martedì 13 ottobre 2020

CLAUDIA PICCINNO LEGGE: "NELLA TRAFITTA DELLE ANTINOMIE" DI DOMENICO PISANA



Nella trafitta delle antinomie, di Domenico Pisana- Helicon edizioni

 Nota di lettura  di Claudia Piccinno, collaboratrice di Lèucade

                            Domenico Pisana

 

Nella trafitta delle antinomie, di Domenico Pisana- Helicon edizioni

Nota di lettura  di Claudia Piccinno

Claudia Piccinno,
collaboratrice di Lèucade

Il termine antinomie indica nella filosofia esistenzialista e in particolare nel pensiero di Martin Heidegger, la condizione di impersonalità in cui viene a trovarsi l’uomo, disperso nel mondo tra le cose e gli altri, e dalla quale può emergere, conquistando la propria autenticità, attraverso l’angoscia. (1). Il termine trafitta indica una ferita da arma da punta, un'afflizione in senso figurato.

Il dolore che il Nostro porta sulle spalle è dovuto alla preoccupazione, allo sconcerto per la perdita di senso e di verità che hanno subito le parole e di conseguenza il genere umano.

Giungerà la notte/in cui non parleremo più. E anche allora/il pianto canterà la sua nenia,

i falchi e le colombe parleranno lingue diverse,/e su questi versi scenderà l’oblio/come l’acqua che cancella i disegni sulla sabbia.

Questo libro raccoglie componimenti dal forte impegno politico, che si badi bene, non è per il poeta militanza in un partito, piuttosto che in un altro, è semplicemente lotta per la verità, etica della parola, ecologia di un sentire che si rapporta col pensiero e con l'azione.

Uomini e donne del Paese/ nuotano nel mare della menzogna,

e la verità è un recinto dove ognuno/sguazza come pavone saccente,

un’utopia cercata nel sogno./Poi noi ingannati, voi ingannatori consegnerete

i comandi della nuova legge,/ dal Paese s’alza l’urlo/che rinchiude in se stessi: con dolore….

Voi lassù,/tra banchi divenuti tombe con ossa di morti./Su, toglietevi la maschera!

Come non riconoscere in questi versi lo smarrimento degli italiani nella scorsa primavera?

Ma la maschera non è certamente solo il dispositivo di protezione che ora dobbiamo indossare, è metafora ricorrente nei versi di Pisana.

 Si legga ad esempio : Il silenzio delle maschere scava tombe lungo le vie, verità e carità/si fronteggiano a distanza, giustizia e pace/ patiscono sotto le lingue delle cupole/allo sbando.

E ancora :Umano io, disumano tu, solidali tutti, centomila,/nessuno: le parole si gonfiano, ci stancano,/ci avvelenano, ingrossano i torrenti della finzione./la malizia di maschere sul palco a recitare la parte:/un rude masaniello le aveva costrette nella notte/a stare di fronte per scrivere il tutto e il nulla.

Domenico Pisana, teologo, docente, ora in pensione, è molto preoccupato per le sorti dell'Italia: Una volta popolo,/ poi popolino, ora populismo, si attende qualcuno/che faccia piazza pulita; forse il tempo/ vedrà populocrati suonare la cetra fra i banchi/dei Palazzi e dipingere il quadro del paese. La penisola è un languido greto nella notte /che dorme, il teatro e la simulazione ci stancano.

In altri componimenti riprende la tematica verità-finzione su scala prettamente nazionale, leggiamo infatti bandiera tricolore divenuta cenere di verità tradite, oppure erompe dai lembi

dell’anima il grido su menzogne/ di parole affluenti alle alte guglie/ dei palazzi. Ma Egli sa bene che questo non è un problema solo italiano, bensì di tutta l'umanità perchè Siamo tutti Lazzaro nell’oscurità della tomba/ in attesa che Qualcuno venga/e ci dica: vieni fuori!

La luce della verità è la mano salvifica che fa alzare Lazzaro, l'oscurità è la menzogna.

Se fossi angelo/ succhierei il veleno di lingue menzognere scrive il poeta. Lo tormenta la mistificazione delle parole: figure e figuranti che da mattino a sera/ stuprano le  sue(mie) orecchie e scopo della poesia oggipuò essere purificare la parola, fare luce sulla verità  e non cedere alla retorica dei palazzi.

