalla vita.
Eppure
eri tu, quella sera, sul mare,
a disegnare
un cuore
sperso
chi sa dove ed io con te.
Non
posso fare a meno di rivivere
la bàttima
lenta e melodiosa
di una
chitarra; di una canzonetta
che
volemmo come melodia
di una
storia d’amore. Corri Delia!
Ancora
corri come lo facesti
un po’
pazza sul battito dell’onda
quella
sera di luglio. Corri! Le memorie
ti saranno
vicine e tu rinata
canterai
a squarcia gola e a braccia nude
al
ritmo della nostra serenata.
30/06/2019 h. 10
Nazario Pardini da "dieci poesie d'amore", inedito
Mio caro Nazario,dei tuoi versi si dice- è stato detto e si dirà- di tutto, con maestria, competenza grande, con rispetto amore e ammirazione..;.Io, la tua poesia, carissimo amico e maestro, non so commentarla. so solo leggerla sentirla e ammirarla, figurarmela come un fiore raro che sfogli e lasci andare petalo su petalo, con la facilità e l'amore che sgorga dall'animo sempre giovane. I tuoi versi hanno davvero la tenera morbidezza dei petali di un fiore...il dettato poetico, qualsiasi sia, sprigiona sempre il profumo della Poesia che non si fa cercare.
RispondiEliminaTu qui hai un ricordo straordinario, il profumo è quello della primavera della vita, del primo amore, che torna come presente e vivo, in tutti i particolari...eppure non c'è struggimento, non c'è nostalgia o rimpianto, perché ogni cosa è lì, ancora nutrita dallo spirito bello dell'avventura amorosa vissuta da inesperti: è la fuga, l'attimo rubato unico e indimenticabile, il cui ricordo non si chiamerà mai Passato. Per te, forse per te solo, perché Delia è forse " chiusa nell'oblio voluto dalla vita".
E tu infatti la inviti a strapparsi dall'oblio, a correre, come allora, a inseguire quelle memorie che le ridaranno vita ; "Corri Delia....e tu rinata/ canterai a squarcia gola e a braccia nude/ al ritmo della nostra serenata".
E' una chiusa bellissima, un'eco di quella giovinezza che non passa mai.
E' questo infatti il dono immenso della Poesia: annullare l'opera distruttrice del tempo, fino a riportare indietro i giorni e a farli rivivere come un eterno presente.
Leggo che si tratta di un inedito, tratto da dieci poesie d'amore...; non sai quanto grande sia in me il desiderio di leggere altre pagine come "Corri Delia".
Grazie dal cuore, caro carissimo amico.
Edda Conte.
Carissima Edda,
RispondiEliminatu hai il potere, il grane potere di confondermi, di inserirmi in un labirinto di emozioni, di cui è difficile trovare l'uscita se non saltando a pié pari le siepi. Emozionato ti abbraccio
Nazario
Il ricordo del primo amore, che rimane indelebile e ci accompagnerà tutta la vita. Emozioni forti, mai provate prima che approdano nell'animo, con delicatezza prima e poi con quella passione, che ci riscalda e un po’ci sconvolge. Amori belli i nostri, vissuti con meraviglia e timidezza. Bastava tenerci per mano per sentirci vicini. Grazie Nazario per questa poesia che, riesce a riportarci al tempo delle mele, per farci rivivere emozioni mai sopite. Serenella Menichetti
RispondiEliminaGrazie, Serenella,
RispondiEliminaper la tua sentita rievocazione emotiva. Bel commento!!!
Nazario
RICEVO E PUBBLICO
RispondiEliminaCaro il mio mascalzoncello, che ne dice Luisella di questa “Delia” che tiri fuori ad ogni piè sospinto? Io, al suo posto, un po' di veleno nella minestra te l'avrei già messo, una dose piccola, piccola da non farti passare a miglior vita, però tale da soddisfare la mia gelosia e toglierti la voglia di nominarla ancora. A volte ho pensato che Delia fosse tua moglie, ma il fatto che ne parli sempre al passato mi fanno arguire che sia stato un amore giovanile o anche tanti amori giovanili i cui episodi tu ascrivi ad una medesima persona a caratterizzare il periodo più bello della tua vita. Io mi sono fatta l'idea che, in gioventù, tu sia stato un po' birichino ma se questa Delia è reale, se è esistita veramente ti devi decidere a identificarla un po' meglio come ha fatto Dante con Beatrice o Petrarca con Laura per non far arrovellare i posteri su chi ella sia sia stata. I critici, lo sai, hanno la mania di dividere un capello in quattro e perdersi in questioni capziose che niente hanno a che vedere con la bellezza di un'opera.
Comunque ringrazio questo tuo personaggio, vero o presunto, attraverso il quale tu ci regali brani di autentica e freschissima poesia.
