Valeria Serofilli, collaboratrice di Lèucade |
La poesia di Raffaele Piazza è basata su dati precisi
e tempi e indicazioni esatte di gesti, cose dette e fatte. Si tratta di
annotazioni, come se avessimo di fronte un diario. Quindi abbiamo, in modo
indiretto ma suasivo, anche una riflessione sul tempo e sul suo senso, sul
trascorrere degli anni. Se vale il detto a me molto caro “ut pictura poesis”
qui trova applicazione e nel caso della poesia di Piazza di tratta di una pittura
esatta, piena di dettagli, di cose apparentemente lievi che però racchiudono un
significato. L’impostazione di Piazza è basata sulla realtà. Forse anche la
professione che svolge da anni ha in qualche maniera influenzato la sua
scrittura. Inserisce anche nei suoi versi il chi-come-dove-quando. E il passo
ulteriore, il più impegnativo, è quello di arrivare ad un perché, o almeno ad
una ipotesi di spiegazione. In questo passo ulteriore consiste la sfida
decisiva.
La silloge
pubblicata in questo libro ha per titolo Alessia e Mirta. Si rileva qui
un’altra caratteristica di rilievo: la figura femminile. Moltissime poesie di
Piazza portano un nome di donna e sono dedicate al mistero delle loro vite
individuali ma anche al mistero più ampio che è quello della vita. Due nomi di
donna contraddistinguono il titolo. Due destini, diversi tra di loro, perché
ciascuno ha il proprio destino, spesso strano, spesso beffardo o crudele. La
poesia di Raffaele Piazza registra i vari anni trascorsi con queste persone, la
frequentazione, i rapporti spesso complessi e articolati, tra affetti e amori,
al confine tra questi due sentimenti.
I titoli delle varie poesie sono come
didascalie scritte sotto una fotografia: descrivono l’attimo che viene
raccontato e immortalato. Dietro il gesto in sé però c’è un mondo più sfumato
fatto di sguardi e di parole, dette e non dette. «Nel
jet azzurrità per Alessia / nel volare sulle nuvole / acquoree a pervaderla
d’immenso. […] Giovanni / leggero occhi negli occhi / a sorriderle e a farla
entrare / nell’auto per portarla / a fare l’amore». D
noti nei versi qui riportati tratti dalla lirica “Alessia vola sulle nuvole”
l’espressione asciutta, quasi una cronaca delle azioni svolte, della sequenza
dei gesti. La poesia nasce da alcuni vocaboli, si vedano ad esempio “azzurrità”
e soprattutto “acquoree”. Sono come pennellate su uno sfondo. Il senso,
l’essenza, è nella descrizione della vita che trascorre e in ciò che forse
resta, nonostante tutto. Nella ricerca di Giovanni, quel personaggio che una
delle due protagoniste incontra sul proprio cammino e con cui condivide il
mistero del tempo e dell’amore.
Significativa è anche la poesia dedicata all’altro
personaggio femminile, Mirta. Personaggio chiave, per Raffaele Piazza. «Anima
di luna, tu Mirta / nelle cose aurorali ancora / mi parli e mi dici di non / avere
paura. / Abbiamo attraversato / il sentiero azzurro della vita / la tua villa
faro per me / per la nostra connivenza. / Sei volata via dal terzo / piano
della Reggia e hai / aperto in me la ferita. / Ora passano i giorni /
senza te e non si ricompone / l’affresco del tempo che nelle / nostre risate si
fermava
nella gioia. / Grazie per avermi dettato / questa
poesia».
Si trovano qui molti elementi interessanti per
l’interpretazione della poesia dell’autore. In primo luogo questo personaggio
che si colloca a fianco della protagonista Alessia nel titolo. In questo libro
specifico le poesie dedicate a Mirta sono in numero molto inferiore rispetto a
quelle dedicate ad Alessia. Di conseguenza fa riflettere la decisione
dell’autore di dare pari dignità ai due personaggi nel titolo di questo libro.
