martedì 27 novembre 2018

GUIDO MIANO EDITORE: "NOVITA' EDITORIALI"


GUIDO MIANO EDITORE – NOVITA’ EDITORIALI
E’ USCITA LA RACCOLTA “LEVITA’” DEL POETA GIOVANNI SCRIBANO CON
PREFAZIONE DI MICHELE MIANO
Pubblicata la silloge di poesia LEVITA’, terzo volume dello scrittore GIOVANNI SCRIBANO.
edito da GUIDO MIANO EDITORE, novembre 2018 nella prestigiosa Collana PARALLELISMO DELLE ARTI diretta da Michele Miano.



L’arte come via di verità per lasciare il proprio messaggio nella caducità e precarietà del nostro vivere terreno. Arte come anelito di vita e giustificazione alla nostra breve esistenza. Arte come strumento che giustifica il significato del nostro esistere. Arte come scrittura, arte come raffigurazione pittorica, ma anche fotografica. In ciò risiede il profondo significato della collana “Parallelismo delle Arti”: una poesia supportata, impreziosita, incastonata, valorizzata da riproduzioni artistiche vive, palpitanti, nel segno della condivisione dei valori imperituri di tutte le arti. Poesia come pittura e pittura come poesia. Ma a cosa serve l’Arte? L’arte è il canto della bellezza, e abbiamo bisogno del contatto con le cose belle proprio perché siamo gravati dai problemi quotidiani che rischiano di farci cadere nella depressione o tristezza. È per questo che la bellezza è importante. È un emblema, un’àncora di speranza. L’arte ci rende meno soli.
Spesso il mondo di oggi ci chiede di indossare una maschera allegra, ma sotto la superficie c’è una tristezza che non possiamo manifestare, per non sembrare strani o deboli. L’arte può ricordarci la normalità del dolore. Alcuni dei grandi capolavori mondiali hanno la capacità di rendere visibili a tutti il dolore che c’è dentro di noi. Siamo consapevoli che il dolore fa parte della condizione umana.
L’arte combatte l’ottimismo forzato e finto della società dei consumi. Esiste per ricordarci con dignità che ogni vita comprende anche sofferenza, angoscia, solitudine e confusione.
L’arte cerca di offrirci un equilibrio di vita. Giovanni Scribano lo sa. L’arte che amiamo spesso ci attrae perché ci dà quello che ci manca, controbilancia quello che siamo. Quando siamo commossi da un’opera d’arte (un quadro, una riproduzione fotografica, una testo letterario) forse è perché contiene dosi concentrate di qualità di cui abbiamo bisogno nella nostra vita. Forse è piena della serenità e tenerezza che ammiriamo ma che non possediamo a sufficienza. O forse contiene il dolore e le emozioni represse con cui vogliamo entrare in contatto. L’arte riporta il fascino al posto giusto, sottolineando ciò che davvero merita il nostro apprezzamento. La poesia lo stesso. C’è insomma una sincera esigenza di poesia, che si configura come una delle connotazioni peculiari della nostra epoca.
Si è compreso che senza la poesia non si vive, come l’arte figurativa, perché è una necessità irrinunciabile o una “categoria” fondamentale dell’uomo. E alla poesia oggi ampiamente si ricorre per sentire o risentire un accento di umanità e di fraternità, di dolore ma anche di speranza, di fede, di perplessità e di tormento ma anche comprensione e amore. Oggi più che mai si è persuasi che la poesia, in cui già Leopardi aveva ravvisato l’espressione più pura e più alta dell’uomo, può salvare o contribuire a salvare il terremotato e sconvolto mondo contemporaneo. Pronunciare un verso capace di colmare o accorciare le distanze tra gli uomini, di stabilire rapporti, d’instaurare dialoghi dicostruire un’alternativa al pessimismo e alla disperazione che spesso attanaglia la nostra vita. Cioè la
poesia e l’arte in generale possono ridare valore alla vita.
L’arte è uno strumento per godere di una vita semplice, della necessità di ampliare i propri orizzonti, di un approccio più gioioso alla vita. L’arte è una forza che sostiene il lato migliore della natura umana, rafforzandolo e mettendolo in evidenza in un mondo sempre più distratto, rumoroso e mediatico.
L’arte è una fonte costante di sostegno e incoraggiamento per migliorare noi stessi.
Ma fino a che punto la presenza di un testo poetico può incidere sull’atteggiamento di un artista e viceversa, su parallele e concomitanti fonti di ispirazioni? Se da una parte sono chiari i limiti di concasualità, in quanto ogni artista e poeta rimane fedele a se stesso, dall’altra non si può ignorare quanto la letteratura del passato e contemporanea abbia sollecitato e illuminato le motivazioni di tanta ispirazione artistica e letteraria.
L’accostamento analogico tra letteratura e pittura è infatti una costante della cultura occidentale, variamente interpretato da ogni epoca e tradizione nazionale in relazione ai vari contesti artistici e letterari.
Per secoli sono prevalsi i principi dell’arte poetica di Orazio, Ut pictura poesis e l’assioma di Simonide di Ceo, riferito da Plutarco che la pittura è poesia muta e la poesia è pittura parlante. E non si contano nella storia dell’arte i rapporti di amicizia tra pittori e poeti.
Letteratura e arte per vari decenni sono stati protagonisti di forme di sperimentalismo come provocazione, di sterili avanguardie, distruggendo quei parametri di classicità che hanno tanto contribuito alla formazione di una fratellanza in nome dell’arte e che si fa comunità di intenti.
La progettualità della Collana Parallelismo delle Arti nella Letteratura e arte italiana contemporanea, è quello di rafforzare la condivisione di comuni intenti, dove le tematiche dell’autore trattato sono messe a nudo e in parallelo alla fonte di ispirazione dell’artista: il tema dell’amore, della natura, del dolore, della maternità, i temi degli affetti familiari così cari a tanta poesia. Se spesso l’arte e la letteratura è stata caratterizzata da individualismi e da un protagonismo di certi istrioni, portando con sé inevitabilmente operazioni marketing, questa collana tende invece a rafforzare quei connotati particolari tra poeta e pittore e non più in chiave competitiva o speculativa ma solo in chiave riflessiva e costruttiva.
I volumi della collana sono corroborati dalle immagini di un artista e che in connubio con le prevalenti fonti tematiche dell’autore assurgono a ciò che Kandinsky avrebbe poi definito “lo spirituale nell’arte”.
La proposta che viene fatta è quella di accostare a un gruppo di autori con una scelta di loro testi più significativi, le tematiche e le fonti di ispirazioni parallele di un altrettanto gruppo di artisti contemporanei e che non ha la pretesa di istituire in modo accademico un parallelismo estetico né raffronti linguistici, ma un’ipotesi di chiave di lettura simultanea affidata alla sensibilità del lettore.
Anche se non è difficile riscontrare nella prima metà del Novecento vari parallelismi di sviluppo nelle arti come dimostra Mario Praz nel suo studio Mnemosine.
I primi tre volumi dal titolo Al riaffiorar dei ricordi, Colloquio d’amore e Levità dedicati a Giovanni Scribano sono esempi lampanti di condivisione dei valori universali dell’arte, una sorta di rafforzamento dei legami e corrispondenze tra arte figurativa e letteratura. Tra i vari esempi di accostamento, in particolare nel libro Levità il senso del mistero della Natura nella lirica Capriccio di primavera è accostata al delizioso quadro Finestra sul giardino di Charles Chinet dove l’artista canta il senso della natura nei suoi particolari, immagini consuete, sa elettrizzare la parola pittorica, sa caricarla di freschezza e genuinità.
E ancora sempre nel volume Levità l’incantevole riproduzione La brinata del pittore Attilio De Paoli da Carbonara si amalgama con la lirica Soliloquio di febbraio e la bellezza delle meraviglie del mare nella poesia La voce del mare si incarna perfettamente nella fotografia Accarezzando il tramonto ….
di Michelangelo Miano. Un tramonto “accarezzato” dalla dolcezza dei versi di Giovanni Scribano.