Carla Baroni
Carissima Carla, mia dolcissima e indispensabile amica,
Eliminala mia Delia è un simbolo poetico che può tranquillamente significare vita, giovinezza, bellezza, amore, luogo, tempo, e poi c'è l'immaginazione, l'invenzione a dare un grosso contributo, come tu dici parlando di poesia. Luisella non ha di che essere gelosa, anche se, come ogni buon "cristiano", ognuno di noi ha avuto la sua prima Delia negli anni giovanili. Col tempo l'immagine cresce e si insapora facendosi simbolo di tutta una stagione. Ti ringrazio del tuo personale commento.
Nazario
La freccia di Eros che trafigge la prima volta: gli sguardi, le timidezze, l’innocenza, le fughe….l’adolescenza lontana. Nazario P. ricorda e conosce bene la forza indelebile di quella prima esperienza. L’innamoramento ricco e favoloso, la notte magica sempre viva, eppure lontana. L’immagine incancellabile: Delia che corre sulla spiaggia splendente, illuminata sotto la luna , Eros, il protagonista, la forza cosmica, l’Amore. Si scrive d'amore per cercare amore Per ritrovarne il fascino abbagliante, lontano, e riviverne il sogno, l' elegia…per ritrovare emozioni, fremiti, e ritrovarsi: alla ricerca di altre metamorfosi affettive, per offrirgli un futuro. È la vita e il suo senso.“Ma tu ricordi?” La domanda inquietante, il dubbio della corrispondenza davvero vissuta, dell’eternità della parola comunicante , dell’esperienza vissuta-sognata che emerge dai particolari- l’onda lenta, la canzonetta, il canto gioioso, il ricamo nella sabbia….- il dubbio che la vita abbia appannato, spento il ricordo, che l’oblio sia diventato il vero protagonista.., ma senza dolore, senza sofferenza: l’attimo felice rivive, rinasce trasfigurato. Eros è eterno e non muore.
RispondiEliminaImmenso il tuo commento, carissima Maria Grazia: totale, plurale, proteiforme. Abbraccia e dice, dice e non dice, stuzzica e affonda una lama nel cuore del tempo che passa. Grazie
RispondiEliminaNazario
Poesia memoriale, o meglio: solo memoriale? No.
RispondiEliminaNon mi stancherò mai di ripetere che il canto di Nazario non è quello di Orfeo ma quello di Ulisse.
"Tutto ci era vicino,
e tutto accompagnava quella fuga
che facemmo inesperti. Ma tu ricordi?
O sei chiusa nell’oblio
voluto dalla vita.
Eppure eri tu, quella sera, sul mare,
a disegnare un cuore
sperso chi sa dove ed io con te.".
L'oblio che rinchiude, che imprigiona e fa male a quale vita appartiene? Vogliamo chiedercelo.
A mio parere è prerogativa di una vita artificiosa e artificiale: la Vita - quella vera - è sacra, e se ci spinge a ricordare è perché sprona, incoraggia a credere nel futuro.
Grazie Nazario per il tuo inno alla speranza!
Sandro Angelucci
Che commento!!! Si percepisce da subito l'aria che tira. Ed è l'aria della poesia, del cuore, dell'anima, l'aria di un poeta che sa leggere tra le righe, dacché lui stesso vive le stesse emozioni, gli stessi stati d'animo che dona a noi, al canto...
RispondiEliminaGrazie fratello
Nazario
La poesia ha la straordinaria forza di essere nel tempo e fuori dal tempo. Il poeta canta il tempo, lo accorda come se fosse uno strumento, lo modula e lo fa suo. Esegue il canto della memoria - non come dimensione fisica oggettiva - e del desiderio di essere accompagnati ancora dalla "rivisitazione". In questa bellissima poesia, caro Nazario, ci regali la grandezza di una memoria soggettiva che avvolge quella di ogni lettore attento. E’ così che si viaggia sulla linea del tempo alla ricerca incessante del senso di un’emozione che, come la poesia, ha tracciato il suo percorso.
RispondiEliminaSonia Giovannetti
Grazie Sonia,
RispondiEliminail tuo commento rende ancora più significativa la poesia, dandogli quel nutrimento a chè s faccia emozione di ogni lettore.
Un abbraccio
nazario
Grazie Nazario per questa lirica, vibrante e insieme nostalgica, tenera e intensa! Un ricordo lontano che emerge dagli anni in tutta la presenza e attualità. I ricordi si rafforzano con il tempo per divenire parte di noi, della nostra vita, della nostra personalità umana e artistica.
RispondiEliminaC’è nella poesia di Nazario Pardini l’identificazione della componente umana con quella poetica ed è per questo che le sue liriche, seppur sviluppate in un linguaggio aulico e ricco di sapienti figure retoriche, mantengono la freschezza e la levità che ci fanno commuovere ogni volta. L’elemento autobiografico è sempre presente, anche quando affronta, con grande maestria e originalità, temi della mitologia e della letteratura classica e diviene lo strumento introspettivo per indagare la ricchezza della propria interiorità.
