Con rimpianto li vedo ora avvizzire
in una solitudine dolente, ma cercata
e ho paura della sera imminente
che m’inquieta
con le sue ombre, e un’aria insidiata
d’amaro profumo di cipressi
che svapora
dal giardino di pietre
oltre la fila di case, al di là della
strada.
SENTIERI TRA ROCCE
Percorro
sentieri tra rocce,
tra boschi
consunti da creste
di fuoco
ora gialle, ora
arancio
ora rosse
smerlate di viola,
a tratti
marroni,
già morte.
Un velo di
nebbia
la sera
all’intorno distende
e ogni cosa si
smemora in esso.
Il cielo ed il
mare lontano
son uno;
la casa, gli
affetti, le cure,
sbiaditi
fantasmi di vita.
Una gazza
soltanto
in voli ubriachi
s’attarda
prima d’essere
nulla
nel bruciante
fogliame.
E’ silenzio
d’intorno
raccolto,
i ricordi son
echi lontani,
il respiro è più
lieve,
il mondo, ogni
cosa, io stessa
mistero.
Alienazione d’un
attimo breve
o soffio d’
eternità
cristallizzato
nel fluire
implacabile del tempo?
CADONO I MITI
Cadono i miti ad uno ad uno
lungo cammini sempre uguali,
tra altalene di umori
in giorni sempre più sguarniti
di voci e di colori.
Cadono dagli altari
dov’eran stati posti con gran cura,
e gemono, cadendo,
elitre pazze
che un rabbuffo di vento agita
in ridda
prima di porli ai piedi
ormai scheletri secchi.
Cadono insieme alle speranze,
alle illusioni vive fino a ieri:
stimolo d’una vita,
rito sacrale
vestito a festa d’ accesa fantasia
per sedare la sete d’Assoluto
e penetrare il cuore del reale,
con gli occhi fissi al Cielo
senza farsi troppo ferire
dagli stimmi d’inganno.
Con rimpianto li vedo ora avvizzire
in una solitudine dolente, ma cercata
e ho paura della sera imminente
che m’inquieta
con le sue ombre, e un’aria insidiata
d’amaro profumo di cipressi
che svapora
dal giardino di pietre
oltre la fila di case, al di là della
strada.
VENTO DEL NORD
Ulula il vento del Nord
come branco di lupi alla bufera.
Sulla spiaggia deserta
ondate gialle di rena
s’innalzano, ribollono
s’allungano, si frangono
in densa schiuma
sospinta lontano.
Gocce sul viso si posano
scendono lievi
graffiano l’anima:
lacrime di disperati
senza nome né patria
ricchi solo di speranze e vigore
con negli occhi un porto
scelto per far fiorire un sogno
di libertà, di vita più umana.
Solo una bara di alghe han trovato
su freddi fondali d’un mare
lontano da case
da culle sospese tra rami
da braccia ricolme solo d’aria
e d’amore.
Nella notte nemica
senza luna né stelle
solo il tempo di leggere
l’atroce condanna
negli occhi feroci
di turpi mercanti.
Il loro lamento è ora nel vento
come nenia di schiavi in catene
nel buio di stive infestate.
Diventa preghiera.
NOTA
BIBLIOGRAFICA di NORMA MALACRIDA
E’
nata a Bisaccia (AV) il 14 dicembre 1937 da genitori molisani
ma dalla più tenera età è vissuta nel Molise con
residenza a Termoli. Insegnante di Scuola Elementare, in pensione da
2003, dopo quarantasei anni di servizio, ha dedicato tutta se stessa
alla famiglia ed al lavoro in una totale donazione, in uno scambio di ruoli ben
integrati che si sono completati ed arricchiti vicendevolmente. Ama il silenzio
e la natura, la lettura e l’arte del bello scrivere come occasioni preziose per
evadere dal quotidiano e crescere, nel continuo rispettoso confronto con gli
altri.