E fa pensare al grande ruolo che Mirta riveste nella poetica di Piazza. La
prima definizione che la riguarda è “anima di luna”, ma oltre alla dimensione
per così dire spirituale l’autore evidenzia anche la corporeità che, a dispetto
delle tragiche vicende biografiche che l’hanno coinvolta, persiste. Si tratta
di una presenza ricorrente, sia per Piazza autore che per Piazza uomo. Ed è
significativo il verso finale tra quelli citati poco sopra: “grazie per avermi
dettato / questa poesia”. Ci dice che il dialogo è sempre vivo e mai interrotta
e se ne ricava che Mirta è la musa dell’autore. È lei che detta quanto scrive
ed è lei che compone l’affresco del tempo.
L’analisi
delle figure femminili determinanti per lui portano Piazza a riflettere anche
sulla propria esistenza e questo conduce a considerazioni più generali che ci
consentono di riconoscerci in lui, confrontando il suo mondo con il nostro e le
nostre esperienze, sia belle che brutte con le sue. Ciascuno di noi ha nella
sua vita una Alessia e una Mirta. La vita è fatta di queste presenze e di
questi contrasti.
«Selenica Alessia lucelunavestita / nel
senso fiorevole del mare /a contemplarlo. Infinita è la distanza / dagli
albereti. Chiostra di monti / azzurrini. S’inalvea la strada della / fabula per
l’amato raggiungere / e fare l’amore. Tessuto di suono / d’argento di campane.
Aria pura / nel bosco delle querce. / Tra le foglie Alessia si congiunge». In
questa poesia gli accenti, toni e le parole si fanno più “liriche”. Ma senza
mai scordare anche qui la carnalità, la sostanza dei corpi e delle cose.
L’amore per Piazza è sia spirituale che carnale. Gli esprimenti linguistici e
le variazioni qui sono più visibili, come ad esempio il vocabolo composto
“lucelunavestita” e l’aggettivo “fiorevole”. Nel pensiero dell’autore c’è
sempre la presenza del corpo che però serve per provare a vedere oltre. La
figura femminile viene utilizzata da Piazza come bussola per il viaggio nella
vita. Come punto di riferimento. Il congiungimento di cui parla la poesia
sopracitata è appunto questa unione di corpo e mente che conduce ad una visione
più ampia.
Questa
raccolta ricalca bene i temi e gli spunti cari a Piazza, quelli a cui si dedica
da molti anni nella sua produzione letteraria. Contiene però anche altri nuovi
esprimenti e soprattutto riflessioni su senso e sul valore sia del passaggio
umano sulla terra che sui rapporti umani, gli incontri e gli addii (che non mai
veri addii) e sull’amore carnale e mentale, sulla vita e la morte. Una raccolta
interessante e matura in cui, pur nella specificità delle immagine e dei
ricordi, anche biografici dell’autore, il lettore può riconoscersi e trovare
situazioni ed emozioni che gli appartengono e che lo riguardano nella sua
vicenda personale ed interiore.
Valeria
Serofilli
DAL TESTO
Alessia al Bar Celestiale
Mattinale battesimo di pioggia
per Alessia al Bar Celestiale
con Giovanni. Il luogo è il
Parco Virgiliano e l’ora non
ha senso del 22 ottobre su Napoli.
Occhi negli occhi i fidanzati
nel lieve lucore del sole occhio
di Dio a farsi spazio tra le nuvole
e ci saranno raccolto con salvezza.
nell’ebbrezza dei sensi nel letto
stasera per di redenzione piacere
per Alessia rosa vestita per la vita
quasi una divisa scaramantica.
Mentre si diradano le ombre
dal cielo e dall’anima di Alessia
ed è sereno tempo delle fragole
al loro posto esatto.
Alessia al blu sottesa
Sottesa Alessia ragazza al blu
di un cielo serico nell’apparire
Mirta nel fondale di una via
deserta pari a una dea
terrena, lei così bruna e così
donna tra bagliori d’alba e
semispente stelle nell’inalvearsi
nel sentiero chiarezza d’acque
in un rigo del pensiero a inumidire
del giorno la terra per germogli
di primavera ora che è febbraio
bianco e innocente come il freddo.
Responsi dal blu più che dalla
chiesa in un nuovo transito
di idee fino all’azalea.
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