Umanesimo
e umanità, empatia e reificazione nella
pittura di Franca Maschio
Franca Maschio.
Sentimento e incisività (2019).
Una monografia d’arte che divisa in sette sezioni (Animali, Chiese, Children, Gruppi di persone, Manichini,
Paesaggi, Ritratti e personaggi)
concretizza gli stati emotivi volti a coniugarsi col mondo che li circonda. Arte:
poesia, narrativa, pittura, scultura, alto e basso rilievo. Ogni tipo di attività
artistica impegna l’autore colla trasfusione dell’intelletto nella sua reificazione.
Qui ci si trova di fronte a delle opere vive e visivamente concrete. La pittrice
non fa altro che trasferire tutto il suo essere in corpi e sagome di rara
bellezza contemplativa: chiese, animali, gruppi di persone, manichini,
paesaggi. Sembra quasi che Franca Maschio
sia stata presa per mano da un ente superiore e sia stata portata tra valli e
monti, fra piane e paesetti, fra campi biondeggianti di grano, fra gruppi di
persone, fra processioni in preghiera, fra mura di campagna dove, incastonate
come gioielli, ci appaiono nella loro rarità queste chiesette medioevali
intatte e stilisticamente perfette nella struttura originale. E qui c’è il
pennello, il colore, il disegno, l’inventiva, la creatività di un’artista che,
una volta rincasata, stende le impressioni raccolte in tele disposte a rappresentare
un animo in stato di grazia. Semplicità, naturalezza, schiettezza, spontaneità
sono i fondamentali su cui la pittrice costruisce il suo castello. Un castello
di reali configurazioni, che ingloba tra le mura, figure partorite da una
coscienza adusa ad osservare; a fare di ogni fremito un motivo da rendere pittura.
Si tratta proprio di immagini e non di semplice realtà. La realtà che la
pittrice osserva con partecipazione non sarebbe materia sufficiente a
tramutarsi in arte. C’è bisogno d’altro; i dati reali devono restare a
sedimentare nell’animo, devono tradursi in immagine. Questa la differenza tra
realtà e immagine. Per semplificare possiamo dire che le pitture qui
rappresentate non sono altro che cavalli, cavalieri, mucche, pannocchie,
chiese, ceri accesi, chierichetti, campi, piogge di grano… usciti da un animo che
ha dato loro pathos e energia fattiva. In ciò consiste l’arte: nella
ri-creazione, nel dare alla tela un valore aggiunto, umano, con tutte le sue
inquietudini esistenziali. Quella di Franca Maschio
è una pittura vera, onesta, semplice e complessa, umanamente trasversale,
sincera perché nella sua intenzione c’è la necessità di liberarsi da tutte le figure
che la assediano. Parlerei di un realismo lirico, se mi è consentito un confronto
con una tendenza letteraria in uso alla fine dell’altro secolo e di cui 1)Aldo Capasso si è fatto interprete
principale. Realismo dacché ciò che vedete sono i dati che la realtà ci
spiattella davanti ogni istante che la osserviamo. Lirico dacché il lirismo è
quella voce che urge dentro e che più ci rappresenta nelle empatiche confessioni;
nei momenti di maggiore tensione emotiva. E qui l’emozione campeggia con tutta
la sua contaminazione.
Nazario Pardini
NOTE
1) Ninny Di Stefano Busà. Prefazione a I SIMBOLI DEL MITO. Il Croco. Ottobre
2013. Di Nazario Pardini. Pag. 3.
Franca Maschio
SENTIMENTO E INCISIVITÀ
Guido Miano Editore, 2019
mianoposta@gmail.com
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