Ha
partecipato con le sue liriche a molti concorsi nazionali
e internazionali, ricevendo numerosi riconoscimenti e premi prestigiosi, tra i
quali quattro premi alla Regione, premi della Giuria, del Presidente, Primo
Premio Assoluto al Concorso Lago Verde ”Premio Aniene”(Roma); Primo Premio
Assoluto al Concorso Gurgos “Premio Città di Andria”; Primo Premio Assoluto al
Premio Histonium di Vasto; Premio alla Carriera all’ ”Histonium” “Per aver
onorato come insegnante e poetessa la città di Termoli e il Molise”; Premio
“Città di Mare” - Comune di Termoli ”Per una vita spesa nella ricerca della
conoscenza”; Diploma di Merito di prima classe con medaglia d’oro conferita dal
Presidente della Repubblica su proposta del Ministero dell’istruzione,
dell’università e della ricerca, Farfalla d’oro per la
Menzione Speciale da parte della Giuria al Concorso Nazionale “50& Più”-
Premio Città di Levico Terme 2006; 2007 e 2008 Premio della Giuria. Nel 2008 ha
ricevuto un Diploma d’Onore con medaglia d’argento per essersi distinta nella
Sezione Poesia e Critica d’arte per la sua opera svolta con talento e seria
professionalità al Premio Internazionale Città di Pomigliano d’Arco
e un Diploma d’Onore alla Carriera Artistica Letteraria
dall’Accademia Internazionale “ Città di Roma” G. Maggi.
Molte sue poesie sono state pubblicate in antologie edite da importanti case
editrici.
Attualmente
è socio dell’Accademia Internazionale “Il CONVIVIO” di
Castiglione di Sicilia. E’ membro di Giuria del Premio
Nazionale “HISTONIUM”, per la sezione E, libro edito e
presidente di giuria per la sezione A, poesia inedita; edel Premio
Internazionale “ GIARDINI NAXOS (Il Convivio) per la sezione
del libro di poesia. E’ Presidente di Giuria delPremio Nazionale di S.
Martino in Pensilis (CB) e Membro di Giuria del concorso I colori
della vita, dedicato agli Angeli di San Giuliano. Collabora con Riviste
Culturali nelle quali pubblica recensioni su libri di Poesia, di
narrativa e di saggistica di scrittori e poeti di ogni parte d’ Italia.
E’
inserita nel DIZIONARIO AUTORI ITALIANI CONTEMORANEI – Guido Miano
Editore (MI).
Nel 2003
ha pubblicato la raccolta di poesie ”BACCHE DI ROSA CANINA” e
nel 2005 ”IO E ALICE” che ha ricevuto il Premio alla Regione
“Molise” nel Concorso Inter. “Giovanni Gronchi” (Pontedera; nel 2008 il suo
nuovo libro di poesie “SENTIERI TRA ROCCE “, finalista al
concorso “L’AUTORE”, indetto dal giornale “La
Repubblica” a cura della Casa Editrice MEF
(MAREMMI EDITORI FIRENZE). Nel 2011 ha pubblicato con
la Casa Editrice Albatros Il filo: “CON GLI OCCHI DELL’
INNOCENZA” un’ opera sull’ultimo conflitto mondiale vissuto e
ricordato per una vita da una bambina di sei anni che ha ricevuto larghi
consensi dalla stampa, dalla critica e da tante scuole e licei, anche fuori
regione, che l’hanno adottato su larga scala come testo da
analizzare in cicli di studio. Con la stessa Casa è già in
stampa il nuovo libro di poesie: “OLTRE IL GRIGIO…L’AZZURRO” di
imminente pubblicazione.
(Il resto è
solo per il Premio, per conoscermi più a fondo, anche se si tratta di
piccolissime essenze di tanto che è stato scritto su di me e sulle
mie opere.
