giovedì 1 ottobre 2020

EDDA CONTE: "... VERSO LA STAZIONE"


 

               Edda Conte,

      collaboratrice di Lèucade


...verso la stazione


Quando il sole si alza sui vent'anni

e ai trenta felici  sorprende ancora

se riecheggiano i muri della casa

 voci di allegria ribelle

e invitano  gli affetti

a stringere i legami

 il sole ancora illumina

il capo che si fa canuto...

 le passioni placate  si allontanano

insieme con i figli

                    alla ventura

come Fetonte illusi

di toccare il Sole

 come Icaro dalle ali di cera....

     Gli anni  maturano altri frutti

     buon senso tolleranza commozione

     humana pietas ....amor di conoscenza

    che spesso gioventù trascura...

    Avanti lentamente  con fatica

    con  innocenti sogni ed ambizioni

    in fondo felici di una cosa sola

    a tavola col compagno di una vita

    contenti delle poche cose

                          come il mito insegna.

       Non ci tramuteremo in albero

      per religioso merito alla fine

      ma insieme sul sentiero  fianco a fianco

      ci avvieremo verso la stazione...

 

     Edda Conte

 

 

5 commenti:

  1. Edda Conte scorre il tempo dell'esistenza concesso agli umani e in un verseggio di sequenze narranti affronta le tematiche di momenti essenziali al viaggio e alla "stazione" di arrivo.
    Momenti solari di allegria, di ribellione, di sentimenti e passioni e di legami duraturi che si intersecano mixati con i risultati esistenziali di un substrato ontologicamente ricondotto all'equilibrio della maturazione nel tempo.
    Perchè è il "tempo" il vero obiettivo lirico della Poetessa che mai accetta la resa assestandosi in un subordinato concepirsi e viversi di "piccole", "poche cose", senza dubbio percepite come "essenze" prioritarie di ogni circolarità finalizzabile alla compfrensione più autentica.
    La "stazione" diviene la sosta necessaria al mondo "corso" ontologico dove la possibilità di una vita "alternativa" diviene reale e percorribile.
    Liricità "autentica" di una Poetessa impegnata e distaccata nelle profondità dell'Essere che il "mito" conduce sui sentieri della felicità senza tempo.

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  2. Ti ringrazio, Marco carissimo amico!
    Questo tuo commento, intenso e profondo, prova ancora una volta la tua acutezza. Mi piace molto l'interpretazione che dai al mio concetto di "stazione"...,la faccio mia, perché supera ogni umana aspettativa e risulta di buon augurio.
    E' sempre interessante il tuo pensiero. Complimenti!
    Edda.

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  3. Mi ha davvero commossa questa lirica, Edda cara, che narra i passi dell'esistenza, di quella semplice, senza orpelli, nutrita di 'innocenti sogni ed ambizioni' e di mete che troppo spesso si sottovalutano. come il poter essere felici 'a tavola col compagno di una vita'. Si riconosce in ogni verso la misura dell'amore, quello che cambia la topografia della vita. Ed è lieve, dolcissimo e denso di pathos il tuo modo di porgere il passaggio degli anni, di renderlo lirismo puro, immacolato. La chiusa si introietta con profondo silenzioso pudore in ognuno di noi:
    "Non ci tramuteremo in albero
    per religioso merito alla fine
    ma insieme sul sentiero fianco a fianco
    ci avvieremo verso la stazione..."
    Non ci è dato divenire alberi - superbo il tuo costante riferimento alla natura -, presumibilmente tigli, ma è lecito sognare di arrivare vicini alla stazione. Sottolineo la tua meravigliosa generosità, il saper uscire da te stessa per donare queste gemme di bellezza, e ti tengo stretta stretta.

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  4. Cara Edda,
    é vero: l'esitenza corre veloce ai suoi fini non determinati dall'uomo. La tua narrazione poetica si illumina però di un'attesa e di una speranza che placano i molti dubbi e le molte incertezze. E non saremo soli con la nostra dispersione, ma arriveremo insieme. bellissima, Edda1 Mi ricorda Paul Èluard in una composizione che ho molto amato.
    Marisa Cossu

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  5. Cari amici vi ringrazio delle vostre interessanti interpretazioni.
    In verità perseguivo un principio etico in questa mia narrazione del percorso umano: l'amore, la famiglia unita fino alla fine nella semplicità del vivere ...proprio come nel mito di Filemone e Bauci , che leggiamo nelle Metamorfosi di Ovidio. Sono stata sempre colpita da questa meravigliosa storia per la profondità del significato e la sua poesia.I due anziani trasformati insieme in due alberi , uniti per il tronco: lui una quercia, lei un tiglio! Quale ricompensa per una vita vissuta con amore nella semplicità !
    Edda Conte.

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