lunedì 12 ottobre 2020

FERNANDO PESSOA: "FURTIVA MANO DI UN FANTASMA OCCULTO"

FERNANDO PESSOA

 

Furtiva mano di un fantasma occulto


Furtiva mano di un fantasma occulto
fra le pieghe del buio e del torpore
mi scuote, e io mi sveglio, ma nel cuore
notturno non trovo gesto o volto.

Un antico terrore, che insepolto
porto nel petto, come da un trono
scende sopra di me senza perdono,
mi fa suo servo senza cenno o insulto.

E sento la mia vita di repente
legata con un filo di Incosciente
a ignota mano diretta nell’ignoto.

Sento che niente sono, se non l’ombra
di un volto imperscrutabile nell’ombra:
e per assenza esisto, come il vuoto.

2 commenti:

  1. Sono stata a Lisbona e ho letteralmente 'respirato' la vita di Fernando Pessoa, che abita ogni angolo di quella misteriosa, affascinante città. Il suo cognome significa 'persona' ed egli incarna la volontà di analizzare con i propri testi le sfaccettature dell'animo umano. Nelle cose che scrive tende a far divenire 'persona' il pensiero e sembra impossibile, ma leggendo liriche come quella postata in questa pagina si ha la netta sensazione che possa riuscirci. Non si può negare che i suoi versi siano ermetici, ineffabili, eppure il "terrore, che insepolto /porto nel petto, come da un trono /scende sopra di me senza perdono" nel cuore della notte, rappresenta senza dubbio un sentimento personificato. La chiusa della poesia, che è lirica in se stessa, tributa il degno plauso a questo pilastro della letteratura europea. Grazie del bellissimo dono e un abbraccio al nostro Condottiero!


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  2. RICEVO E PUBBLICO

    Caro Nazario, per gli ignoranti come me avresti dovuto scrivere che la traduzione è di Antonio Tabucchi - tuo conterraneo - perché uno che rende in italiano in modo così perfetto il sonetto di Pessoa è certamente anche lui un grande poeta. Io questo nome me lo sono dovuto cercare in internet perché, lo confesso, sono rimasta più ammirata della traduzione che della lirica.
    Sto vivendo una esperienza simile nel senso che io e Pasquale Balestriere stiamo facendo tradurre una piccola nostra silloge in spagnolo, idioma che non conosciamo. La cosa sembrerebbe, di primo acchito, facile in quanto le due lingue, italiano e spagnolo, apparentemente sono molto simili ma non è così. Nelle prime bozze che mi sono state inviate per la correzione io mi ero limitata a intervenire sui versi troppo lunghi cercando di sostituire certe parole con dei sinonimi e spesso spostando i termini, come faccio in italiano, per il rispetto degli accenti e favorendo le elisioni. Naturalmente, non conoscendo lo spagnolo, ho dato spesso suggerimenti sbagliati ma altrettanto frequentemente questi suggerimenti - anche se giusti - non sono stati accolti. Perché, se non si ha in testa la metrica, non si sente il ritmo, la musicalità dello scritto. E allora la poesia diventa prosa, bella prosa ma molto differente dagli intendimenti di chi ha creato il testo.
    Io di Pessoa, ho letto abbastanza, ma in un corposo volume prestato dalla biblioteca e la traduzione non era certo opera di Antonio Tabucchi perché, in tal caso, l'autore portoghese mi sarebbe piaciuto infinitamente di più. Grazie comunque a te che ogni tanto ci ammanisci queste perle di cultura.

    Carla Baroni

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