Di lei hanno scritto (in breve):
-Ogni
persona emotivamente ricettiva e perciò con naturalezza affine al mondo
dell’ipersenso poetico non potrà non ritrovare parte di se stessa nei versi
gentili e possenti a un tempo della poetessa molisana. La sua è la poesia di
una donna forte e sensibile, temprata dalla vita che sa opporre alle brutture
imperanti canti di una semplicità e purezza toccante con un linguaggio poetico
ricco di piacevoli preziosità che sa incarnare con nobiltà d’animo l’eterna
lotta dialettica dei poeti tra sogno e disillusione…( Marco
Baiotto, critico letterario, poeta e scrittore)
-Nell’opera
di Norma Malacrida si avverte un respiro narrativo e memoriale che mira a
costruire una sorta di dialogo con una vita autentica, un recupero di una
purezza originaria ed incontaminata in un itinerario lirico-esistenziale in cui
la dimensione sognante, talora favolistica diventa la dimensione catartica e
rigeneratrice della fantasia e dell’infanzia.. La saggezza acquisita negli
anni, alla luce di un cammino articolato e dolente, assurge alle vette della
serenità e del sorriso di chi sa e dà perché ama. Ed è appunto questo sorriso
dell’amore la connotazione primaria della poesia di Norma Malacrida,
un’educatrice e una donna che, trasfondendo nella poesia la sua ricchezza interiore,
ci fa dono di “ Oasi di speranze nuove… (Caterina De Martino, poetessa e
scrittrice)
-Il tempo
di sognare non è scaduto. Tu conduci l’anima e la memoria a volare con te,
oltre le mani sanguinanti, le crepe aride, le irte salite, verso i fili di
luna, i meriggi assolati, le sorgenti di acque cristalline, le favole di bimbi
saggi e di anziani svagati e sognatori, a gustare le emozioni dell’esistenza e
ad ascoltarne la melodia in rassicuranti certezze. ( Dott. Elisabetta
Di Massa, Lettrice e Donna di grande cultura)
-Si
potrebbe definire diario dell’anima la poesia di Norma Malacrida sia per la
prevalenza del sentimento sia per i risvolti dell’immaginario che percorrono i
sentieri dell’innocenza umana fino all’innocenza intatta della natura. Questa,
in particolare, assorbe e risolve la dolente realtà quotidiana con un timbro di
luce trasparente che illumina i luoghi, i paesaggi, i centri di vita, l’energia
vitale della tradizione e della logica vivente… ( DIZIONARIO
AUTORI ITALIANI CONTEMPORANEI – Guido Miano Editore – Milano).
-La
poetica della Malacrida è intrisa di divino, ma non come essenza ultraterrena,
distaccata, sacra. Se l’uomo è immagine di Dio, la poetessa
Gli chiede un dialogo tra anime. Con un’anima certo superore a
quella dell’uomo, ma non per questo diversa e inaccessibile. All’io segreto di
Dio, Anima del mondo si rivolge l’io segreto della Malacrida, in un dialogo di
umana, schietta amicizia. All’autrice non basta l’intervento di una fantomatica
, lontana provvidenza manzoniana. La nostra interroga Dio da pari a pari, come
con un amico d’infanzia e, alla fine perviene alla conclusione di fermare la
ricerca, perché la risoluzione ultima di ogni dilemma è dentro noi stessi. La
solidarietà umana; come ne “La ginestra o fiore del deserto” di Giacomo
Leopardi, può divenire una forza capace di creare un eden terreno superando
quella solitudine da cui derivano tutti i mali della società. Solo nella
collaborazione fraterna la certezza di un mondo migliore in cui, con Verlaine,
“arricchirsi delle reciproche avversità”. Speranza e inquietudine si fondono
allora in un unico termine: attesa. Breve o lunga anch’ essa dipende da noi, da
quando decideremo di “correre incontro agli altri…e ritentare ancora a mani
tese”. Nel pessimismo di un’operazione non certamente facile da realizzare
l’ottimismo di una risoluzione: magari dopo una pioggia “santa” purificatrice
che cancelli il male e aiuti l’uomo ad aprire gli occhi o attraverso
componimenti poetici capaci di emozionare, scuotere e far riflettere. Come i
versi di una signora della poesia, Norma Malacrida.(Dott. Aldo Antonio
Cobianchi, critico d’arte, critico letterario e studioso di letteratura
internazionale).
-Nei labirinti intellettivi della Poetessa
”ognuno è solo”; l’angoscia, la paura, l’atavica solitudine cosmica della
condizione umana determina una lirica appassionata, vissuta con dolcezza e
nostalgia, dove la poesia di Norma Malacrida sfiora l’ingegno spirituale tra
arte e realtà, tra veglia e sogno, tra malinconia e ricordi. Il suo profondo sentire
si rispecchia nella realtà dove il sogno è infranto da una civiltà
dell’immagine e dell’apparire. Quella della poetessa è una filosofia che, come
lucide perle scorre tra melodie di adagi sereni, dove qualcuno abbozza un
sorriso. La dinamica dei colori usati nel dettato poetico ha un enorme
potenziale di vivacità espressiva, quasi a sfidare per incanto la musicalità
del verso che sfoglia melodie di pensieri nascosti e riflette cristalli di
tempo crepuscolare in cui annaspano i ricordi. Il discorso poetico di Norma
Malacrida fa onore all’ Italianistica Contemporanea perché è la poesia che vive
se stessa nel suo cosmo poetico. Ella merita attenzione da parte del Pubblico e
della Critica per la serietà d’intenti, la sincerità e l’onestà di un verso che
trascende ogni ragione d’esistere per rappresentare senza maschere tutte le
controversie, le disumanità, l’insensatezza di un modernismo esasperato, una
serietà a cui la poetessa giunge dopo un lungo percorso esperienziale
formativo.(Dott. Solvatore Bassotto, critico d’arte e critico let
NOTE PERSONALI SUL TESTO DI NARRATIVA:
“CON GLI OCCHI DELL’INNOCENZA”
Con gli occhi dell’innocenza è il mio primo lavoro in campo narrativo,
una nuova creatura nata dopo una lunga gestazione, quasi una vita; è una lunga
fabula già scritta ed edita dentro di me in ogni suo punto, arricchita durante
tutti i percorsi che ne hanno determinato la realizzazione da
ricordi che montavano, si appiattivano per avere subitanei moti di ritorno,
come in un gioco di risacca, anche attraverso incontri familiari che
ravvivavano, come fossero accaduti sempre ieri, momenti di vissuto che
tentavano di sbiadirsi.
