Carmen Moscariello, collabvoratrice di Lèucade |
Carissimo Nazario, come stai?
La mostra emozionante in due punti: lo
studio e la camera da letto dell'artista addobbata con un letto
piccolissimo con baldacchino (tanta grandezza e bellezza in un piccolo letto,
ho visitata la casa di Gaudiì a Barcellona e anche lì un ambiente striminzito,
con un piccolo letto), poggiate al muro le stambelle, nello studio c'era la
sedia a rotelle,, (proprio quella sua, così il mobilio),i colori e un
quadro sul quale stava lavorando poco prima di morire; L'altra grande emozione
l'ho avuta in una sala cinematografica (all'interno della mostra) con i sedili
mobili e posti come in un tram, qui grazie alle lenti 3D con altre otto
persone abbiamo vissuto la tragedia dell'incidente che le rovinò la vita , poi
il viaggio è continuato nei luoghi in cui visse accompagnati dal vivo della sua
voce che nella sua lingua madre ci narrava le sue inquietudini e i suoi
dolori d'amore. Come opere d'arte c'erano una quindicina dei suoi busti sui
quali lei disegnava, c'erano molte foto, non c'erano le sue opere, ma tutto ciò
di personale che le era appartenuto, incantata dai suoi bellissimi abiti.
Tutto era concentrato più sulla sua vita, anche sul quotidiano, che sulla sua
arte. Moltissime sue opere le avevo viste a Roma circa sette anni fa.
E' valsa la pena vedere la mostra, me ne
sono tornata, però, prostrata: Napoli versa nella più tetra miseria e
nell'abbandono. era così sporca che non ho avuto il coraggio di bere
nemmeno un caffè. Sei nel mio cuore, Carmen
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