sabato 13 aprile 2019

NAZARIO LEGGE: "PERCHE' LA VITA..." DI GIOVANNI TAVCAR



NAZARIO LEGGE: “PERCHÉ LA VITA SIA… E ALTRE POESIE” DI GIOVANNI TAVČAR, Guido Miano Editore, 2019, pagg.76, 15 €.


Mi piace e credo sia pertinente riportare una tranche di uno scritto che ebbi a stilare a proposito dell’opera Oltre le nebbie del quotidiano di Giovanni Tavčar: “... Sono le immagini a parlare per il poeta, le figure esterne, i corpi, i fenomeni naturali che costituiscono un serbatoio a cui attingere per dare vita con un registro allegorico a riflessioni e meditazioni sul correre del tempo e i perché dell’esistere... Ma il motivo principale, il tema conduttore dell’intera raccolta è un profondo senso di malinconia... che deriva dall’inadeguatezza delle ristrettezze del viatico umano a confronto delle aspirazioni all’assoluto, all’eterno, all’ infinito...”.1) Questo scrissi e partire da qui significa andare nel cuore della poetica dell’Autore, che fa della vita poesia e della poesia vita. E tutto scorre limpido e naturale; tutto viene accolto da un verso reificante stati d’animo che premono per tornare a vivere; immagini rimaste a decantare che tornano vive nel serbatoio ispirativo. D’altronde la poesia deve essere fresca e verde come le prime foglie germogliate a primavera, per tirare in ballo John Keats (Londra 1795-Roma 1821): “Se la poesia non nasce con la stessa naturalezza delle foglie sugli alberi, è meglio che non nasca neppure.” E la poesia di Tavčar lo è, con tutti gli accorgimenti metrici che mai cadono nel pleonastico, nell’eccessivo, dando vita ad uno spartito musicale fatto di battute secche e perentorie: padronanza di un linguismo che si mette a disposizione di un animo folto di sensazioni e di input da rivelare. Ogni ambito della sua vicissitudine è contemplato in questi versi morbidi e musicalmente avvincenti: le memorie, la coscienza della precarietà dell’ esistere, della fugacità del tempo, il panismo esistenziale vòlto a dare corpo ad ogni abbrivo emotivo, ad ogni palpito meditativo, l’odisseico travaglio ontologico, e l’intento di fare del quotidiano un trampolino di lancio verso l’edenico riposo esistenziale; verso un epifanico volo verticale: “... Ma il bisogno di verticalità, / di aerei e crepitanti metabolismi, / di cieli sovraesposti e invasivi, / mi spinge verso giorni nuovi, / pieni di montanti resurrezioni...” (Bisogno di verticalità). E quello che alla fine ci convince è l’equilibrio che si genera tra dire e sentire; nessuna tracimazione sentimentale, dacché il tutto viene controllato da un verbo che si innesta in iuncturae di classica positura; in stilemi ben solidi avulsi da epigoniche intrusioni perifrastiche. Il libro Perché la vita sia… e altre poesie è pubblicato nella collana Analisi Poetica Sovranazionale del terzo millennio; i testi di Giovanni Tavčar sono stati suddivisi con adeguata selezione in tre tematiche: “Le problematiche dell’essere”, “L’incanto della memoria” e “La Natura Medicatrix”, in ciascuna delle quali sono state evidenziate affinità con autori stranieri affermati.

Nazario Pardini

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1) Da Nazario Pardini: Lettura di testi di autori contemporanei. The Writer. 2014


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