domenica 28 aprile 2019

M. LUISA TOZZI: "DALL'INDIA A LAMPEDUSA. SOSTE DI VIAGGIO" DI ESTER CECERE


Dall’India a Lampedusa. Soste di viaggio”, Racconti

Ester Cecere,
collaboratrice di Lèucade

Se l’opera di Ester Cecere riporta alla classicità narrativa (a Cuore di De Amicis, ad esempio) e alla tradizione orale, con un’intelligente contaminazione dei due generi, la sua forza si dichiara con una provocazione culturale, che interroga l’indifferenza, la superficialità, il viaggio mediatico.
Il dire di Cecere si snoda lentamente, nella pur fitta descrizione dei luoghi incontrati; è didascalico; ripassa, nei particolari meraviglianti, remoti alla nostra quotidianità, un susseguirsi di vicende, senza tuttavia creare aspettative romanzesche, orientate ad una conclusione: ciò che è raccontato - emarginazione, spiritualità, povertà, bellezza dei luoghi, frastuono - costringe a dare importanza alle cose essenziali; all’uomo.
Il rovistare paziente e vigile nella miseria, inconcepibile per l’Occidente, giustifica soste curiose - profonde in disponibilità, partecipi in generosità - e accompagna intenzionalmente (quasi un passa parola sulla povertà più povera) il lettore, con delicatezza e trasporto affettivo, al problema di fondo.
Il racconto, anche sotto il profilo letterario, si fa dunque complice di un’oralità, che, in apparenza tramontata, potrebbe offrire soluzioni per ricostruire il cerchio della comunicazione.
Nelle favole, il solutore magico era colui che aboliva la mancanza, ragione del viaggio e delle aspettative del protagonista; qui la forza magica del cammino e della soluzione sono un tutt’uno con l’autrice, sicura nel trasmettere concretamente fiducia all’uomo, pur davanti all’indifferenza disperata di un mondo globalizzato.
L’opera è da proporre come lettura meditata nella Scuola: e per gli inevitabili accostamenti letterari e per la valenza multidisciplinare; ma soprattutto per l’indagine, imprescindibile, sugli attuali stili di vita; per un’educazione, cioè, che induca a superare i propri recinti e a far comprendere avvisaglie, che sono sull’uscio di casa, battono insistentemente alla porta.

Maria Luisa Tozzi

3 commenti:

  1. Sto leggendo il libro di Ester Cecere e concordo pienamente con la professoressa Tozzi. Il libro va promosso nelle scuole per prevenire i danni da indifferenza cronica. Andrebbe letto però anche dagli adulti, spesso soli e fragili nella genitorialita.

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  2. Ho appena terminato di leggere la raccolta di racconti di Ester Cecere e sono rimasta colpita dalla sua sensibilità. Le storie hanno trama e personaggi ma sono soprattutto il mezzo per fare opera di scavo interiore. L'uomo si interroghi e batta un colpo, all'implicita domanda non pronunciata ma echeggiante in ogni pagina se tutto possa andare avanti così, se l'uomo possa con tanta facilità rimanere indifferente all'esistenza sofferente degli ultimi della terra. Un libro per tutti, adulti e giovani malati di consumismo, lontani dai problemi della natura, lontani dal provare empatia persino verso se stessi. Luisa Bolleri

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  3. Ringrazio le carissime Claudia e Luisa per i loro commenti ma, soprattutto, non posso non apprezzare la loro sensibilità e la loro attenzione per i mali dell’attuale società, specialmente alla luce dei recenti e spaventosi fatti di cronaca. Claudia, poetessa e insegnante, ha molto opportunamente messo l’accento sulla genitorialità che, nella nostra epoca, è visibilmente disorientata e inadeguata. Luisa, scrittrice estremamente valida e sempre attenta alle disfunzioni sociali, ha richiamato l’attenzione sui “giovani malati di consumismo, lontani dai problemi della natura, lontani dal provare empatia persino verso se stessi”.
    Che dire quindi? Non posso che augurarmi, nel mio piccolo, di contribuire a indurre qualche riflessione.
    Ester Cecere

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