Filo conduttore di questo libro è  la paura per ciò che è sfuggito al nostro controllo e che potrebbe farci perdere l'autonomia: Dove andiamo? Non so, ma certo l’attesa mi tormenta/in strazi di città visti e consumati/ dietro una siepe di paura o sotto un cielo/ diviso tra una pioggia e il sole./E silenzio e sdegno d’un popolo diviso mi fa eco...

Anche  le città  sono sgomente di paura/ allargano le mani, e ingrossa di dubbi/l’onda le identità tramandate da secoli

La pandemia ci ha costretto a un isolamento che ha tirato fuori altre angosce di chi si interroga per vocazione sui destini del mondo, così Egli scrive: È scatola di sassi questo tempo dell’angelo nero, spelonca di corpi senz’anima,/amplessi di cronaca e di sesso, albe senza luce, Egli sa bene che siamo re e regine/ in vasi d’argilla consegnati all’eterna solitudine

ma per fortuna il Poeta ha fede e la fede lo sostiene e neutralizza la paura, aprendo le porte alla speranza, così lui cerca il salvagente/ perché la sua barca non sia di carta/e non vada alla rovina!

E a me non resta che credere nella speranza/ mentre m’inoltro tra le fibre di chi/ ha vinto perdendo e perso vincendo


(1) https://www.treccani.it/vocabolario/anonimia/

 

DOMENICO PISANA, nato a Modica nel 1958, è fondatore e Presidente del Caffè Letterario Quasimodo, circolo che opera da un decennio nella sua città per la valorizzazione culturale, poetica e letteraria del territorio ibleo.

Dopo la laurea in Teologia, ha conseguito a Roma il Dottorato in Teologia Morale presso l’ Accademia Alfonsiana dell’Università Lateranense, nonché il Master di II livello in Dirigenza scolastica. E’ giornalista dal 1985 e Direttore del quotidiano on line www.radiortm.it.

Ha pubblicato: 9 volumi di poesie, 6 libri di critica letteraria, tra i quali spicca il saggio su Quasimodo Quel Nobel venuto dal Sud – Salvatore Quasimodo tra gloria ed oblio del 2006, 11 testi di carattere teologico ed etico, tra i quali spicca il volume, edito dalla San Paolo, Sulla tua parola getterò le reti (1999), tradotto integralmente in polacco e spagnolo, 3 volumi di carattere storico-politico.

La poesia di Domenico Pisana è stata oggetto di interesse a livello internazionale. Si sono occupati di lui “Il Giornale Italiano de Espana”; il Giornale on line “L’ItaloEuropeo Independent” di Londra lo ha intervistato come “personaggio del mese”, e la Rivista letteraria francese “La Voce” ha pubblicato una intervista a cura della giornalista Daniela Cecchini . Sue poesie, articoli e prefazioni di opere di autori italiani sono stati tradotti in inglese, greco, francese , macedone e arabo.

Nel 2006 l’Amministrazione Comunale e la Pro Loco di Modica lo hanno insignito della Medaglia d’oro del “Premio alla Modicanità”. Candidato a diversi Premi culturali, nel 2015 gli è stato assegnato il Premio “Capitale Iblea della cultura” per l’impegno profuso nella promozione della cultura e dell’espressione poetica proprie degli Iblei”; nel novembre del 2016 gli è stato assegnato il “Premio Sicilia Federico II” alla cultura mentre nel gennaio 2017 ha ricevuto il “Premio Europeo FARFA” per la cultura e il territorio 2017, assegnatogli dall’Associazione Internazionale dei Critici Letterari.

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1 commento:

  1. Complimenti di cuore alla scrittrice e poetessa Claudia Piccinno per questa splendida disanima sul libro del Prof. Pisana che ci porta ad analizzare le nostre paure più intime con la speranza di superarle in un futuro che si prevede incerto e comunque difficile. Lo smarrimento dell'Uomo moderno era già in atto da molto tempo, ma gli ultimi eventi, la pandemia, ne hanno accentuato la fragilità, l'impotenza e l'immensa voglia di riscatto che proviene dalla voglia di risorgere per far bene, per migliorare. Grandi riflessioni quelle del Prof. Pisana che Caludia Piccinno ha saputo sottolineare in questa bellissima recensione. Grazie mille per quanto fate per la cultura e per noi, arricchendo il nostro animo e il nostro sapere.

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