giovedì 21 ottobre 2021

LOREDANA D'ALFONSO: "LO CHIAMAVANO TYSON" DI MAURO VALENTINI

 

Loredana D’Alfonso su _”Lo chiamavano Tyson” di Mauro Valentini



Loredana D'Alfonso,
collaboratrice di Lèucade

Mauro Valentini, noto giornalista romano, collaboratore Rai (ha lavorato, tra l’altro alla trasmissione “Chi l’ha visto?”) si presenta al suo pubblico con un libro che si distacca completamente dalle sue opere del passato.

Il nome di Valentini è stato accostato a grandi casi di cronaca, come l’omicidio  di Marta Russo all’Università La Sapienza nel 2018 e la scomparsa di Mirella Gregori (quasi simultanea a quella della più nota Emanuela Orlandi) nel 2019.

L’Autore ha sempre saputo coniugare una grande precisione giornalistica con un senso di riserbo, di empatia e di rispetto con i familiari della vittima.

Con “Lo chiamavano Tyson” (Armando Editore) Valentini ci spiazza con un romanzo, che potremmo definire un noir metropolitano, dai toni forti e dai colori decisi.

Una storia che ha per protagonista Tyson, al secolo Fausto Colasanti, 50 anni, una vita di espedienti e di fallimenti alle spalle, di risse e di lavori persi a causa di una rabbia inestinguibile che, per sua stessa ammissione, non ha mai saputo trattenere. Il soprannome Tyson è dato dalla sua statura fisica, il collo taurino e la somiglianza con il pugile.

A Fausto Colasanti viene presentata un’ultima occasione per raddrizzare la sua vita: il commendator Peroni, gigante dell’edilizia, gli affida la custodia della sua abitazione, Villa Azzurra, una splendida costruzione nel cuore dell’Eur, mentre lui si concederà quattro mesi di vacanza alle Isole Vergini con la sua famiglia.

Il tramite tra lui e Tyson è Mario Ascolese, suo amico e chef personale di Peroni.

Tyson coinvolge come socio Alcide Pennello e quindi, per i due amici, si prospettano mesi di  assoluto riposo nella stupenda villa provvista di  piscina e di prato all’inglese, con un credito illimitato nei bar e  nei supermercati.

La torrida estate romana che fa da sfondo alla vicenda si riempie di personaggi talmente verosimili da bucare le pagine.

Mastino ex ragazzo della Magliana, arrivato con la famiglia ad una posizione di grande benessere economico, gestendo il bar “Porto Alegre”, con la figlia Paula, una ragazzina perennemente appollaiata alla cassa, viziata e viziosa, e la possibilità di trascorrere vacanze da nuovi ricchi, alle Maldive d’inverno e in Val d’Aosta in estate.

E poi Germano, fidanzato perbene della scatenata Paula, Fabbietto, all’apparenza irreprensibile e in realtà ladruncolo di orologi di valore, Mansukh ed Harì, indiani che gravitano intorno al bar per captare la possibilità di piccoli furti.

Non manca una storia d’amore appena accennata, incastonata tra le pagine roventi del romanzo.

Il libro è denso di colpi di scena, è intriso di malinconia, ha un finale ad alta tensione che non sveliamo per non togliere al lettore il gusto di scoprirlo da solo.

“Lo chiamavano Tyson” è un libro avvincente che vi terrà inchiodati fino all’ultima riga e protagonista è anche tutta quella parte di popolazione romana che brulica nelle periferie, sradicata ed emarginata.

Non è a caso, infatti, la dedica di Mauro Valentini:

“A quelli della mia generazione, recisa dai quartieri di origine e confinata nelle case popolari di Roma dal 1970 al 1980. A chi ce l’ha fatta e a chi si è perduto”.

Loredana D’Alfonso

 

 

 

 

 

 

 

 

1 commento:

  1. La Rassegna Iplac è ricominciata proprio all'insegna di Mauro Valentini e del suo "Lo chiamavano Tyson", che ha visto Lory impegnata in un'intervista molto interessante e un pubblico quanto mai partecipe. Il romanzo d'esordio del nostro amico Giornalista, esperto in inchieste, riesce a seguire le vite di ben 32 personaggi e ad affrescare uno dei tanti 'ghetti' che si vengono a creare nelle metropoli. In fondo con questa bellissima Opera Mauro Valentini è rimasto legato in qualche modo alla cronaca, all'adesione al vero. Di fatto la serata si è svolta sul registro della malinconia, dell'autenticità e della capacità dell'Autore e di Loredana di farci sentire tutti molto simili ai protagonisti del libro. Ringrazio la mia amica d'anima per questa pagina, che renderà senz'altro molto felice l'Autore e li abbraccio entrambi, coinvolgendo il nostro infaticabile Nume Tutelare!

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