lunedì 1 aprile 2019

MARCO DEI FERRARI LEGGE: "I RACCONTI DEL 2019" DI EDDA CONTE

Edda Pellegrini Conte,
collaboratrice di Lèucade


Edda Conte torna su Lèucade con un racconto di levatura catartica, dacché sa e ne è convinta che solo la scrittura ha il potere di liberazione  e di rinnovamento spirituale. Col suo stile dialogico, fluente, paratattico si immerge in una narrazione di fresca iconicità. L’Autrice ha percorso ultimamente le tappe di una via crucis dolorosa  che l’ha portata a meditare sulla vita ed i suoi congegni esistenziali. Il risultato è quello di una scrittura suasiva e convincente non solo per forma ma soprattutto per un contenuto che fa riflettere e meditare. A voi la lettura. Lo introduce la penna abile e perspicace di uno scrittore quale  Marco Dei Ferrari: 

Nazario Pardini


Il "vento" magico di Edda Conte

Marco Dei Ferrari,
collaboratore di Lèucade

Una favola vera, realtà di una volontà ferrea e invincibile di raggiungere l'obiettivo - meta di MAIMAI.
Una bimba (Elisa) incantata dalle magie della Natura che la maestosità del vento alimenta in ogni fase esistenziale del tempo. Una nonna premurosa che guida la bimba con l'amore dell'avventura per raggiungere la "casa del vento".
Una Natura corrispondente e scrupolosa nella difesa del desiderio di Elisa, Natura che corre, allarga, volteggia, sale e scende animata dal ricordo dei tempi antichi e delle favole serali.
Una trama apparentemente semplice se non fosse caratterizzata da una sottile linea filosofica che trascende le parole e si incarna nell'analisi dei sentimenti più eternamente liberi a confluire lassù, oltre le insidie della volpe (l'inganno), oltre l'entusiasmo dell'azione compulsiva e azzardata (sciare senza limiti al di là del confine).
Una riflessione che "traccia" la neve, gli abeti, la legna, il silenzio, la luce, le fiaccole del tempo.
Una riflessione che si ingigantisce offrendosi al mondo nella sua variabilità etnico-geografica dove tutto si ricompone nel limite del pianeta Terra, lucciola di un cosmo gigantesco e sgomento.
Questa è la dimensione "favolosa" che Edda Conte ci offre per indurci nella meditazione più ingegnosa e inafferrabile di uno scorrere  quasi inconsapevole di persone, cose, esseri, obiettivi, scelte, timori e affanni.
Una "voce" senza repliche, un'ecoità che abbraccia il nostro coesistere senza problematiche insolubili, bensì da noi create per rendere la nostra "ascesa" più tormentata e difficile nella ricerca delle nostre precedenti generazioni?
Come ritrovarci insieme nel passato di un futuro inconsistente e intollerabilmente controllabile?
Solo la "Casa del Vento" nella scintilla della conoscenza potrebbe risolvere il mistero.
Edda Conte, raffinata fabulatrice di profondità filosofali potrebbe riuscire nell'impresa.
Qui sta l'enigma della "favola", la ragione nascosta dei richiami interrelati dalla sensibilità creativa di un ritorno alla "Casa" di un vento più che naturale, amico, attento, vivo in una realtà senza fine ontologicamente intesa.
L'obiettivo così è raggiunto e la bimba in crescita sempre più si inoltra nella "rete" a soddisfare la conoscenza del tutto e del nulla.
                                              
