A
Nazario
Ah,
fossi stata Delia,
mio
Nazario,
nel
“bosco aulente
d'acre
sapor di brume”
ancor
le mani giunte
avremmo
e gli occhi
persi
in un sogno
di
speranza e accesi.
Fummo
distanti noi,
fummo
lontani
tu nei
tuoi boschi
a
assaporare more
la
donna al fianco, la vestale
di
giovinezza piena
ancora
viva
dentro
il percorso d'ombre dei tuoi anni.
Io
invece vissi la mia età dell'oro
nelle
buie strade
di una
città dai passi
come
rintocchi di campane a morto.
Eppur
m'appare a sera
tra i
bagliori
di un
sole rosso
che
incendia tutt'attorno
l'Apollo
mio
che mi
condusse un giorno
a
visitar le stanze dell'amore.
Forse
fu solo immaginato, lampo
di
gioventù che il fragile lucignolo
stava
estinguendo sull'ara della vita
ma ora
tendo la mia mano stanca
a quel
novello Orfeo
che mi
riporti al debole lucore
che
sarà guida al volgere dell'ora.
Grazie, mio generoso amico, ma questa poesia non meritava tanto risalto. Andava postata a commento della tua come maldestro tentativo di emulazione. Ancora grazie
RispondiEliminaCarla
Ma scherzi, Carla? Sapessi scriverla io... E' un bellissimo atto d'amore verso l'Uomo che rende possibile quest'isola, che lavora in modo infaticabile mettendo a repentaglio la salute. E'un tuffo nel mito, tanto caro a Lefkada - Lèeucade e al nostro nume tutelare... Sai essere ispirata, calda e musicalissima. Ho letto i tuoi versi come una canzone, convinta che l'Amicizia possa essere bella e completa almeno quanto l'Amore! Complimenti a te e... grazie per aver dato voce poetica a coloro che, come la sottoscritta, non la possiedono...
RispondiEliminaMaria Rizzi
Carissima Maria, grazie del tuo incoraggiamento che reputo sincero. Ne avevo proprio bisogno. Mi sento come una madame Bovary con tanti lavori incominciati e non finiti però non per colpa mia mentre lo scrivere è l'unico passatempo che mi distrae un po'. Comunque è già una gran cosa se un qualche amico o una qualche amica si ricorda di me ed io ti sono molto riconoscente. Grazie
RispondiEliminaCarla