LA VOCE DEL MARE

La voce del mare lasciatela al vento
portatela alla terra e alle bianche stelle
fatela àncora del mio cuore
e vela argentata nelle dolci notti
(….)

Sono alcuni esempi di accostamenti: la condivisione degli stessi temi ispiratori per il poeta e l’artista possono dare una risposta al profondo significato della libertà creativa in nome di un nuovo umanesimo di tipo rinascimentale dove la creatività dell’uomo, libera da condizionamenti, diventa vera protagonista di una nuova dimensione. Si direbbe di “Una vita per sempre”(quarto titolo della fortunata collana).
Proprio per questo i vari volumi risultano voci tra loro intonate e vengono a comporsi in un discorso lirico e unitario e coerente che ben riflette nei suoi aspetti la “condizione umana” del nostro tempo.
Ciò sta a significare che la poesia è viva e prospera e continuerà a fiorire finché l’impegno costruttivo riuscirà a prevalere anche se tra mille difficoltà sulla smania selvaggia e irrazionale della distruzione.
Finchè l’uomo, l’Ulisse “bello” più di “sventura” che di “fama” della nostra epoca potrà ripetere con Umberto Saba (un autore che credeva nella poesia e nella vita e credeva nella poesia perché credeva nella vita) “d’ogni male/mi guarisce un bel verso”.

GIOVANNI SCRIBANO, LEVITA’, prefazione di Michele Miano, nella collana Parallelismo delle
Arti, GUIDO MIANO EDITORE, pagg. 80, con riproduzioni a colori, Euro 25,00 Novembre 2018.
GUIDO MIANO EDITORE – UFFICIO STAMPA - VIA EMANUELE FILIBERTO 12 - 20149 MILANO -
023451804 - 023451806 - Cell 347.5552140 mianoposta@gmail.com

Nessun commento:

Posta un commento