Marco dei Ferrari


Racconti  del 2019

UNA FAVOLA:  MAIMAI
 

 Eccolo il vento....... si carica di sabbia e di sale, chiede forza all'onda  mentre batte sullo scoglio..  prende il volo con le gote gonfie e un sorriso birbante.  Via...verso la città, dove  vive tanta gente, dove i palazzi altissimi sembrano sempre sul punto di cadere , dove  sono tante  finestre piccole, grandi,  a vetri sempre lucidi,... vetri doppi , forti , resistenti...senza  ante  né avvolgibili, solo con certe tende mobili dette veneziane ... tende che con un soffio si spostano cigolando...con le stecchine che cozzano tra loro...si aprono si chiudono...disturbano...e lui, il vento si diverte.  Tutto è come una sfida  per lui, e sempre vittoriosa.
E' un ragazzaccio dispettoso, il vento, non vuole fare del male ma talvolta qualche danno lo fa.
...........
All'ultimo piano di una palazzina circondata  da  giardino con alberi alti ,  ci sono larghe finestre  che affacciano il folto fogliame , riparo al sole e dimora di passeri..
E' buio. E' ora di dormire.
-Cos'è questo rumore..., dice la bimba Elisa, già assonnata
-Niente...è il vento che bussa perché vorrebbe entrare...fuori fa tanto freddo, risponde la nonna.
- Non ce l'ha la casa il vento?
- Sì, ma è tanto lontana...e poi forse è stanco.
-Povero vento  !...sussurra la bimba , tra sé.. E mentre la nonna continua a raccontare la favola di tutte le sere, una favola che non finisce mai, lei già dorme.
Il tremolio contro i vetri continua e si propaga alla stanza.
  Ma la bimba Elisa dorme , non sente niente, sogna la casa del vento, che è tanto lontana...
Per mano alla nonna si sente sicura  ....cammina ...cammina....sali e scendi su per una strada sassosa che non finisce mai.
- Quando si arriva alla casa del vento?, chiede la bambina.  E la nonna con pazienza amorosa:
-Poi...poi....arriviamo..
Fa tanta fatica la nonna, ma tiene la manina di lei sempre più stretta.  Ci sono rocce dalle mille facce, che fanno paura, e le fosse e i precipizi....si sente anche il verso di un uccello notturno ...
-Andiamo fino in cima alla montagna? chiede ancora la bimba.
 -Sì, bimba mia, dobbiamo arrivare al Maimai. E' lì la casa del vento.
-Bello !....ci troveremo anche il sole?
- Ci troveremo tutto....
-.....ohh ! Nonna...guarda.....lassù..!
 Dalla sommità del monte si è affacciata la Luna, prima avvolta in un velo rosso, poi a viso scoperto, rotonda, bellissima , splendente sulla valle e sui sentieri. Sembra giorno pieno.
Tutti gli animali del bosco escono dalle tane, gli uccelli si mettono a cantare.
La bimba estasiata abbandona la mano della nonna e si mette a correre senza alcun timore e senza stanchezza. Le sue gambette leggere presto lasciano indietro la nonna...
Tutti , perfino  gli alberi superbi, fanno festa  alla bimba  Elisa che sembra una farfalla in volo sul sentiero sassoso.
Si è scordata della nonna....  Vuole solo arrivare  alla casa del vento., a quel misterioso Maimai che chissà quante sorprese...
Una volpe  dalla bella coda argentata si ferma a guardarla e chiede curiosa.: -dove corri  bambina, tutta sola nel bosco?
-Devo andare al Maimai....ho fretta, è tardi..
-Prenditi alla mia coda ....correremo più del vento.
-Attenta Bimba, è furba...ti porterà alla sua tana...
-Chi  sei ? non ti vedo..
-Lascia stare , bimba, è la Brezza mandata dal vento, non ascoltarla .Attaccati alla mia coda e andiamo..
La volpe si avvicina  e con i denti  afferra l'orlo della veste della bambina.... ma la Luna con un raggio  potente l'avvolge e la nasconde  alla volpe..
-dove sei .dove sei...,- e la cerca nell'oscurità calata improvvisamente su tutto il bosco.
Corre  la furbona  e aguzza gli occhi  intorno.. ma all'improvviso sente un forte calpestio che risuona sul sentiero. " Ahimè- pensa- è il Cinghiale ...devo  subito correre alla tana dai piccoli...."
Non è il Cinghiale, è il Cane Pastore ,inviato dal vento in difesa della Bimba.
- Da dove vieni, Cane Pastore?  chiede la Bimba Elisa senza paura.
-Dalla casa del mio signore, il Re di tutti i venti..
-Ah...allora mi puoi dire quanto devo ancora camminare per arrivare al Maimai?  mi piacerebbe vedere il Re e  chiedergli  perché viene di notte a bussare ai vetri...
_O sciocchina!  il Re dei venti non si fa vedere da nessuno, tanto meno da una piccolina come sei. Al Maimai  ci potrai arrivare quando sarai grande. Forse allora potrai anche parlare col  mio signore.
- Che peccato! Ho camminato tanto...per nulla.  Ho anche lasciato la mia nonnina...ih.ihih...
-Perché piangi...eccola là, la tua nonnina...
La bimba si volta ma...sul sentiero c'è solo la grande Luna...
...........
 Col passare degli anni la Bimba Elisa è solamente Elisa, una ragazzina amante dello sport e anche un po' sognatrice, come quasi tutte le teen-agers.
La incontriamo in montagna  per la settimana bianca  con i compagni di classe ...
Il campetto riservato agli esercizi sugli sci  offre una discreta pendenza e  i ragazzi , tutti, sia quelli che sanno sciare sia gli altri che appena si sanno muovere, si lasciano andare a gridi di entusiasmo  giù per la discesa che finisce con una staccionata , di protezione  ad un'altra discesa molto più impegnativa. 
Elisa è avventurosa, non ha paura, vola giù per la discesa facile... lascia  indietro i compagni.
 Il limite  assegnato ai giovani sciatori è vicino, sempre più si avvicina la staccionata .....al di là si vede la grande discesa libera....è troppo forte il richiamo...gli sci  rifiutano di frenare la corsa, si rifiutano di fermarsi sulla breve piazzola.....e...ecco la spinta. ....
E' come se Elisa fosse su un puledro imbizzarrito....vola oltre e continua nella folle discesa .
La neve  è liscia, intatta, inebriante in tutto il suo candore. Un mondo  di silenzio, privo di ostacoli si apre allo sguardo della giovane sciatrice che non pensa più a niente , presa  in quel volo che non finisce mai.
Gli abeti intorno fuggono all'impazzata, come quando un treno in corsa ti fa girare la testa se guardi fuori dal finestrino.... Elisa si abbandona anima e corpo a quella corsa vertiginosa.
All'improvviso un urto fortissimo la fa deviare, perde l'equilibrio...qualcosa la investe e la fa ruzzolare malamente.  Gli sci scomposti non si raddrizzano....
Elisa  cade in un burrone.
 La persona ardimentosa che l'ha urtata non riesce a fermarsi ., continua la folle corsa fino a valle.

