giovedì 15 ottobre 2020

EDDA CONTE: "LETTERA A LAURA"

Lettera a Laura . Meriti questi versi, Laura del "bosco degli ulivi" , meriti la poesia di Nazario , il poeta che da sempre esalta la donna la sua grazia e il suo valore...; è il poeta della giovinezza e dell'amore, degli affetti della casa e della famiglia. Lui ha la "pietas" degli antichi, e di questi la delicata armonia del verso. Non poteva tacere la tua storia..("le dispiaceva persino strappare/ il filo dell'erba/ cosciente di togliergli la vita./...), storia che nelle sue mani ha preso il sapore di una fiaba, anzi, di una di quelle belle "novelle" che nella nostra Toscana si raccontavano per insegnare i buoni sentimenti, attraverso la magia del fiabesco: il miracolo, la morte, le arcane visioni, le voci da un Aldilà....
Ma tu, Laura, non sei un personaggio nato nella fantasia, tu sei vissuta e vivi nella realtà di un tempo che il Poeta ha ben conosciuto, che alcuni di noi per fortuna ancora ricordano. Non eri sola in quel mondo, avevi sorelle, e fratelli, e padre e... una famiglia intera di cui tu rappresentavi il simbolo, con il tuo vivere , il tuo sentire, il tuo generoso soffrire che trasformava la vita in miracolo. Ho conosciuto una tua sorella...la chiamavo "la figlia del Giusto", degna di quel padre di cui raccolse l'eredità dei sentimenti e ne continuò l'operato. Il "Giusto" , privato ormai dell'uso delle gambe, non si muoveva più, ma dal suo letto di sofferta pazienza continuava a guidare la famiglia la figlia e il podere. Era "il Giusto". Così tutti lo conoscevano e riconoscevano. - Non dovete piangere, quando sarò andato via...Apparecchierete la tavola e mangerete, in mio nome. E berrete nei calici delle feste....ci sarà una damigiana di vino nuovo! Io sarò Lassù, dove si sta meglio...- Venne l'ultimo giorno e l'ultima notte per il Giusto. La figlia lo vegliava , pregando e piangendo. Lo vide andare via in mezzo ad una schiera di ombre bianche che si persero nel cielo chiaro del mattino. Più tardi arrivarono due uomini con una damigiana di vino ...; la deposero sulla tavola apparecchiata ...e scomparvero. Tutto avvenne come il Giusto aveva detto. La figlia accompagnò il padre all'ultima dimora e promise che non avrebbe pianto. Ebbe inizio così la sua nuova vita. Ogni giorno, dopo il lavoro, andava a sedersi sulla panca che il Giusto aveva costruito sotto un grande albero di fico.. Guardava il podere rigoglioso di frutti e parlava col padre. Sorrideva e ubbidiva a quella voce che sembrava venisse giù dal monte... Era "la figlia del Giusto": per te, "Laura del bosco degli ulivi" , una sorella! Insieme al tuo Poeta , con rispetto e ammirazione , ti saluto, ovunque tu sia. Edda Conte

2 commenti:

  1. Molto interessante l’intervento storico-esplicativo di Edda Conte sulla composizione pardiniana Laura del "bosco degli ulivi".Sa raccontarci di una genesi poetica, riferendosi a una presenza reale, storica, di grande afflato umano, e di come essa possa diventare tema di Poesia, di sogno, ed entrare con ogni diritto nel cuore e nelle emozioni di un vero poeta come Pardini ,che trasfigura poeticamente la vicenda e ne comunica il valore ad ogni lettore, di qualunque formazione o appartenenza poetica, in un raffinato percorso evocativo di emozione contenuta, mostrando una volta di più il suo attaccamento alla terra toscana, alla natura, alla donna eterna ispiratrice

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  2. Grazie della tua attenzione mia cara Amica. Apprezzo molto i tuoi commenti che si distinguono tra tutti.
    A presto sentirci.
    Un abbraccio,
    Edda Conte

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