Così in questo caso, in questa freschissima e toccante lirica, in cui il ricordo è l’occasione per evocare una condizione che sta tra la vita e il sogno, tra realtà e oblio! Delia non è solo la musa che ispira la vena poetica di Nazario, è, nell'universalità della poesia, il paradigma della nostra esistenza, il sogno della giovinezza tramontata inesorabilmente, che continua a vivere celato nel profondo del nostro cuore.
Grazie Franco,
RispondiEliminadi questa tua saggia considerazione che aggiunge un valore culturale e umano ai miei versi.
Nazario
Riaffiora in questa magnifica lirica un canto poetico dai ricchi sapori culturali e dell'amore. Un fulmine di Eros che ritorna negli occhi del poeta e passa nella sua penna come un liuto a giocare note travolgenti.
RispondiEliminaUn isola che riaffiora dalle acque della vita e risulta un approdo fuori dal tempo, quasi un sogno che corre nell'allegra gioventù.
E quella domanda... Ma tu ricordi?
Rivolta alla figura femminile che non è altra se non la poesia stessa. Qui in questi versi il poeta ne sente il richiamo "Non posso fare a meno di rivivere/la bàttima lenta e melodiosa/di una chitarra".
Una storia d'amore con la poesia che si rinnova ogni volta e corre nel cuore di Nazario sempre con immutato entusiasmo. Un Orfeo che viaggia attraverso la porta sacra dell'oblio a cercare la sua Euridice e la trova in riva al mare che corre e canta a squarcia gola al ritmo della loro serenata.
Grazie per l'emozione
Carissimo Francesco,
RispondiEliminaun'analisi attenta, vissuta, sentita, ed espressa con le mani in pasta. Vai a cogliere le angolature più segrete, i palpiti vitali, le malinconie del vivere e del ricordare, le invenzioni e il continuo rinnovamento della poesia.
Sei poeta poetae additus, sei un magico critico ma soprattutto un brande amico.
Nazario
Sono arrivata in ritardo su questa lirica d'amore che incanta, accomuna, commuove, infonde fiumi di tenerezza. Chissà perchè leggendo 'da dieci poesie d'amore' mi è venuto in mente Pablo Neruda con i suoi "Venti poemi d'amore e una canzone disperata"... Non v'è somiglianza nella struttura delle poesie. Ma l'ispirazione, questo flusso ineffabile, che induce i grandi Poeti a scrivere di getto, viaggiando su onde che mi sono sconosciute e che mi attraggono irresistibilmente, è molo simile.
RispondiEliminaLa lirica postata dal 'mio' Nazario è una delle dieci. Un cantico per la donna amata allora, ora e per sempre. Un ritorno sulla rena, alle corse tra il fragore della risacca; un ritorno alla melodia che fu colonna sonora di quella sera, un tuffo nella saudade di cui siamo tutti, inevitabilmente, figli. Nazario è il Poeta d'ogni tempo, ma pensarlo giovanissimo non è così difficile. Ha mantenuto il cuore che Delia disegnò sulla sabbia. L'ha preso in eredità e mai l'ha tradito. Un cuore fanciullo, vergine, di raso e luce. Quelle corse gli appartengono come allora, in quanto non sono le gambe a renderci veloci, ma le vibrazioni dell'anima, la capacità di essere tesi ad arco verso il Dono.
Fortunata Delia e le sue corse. Fortunato il caro Nazario, desideroso di spronarla ancora a ripetere quel rito lontano eppure vicinissimo.
La chiusa di questa lirica, che è musicale come sinfonia, è la meravigliosa conferma che il tempo che ci è dato in dote non è diviso in età, ma in emozioni. Si può crescere e conservare intatto il proprio patrimonio di ricordi e d'amore:
"Le memorie
ti saranno vicine e tu rinata
canterai a squarcia gola e a braccia nude
al ritmo della nostra serenata"
Quale impagabile lezione di vita! Corro con la 'tua' Delia sulla battigia e non ho anni solo isole di gioia!
Maria Rizzi
... Un ritorno sulla rena, alle corse tra il fragore della risacca; un ritorno alla melodia che fu colonna sonora di quella sera, un tuffo nella saudade di cui siamo tutti, inevitabilmente, figli. Nazario è il Poeta d'ogni tempo, ma pensarlo giovanissimo non è così difficile. Ha mantenuto il cuore che Delia disegnò sulla sabbia. L'ha preso in eredità e mai l'ha tradito... Che immagini! Che finezza! Che eleganza! Hai scritto delle parole che mi si sono incastrate nel cuore. Penso di mantenere in vita questo commento per una eventuale pubblicazione; accompagnerà i battiti cardiaci della poesia.
RispondiEliminaGrazie Maria
sei insuperabile
Nazario