Sono vicende che hanno scavato nel fondo
della mia anima solchi profondi e, che nella maniera in cui si sono composti,
hanno determinato il mio modo di essere, di pensare, di soffrire e di gioire,
di gestire sentimenti ed emozioni, speranze che rinascevano all’improvviso per
un gesto, un sorriso, un profumo, una situazione di
dolore dandomi la sensazione catartica e liberante che, anche da
momenti di dolore e di disperazione, di vuoto per assenze improvvise di persone
care che vengono a mancare, si può rinascere e ricominciare a crescere.
Con gli occhi dell’innocenza è
un dettato del cuore che ha dato con molta naturalezza forma a pensieri e
parole che da tempo premevano per venire all’esterno in una semantica chiara e
fruibile. E’ bastata un’accurata progettazione con la
scelta dell'idea fulcro, intorno alla quale far ruotare
gli eventi da focalizzare per uno sviluppo al meglio
della trama, dell' arco temporale per lo snodo degli episodi che va dall' 8
settembre 1943, giorno dell'armistizio alla fine della guerra e il resto è
scaturito come acqua di fonte che nel suo corso non trova inciampi.
Sono piccole storie che si inseriscono
nella grande storia in un incastro che ne diluisce la durezza, permeandola di
una grande senso di umanità e di speranza, nella consapevolezza che
eroi non si è solo nell'affrontare il nemico in un corpo a corpo, ma
quando si ricostruisce dove si distrugge, si accoglie, ama, aiuta, dona, quando
l'aria che si respira è attossicata dalla sopraffazione, dall'inganno, dalla
violenza più spietata, dall'odio più cieco.
Ho avuto l'onore, e l'orgoglio poi, di aver conosciuto la Prof. Norma Malacrida piu di un decennio fa a seguito del Concorso di poesia indetto da "La Nuova Arcobaleno" in San Martino in Pensilis presso Termoli nel quale concorso annuale la Stessa era presidente di giuria. Mi colpì di Lei l'acutezza critica formulatami a seguito del 2° premio (premio consegiuto per il 3° anno consecutivo tra poesia singola e silloge) ove esprimeva in sintesi la mia poetica con un dettato spontaneo e dotto del quale ne ho avuta ulteriore conferma proprio giorni fa (Vedi Leucade fine giugno)sulla mia silloge pubblicata. Ritengo, convito, che il Suo far parte di Leucade è un quid positivo in più che Leucade acquisisce data la statura umana e culturale della Stessa. Pasqualino Cinnirella
RispondiEliminaGrazie, Poeta Cinnirella! E'vero sono passati otto anni e sembra ieri che ci siamo conosciuti, mantenendoci sempre in un cordiale rapporto di scambi di vedute e di esperienze letterarie che divenivano momenti sempre più importanti di chiarimento e di arricchimento, in un atteggiamento costante di stima reciproca, che via via si è trasformata in amicizia che rafforza e arricchisce. Se sono qui a scrivere in questo momento lo devo a Lei che mi ha portato quasi per mano ad approdare a Leucade, questa isola di Cultura che è prima d'ogni altra cosa passione per la Poesia così svilita e svalutata della sua essenza di Bellezza, un valore primigenio da ritrovare come seme raro e da seminare di nuovo in un mondo di insensatezze e di miserie di ogni genere per ridare fulgore di essenze di pura umanità alla vita.
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