Raed
Anis Al-Jishi. Gabbiani sanguinanti. Traduzione di Claudia Piccinno. Edizioni Il
cuscino di stelle. Pareto AQ. Pp 96
Óscar
Limache. Volo d’identità. Traduzione
di Claudia Piccinno. Edizioni Il cuscino di stelle. Pareto AQ. Pp 32
Hilal
Karahan. Angoli della notte.
Traduzione di Claudia Piccinno. Edizioni Il cuscino di stelle. Pareto AQ. Pp
104
Claudia
Piccinno. In nomine patris. Edizioni
Cuscino di stelle. Pareto AQ. Pp. 92
Claudia
Piccinno, polivalente e versatile scrittrice, che fa della sua inventiva un repêchage di opere illustri con
traduzioni di nobile levatura (Oscar Limache: Volo d’identità; Hilal Karahan: Angoli
della notte; Raed Anis Al-Jishi: Gabbiani
sanguinanti), si misura con una nuova pagina letteraria di forte connotazioni
empatica; di ontologica risultanza espressiva. E ci riferiamo alla plaquette In nomine
patris editata nel settembre di
quest’anno per i caratteri della casa editrice Il cuscino di stelle. Da subito risalta la scrittura semplice e
arrivante della Nostra, semplice nell’accezione positiva, vale a dire di una
semplicità che si raggiunge dopo anni di lavoro e di ricerca, quando si
intuisce che il compito primo dell’arte è quello di usare un dizionario vòlto alla comunicazione; non si rifugia la Piccinno
in astrusi verbalismi o in pleonastici accostamenti per nascondere, come tanti
fanno, un vuoto narrativo. Il suo è un messaggio umanamente trasversale, il
viaggio di un’anima che fa della sua epigrammatica vicenda un resoconto
contemplativo. Il verbo va liscio e assonante, disposto a seguire le varianti
di un sentire storicamente personale. Si ricorre ad immagini di un simbolismo
palpabile e visivo, a figure di agiografica risonanza, per concretizzare e
rendere più efficace il motivo ispirativo. Ce lo dice la copertina che con valenza ecfrastica ci propone
l’immagine di San Giorgio Martire: il santo, il drago, il sangue, i petali, la
rosa. Un escalation di similitudini che fa da solida costruzione significante
nel percorso poematico della Piccinno. Sì, perché la rosa, il fiore che più di ogni
altro rappresenta la donna (madre o figlia che sia), è il dono offerto dalla
poetessa al padre scomparso. La vicenda si fa orizzontale per i ricami contenutistico-verbali
innestati in iuncturae di euritmica sonorità; per abbrivi reificanti parole
dolci e potenti; salde e fluenti. D’altronde la poetessa ci mette sull’attenti
fin dagli inizi, proponendoci una pièce che può porsi come momento incipitario
con valenza eponima; è già lì l’animo della scrittrice, nella sua aveu carica
di vita:
Cerco nel tuo letto
l’impronta di te,
l’inclinazione del cuscino
per neutralizzare la tosse,
i tuoi occhiali
ancora sul comodino,
gli zoccoli giù in basso,
la giacca da camera
sul servo in legno.
(...)
Non ho mai smesso
di compiacerti
perché tu fossi fiero di me. (In
nomine patris).
Sono
le piccole grandi cose a fare da focus; da scheletro portante nel nerbo del
poema; e qui una realtà vitale che continua a esistere nonostante le fregole
del tempo. Nulla cessa, tutto si fa più grande, tutto si consolida nelle gemme
del verso. Ricordare Capasso, il suo realismo lirico, non è di certo
inopportuno. Sta qui la maestria risolutiva della Piccinno, il suo tatto
espositivo, la sua vèrve esplorativa, la sua intrusione emotiva. E il tutto si
concretizza, dopo una macerazione di palpiti, in una vita pronta a farsi canto:
La vita mi tatuò dei numeri
sulla parte sinistra de cuore.
Li riprenderò per farne puro
canto
che annulli i calcoli del dare
avere
e cancelli le divisioni col
resto di tre.
(...)
(Fantasioso erede di Pitagora),
a
dare al poièin il nutrimento giusto a ché convalidi la parola, affratellandosi a
essa in un plastico equilibrio; in un simbiotico
innesto di nome Poesia.
Nazario
Pardini
Claudia
Piccinno ha pubblicato sillogi di poesie in italiano e inglese; poi tradotte in
turco, serbo e francese. Ha tradotto a sua volta, dall’inglese all’italiano,
vari componimenti poetici di altri autori. Gabbiani
sanguinanti è il primo libro da lei interamente tradotto.
La poesia di Claudia bussa al mio cuore con tocchi soavi.
RispondiEliminaLa leggo attentamente, a piccole dosi; troppo intense le emozioni che assalgono la mia anima.
Scivolo via dal quotidiano vacuo, lontano dai mille " acrobati dell'apparire"...
Volo libera in cieli tersi; anelo alla mia vera essenza " rinchiusa nelle celle del pregiudizio" desiderosa di " valori gravidi di pace e di amore"--
Mi chiedo :
<< Quo vadis homo?>>.
Grazie, Claudia.
Rita.
Grazie professore per avermi accolta senza che io bussassi, la sua lettura mi onora, la sua attenzione mi riempie di gioia. Grazie Rita per questo bellissimo commento
RispondiEliminaLeggerò e seguirò con piacere i versi di Claudia Piccinno , e le sue pubblicazioni . Complimenti all’autrice ed a Nazario Pardini per la preziosa recensione
RispondiEliminaGrazie Nadia gentilissima
Eliminaclaudiapiccinno.weebly.com
Una lettura che entusiasma e invita a rileggere Claudia Piccinno con una nuova consapevolezza e ammirazione. La semplicità di arrivo è difficile come e quanto gli argomenti trattati, con la conoscenza dei classici, con il rispetto per la cultura. Complimenti a entrambi con grande stima.
RispondiEliminaUna lettura entusiasmante che condivido con ammirazione. La semplicità è difficile come e quanto gli argomenti affrontati, la conoscenza dei classici, la cultura profusa senza ostentazione e Claudia Piccinno non si risparmia e ci dona sé stessa semplicemente.
RispondiEliminaAttraverso le parole del Prof. Pardini si può rileggere con una visuale di consapevolezza maggiore. Massima stima a entrambi.