..............

Buio.
Elisa si desta in un letto che non conosce.
Il ricordo della caduta  arriva  improvviso come un soffio gelido.
 -....dove mi trovo? dice a voce alta
Il buio non ha risposte.  Fa freddo, nonostante ci sia una grossa stufa  accesa. Ne sente il calore che la raggiunge piacevolmente sul viso. Si solleva a fatica...-ahi, la gamba!..
Con gli occhi sbarrati cerca di frugare nel buio. 
Dalla stufa viene un verso strano, a brevi intervalli.
E' la legna che brucia.
-Perché ti lamenti?.
La legna continua a bruciare e a soffiare...poi il lamento cessa di colpo.
La fiamma si è fatta più alta, ora illumina la stanza.  E' una baita. La porta e la finestra sono chiuse da portelloni di legno massiccio . Elisa si rincuora. Ma ecco che da quelle chiusure entra un fischio leggero e, come fosse l'eco di un motivetto musicale, si spande nell'aria ...
Giunto vicino al letto si trasforma in parola.
- Chi sei? chiede ancora una volta Elisa.  Ma dentro di sé sa già che quella è la voce del vento.
Silenzio.
Sopraggiungono invece immagini  lontane, di un tempo quasi dimenticato. Il tempo della nonna...le favole prima di dormire...la Casa del Vento....
- Sei il signore del vento?, dice in un soffio,
-e vieni dal Maimai?.
Nessuna risposta. Allora Elisa è presa da un'improvvisa voglia  di muoversi, di sapere...vorrebbe alzarsi...uscire... Ma ora la stanza  è tutta nel buio, e lei sente un forte dolore alle gambe...
Fuori la luce di un lampione danza e stampa sulla strada certe figure  fantastiche in mezzo ad un allegro sfarfallio lattescente.
Qualcuno si diverte.
E' il vento della montagna, freddo ma buono. Dalla sua alta dimora vede e segue tutti i movimenti degli uomini che amano i monti . E' lui che porta aiuto agli sciatori che cadono nei crepacci, è lui  che guida chi si perde nei boschi, è sempre lui che rinfresca le serate estive dei campeggiatori in tenda.
..........
 Intanto che il vento del nord si diverte  volando su e giù per la montagna, Elisa nel buio della baita  è presa dallo sconforto. Sente un piede pesante che non riesce a muovere....e tanti ricordi la rattristano.  La nonna già da tanti anni non c'è più...volata in cielo....le dicevano per consolare il suo pianto... il babbo è sempre lontano per lavoro...e la mamma... dov'è la mamma, ora che ne ha tanto bisogno?...
-Voglio tornare ai giorni dei giochi sul tappeto...- dice a voce alta, come se desse un ordine  a qualcuno.  Nel buio si accendono due piccole luci che prendono a svolazzare ...
Lucciole qui? , pensa incredula  Elisa. No, non sono lucciole, sono scintille che vengono a posarsi sul cuscino vicino a lei. La illuminano in viso.
-Siamo le fiaccole del Tempo....ci hai chiamato.. Cosa vuoi da noi?
 Elisa ormai non si meraviglia più di niente, anzi sta al gioco.
- Voglio diventare subito grande e andare in giro per il mondo.-
E....oplà!. Tutto scompare nella baita....

..............

Il mondo è grande. Ci sono  paesi, città, monti, laghi...il mare...; ci sono treni, automobili, aerei, navi...per girarlo tutto.  E ci sono tante persone, per non sentirsi soli.
 Elisa ne incontra di tutti i tipi: gentili o burberi, generosi o scostanti, di pelle bianca o nera o gialla...., ma tutti simili a lei  e tutti sotto il cielo che  ha sempre visto.  Cambiano invece i paesaggi, ma tutti la incantano.
Un giorno si ferma davanti al mare e ammira l'infinità di quella distesa azzurra....si lascia andare sulla sabbia calda di sole...e sente una voce alle spalle.
-Che  fai, non devi fermarti. Hai detto di voler vedere il mondo...vieni, corriamo insieme. Vediamo chi è più veloce-
Elisa  non vede nessuno ma riconosce la voce dei messaggeri del Tempo.  Come per incanto subito si alza e accetta la sfida.
Correre...correre per non restare indietro....Mentre corre  però non riesce a vedere niente di quello che incontra, corre sempre senza chiedersi dove è diretta.
 Segue la fuga del tempo perché ai suoi messaggeri si è affidata con fiducia.. Corre senza nemmeno sentire la fatica, come se ci fosse una forza che la spinge alle spalle.
All'improvviso  sente una musica che l'affascina.....si blocca nella sua corsa col Tempo e tende l'orecchio.  Sì, è un'eco che viene da lontano.
Elisa  ora rallenta il passo e segue quella melodia...
Entra in paese, o forse è una città, con un allegro viavai di gente vestita a festa.
 Si volta  indietro, memore del Tempo. E' sola. I messaggeri del Tempo sono scomparsi.
Ho perso la gara, pensa, ma non le dispiace.
- Dove siamo?  chiede ad una bella signora.
-Sei al Maimai- le risponde quella sorridendo come se la conoscesse.
 -Ahh...al paese del Maimai.....
Un lontano ricordo le torna alla mente.
-Sì. E laggù c'è la Casa del Vento...
Elisa sente che il cuore le batte più forte.
-La Casa del Vento!!  Ooh.....
.Ha quasi voglia di piangere.
La casa  indicata è tutta di vetro.  Scintilla di sole e quasi acceca l'occhio. Ma Elisa va sicura. Finalmente conoscerà il Re dei Venti...saprà perché è così dispettoso...perché bussa ai vetri  e mette paura ai bambini...
Ma intanto vede una figura di donna vestita di bianco che le viene incontro....
-Nonna!  Oh, Nonna....sussurra incredula.
Ma sì , è proprio la nonna.
Perché le nonne che inventano le favole non muoiono mai.

_Edda Conte_______________________
Marzo 2019












3 commenti:

  1. Dal mondo incantato del "Maimai" la Favola saluta i suoi attenti lettori: Grazie Nazario. Grazie Marco.
    Edda.

    RispondiElimina

  2. Racconto creativo e ricco,espressione di un mondo incantato.
    La casa del Vento è la metafora della vita e della ricerca. La meta è la ricomposizione armonica del proprio divenire, che si lega col passato non sempre facile: è intonato al tuo attuale stato d'animo. Sei sempre tu.E anche questa è una conquista

    RispondiElimina
  3. Hai perfettamente ragione, cara Maria Grazia Ferraris! quando scrivo, anche se scrivo di favola, mi illudo di "guardare fuori"....in realtà guardo sempre "dentro". Ritrovarsi, come in questo caso, può davvero essere una conquista.
    Sei acuta come sempre. Ti ringrazio!
    Edda.

    RispondiElimina