Valeria Serofilli, docente, critico letterario, scrittrice |
AstrolabioCultura
nella persona della Presidente fondatrice Valeria Serofilli venerdi 9 novembre
alle ore 18 presso il Caffè dell'Ussero di Pisa, in Palazzo Agostini di
Lungarno Pacinotti, in collaborazione col Gruppo Scrittori Firenze, presenta il
romanzo storico "Ebbe nome Lionardo, il genio nato a Vinci" (Angelo
Pontecorboli Editore, 2018) dell'autrice d'origine georgiana Elisabeta
Gavrilina.
Il volume, ricostruzione fedele dell'ambiente del Quattrocento, già stato presentato alla Regione e a Vinci, è dedicato agli anni giovanili di Leonardo.Letture a cura di Rodolfo Baglioni, servizio fotografico di Maria D'Ippolito.
Il volume, ricostruzione fedele dell'ambiente del Quattrocento, già stato presentato alla Regione e a Vinci, è dedicato agli anni giovanili di Leonardo.Letture a cura di Rodolfo Baglioni, servizio fotografico di Maria D'Ippolito.
Nota di
lettura di Valeria Serofilli al romanzo "Ebbe nome Lionardo, il genio nato
a Vinci" (Angelo Pontecorboli Editore, 2018) di Elisabeta Gavrilina.
Sono tantissimi i libri dedicati al genio di Vinci.
Così come i film, i documentari, i saggi, le immagini, gli spot e l’immensa documentazione scritta e grafica, reale o creata ad hoc, dedicata alla sua vita e alle sue opere.
Il merito, davvero non trascurabile, di Elisabeta Gavrilina, è stato ed è quello di essere riuscita, con passione, acutezza, costanza, studio e passione autentica, a ritagliarsi, nel mondo vasto e variegato delle opere ispirate a Leonardo, uno spazio autonomo, originale, interessante, non banale e non fittiziamente sensazionalistico.
È riuscita, come un buon pittore (come lo stesso Leonardo avrebbe consigliato) a ricavarsi uno spiraglio adeguato tra luci e chiaroscuri, tra verità e leggenda.
Lo sguardo della Gavrilina a dire il vero propende per la parte reale, o realistica. Ama la documentazione attenta, il suo lavoro letterario sa di ore passate a sfogliare altri libri, confrontando tesi e dati e cercando la quadratura tra fantasia e verità, che è poi l’alchimia (altro termine caro a Leonardo) di ogni libro che si rispetti.
Il lavoro di Elisabeta è allo stesso tempo fiction e in qualche modo saggistica, ma saggistica privata del peso a lei proprio e resa avvincente, come ogni graduale scoperta: quasi una detective story che si tinge anche di psicologia, filosofia, senso dell’esistere, del mistero del genio e dell’esistenza umana.
Non è un caso probabilmente che il libro sia diviso accuratamente in sezioni, in capitoli, in momenti, cronologicamente scanditi con estrema cura, anche coniugando tecniche narrative quali il flashback e l'anticipazione.
Proprio perché il tempo, con la sua spietatezza ma anche con la sua generosità, è parte integrante dell’alchimia a cui si è fatto cenno. È per così dire uno dei protagonisti principali della vicenda narrata.
Si parla, ad esempio, della parentela di Leonardo (dato che si tratta di una “saga” familiare, come la definisce con amore e orgoglio la stessa autrice) e della formazione del futuro genio.
Ciò che rende avvincente, tra l’altro, questa pubblicazione, è che ogni brano dell’intero libro è stato ispirato a un fatto storico oppure a un dipinto, un disegno o un pensiero di Leonardo (perfino il titolo è una citazione, ed è un altro escamotage che attira e incuriosisce).
Visto il luogo in cui avviene la presentazione odierna, mi piace segnalare, tra i molti esempi possibili, il brano del libro relativo a Pisa e anche quello relativo al Polittico di Pisa di Masaccio, per illustrare la folgorazione di un bambino di fronte a un capolavoro ( a questo riguardo si vedano le pagg.da 241 a 244).
Di particolare interesse è anche il brano dal titolo “Il testamento”, uno dei punti chiave, anche dal punto di vista della psicologia e del senso complessivo dell’intera narrazione ( pagg 38- 43). La stessa autrice dichiara che è stato molto difficile scriverlo perché si trattava di un materiale davvero ostico.
Questo brano, così come altri di particolare complessità, li lascio scoprire al lettore che avrà tra le mani il libro nella sua organica completezza. Solo in tal modo sarà possibile gustare in modo soddisfacente la complessità dell’insieme, la panoramica che la Gavrilina ci propone sia del genio fiorentino che della sua epoca.
Si tratta dunque di una pubblicazione di notevole spessore e concludo consigliandone la lettura, in virtù soprattutto della capacità dell’autrice di abbinare la profondità e l’accuratezza della documentazione con una narrazione che possiede il gusto dell’affabulazione e un ritmo sempre avvincente e accattivante, fatto anche di episodi gustosi, e lievi, aneddoti. Una buona lettura, quella di questo libro, per scoprire meglio un personaggio fondamentale della cultura e dell’arte di tutti i tempi. Sempre attualissimo.
Sono tantissimi i libri dedicati al genio di Vinci.
Così come i film, i documentari, i saggi, le immagini, gli spot e l’immensa documentazione scritta e grafica, reale o creata ad hoc, dedicata alla sua vita e alle sue opere.
Il merito, davvero non trascurabile, di Elisabeta Gavrilina, è stato ed è quello di essere riuscita, con passione, acutezza, costanza, studio e passione autentica, a ritagliarsi, nel mondo vasto e variegato delle opere ispirate a Leonardo, uno spazio autonomo, originale, interessante, non banale e non fittiziamente sensazionalistico.
È riuscita, come un buon pittore (come lo stesso Leonardo avrebbe consigliato) a ricavarsi uno spiraglio adeguato tra luci e chiaroscuri, tra verità e leggenda.
Lo sguardo della Gavrilina a dire il vero propende per la parte reale, o realistica. Ama la documentazione attenta, il suo lavoro letterario sa di ore passate a sfogliare altri libri, confrontando tesi e dati e cercando la quadratura tra fantasia e verità, che è poi l’alchimia (altro termine caro a Leonardo) di ogni libro che si rispetti.
Il lavoro di Elisabeta è allo stesso tempo fiction e in qualche modo saggistica, ma saggistica privata del peso a lei proprio e resa avvincente, come ogni graduale scoperta: quasi una detective story che si tinge anche di psicologia, filosofia, senso dell’esistere, del mistero del genio e dell’esistenza umana.
Non è un caso probabilmente che il libro sia diviso accuratamente in sezioni, in capitoli, in momenti, cronologicamente scanditi con estrema cura, anche coniugando tecniche narrative quali il flashback e l'anticipazione.
Proprio perché il tempo, con la sua spietatezza ma anche con la sua generosità, è parte integrante dell’alchimia a cui si è fatto cenno. È per così dire uno dei protagonisti principali della vicenda narrata.
Si parla, ad esempio, della parentela di Leonardo (dato che si tratta di una “saga” familiare, come la definisce con amore e orgoglio la stessa autrice) e della formazione del futuro genio.
Ciò che rende avvincente, tra l’altro, questa pubblicazione, è che ogni brano dell’intero libro è stato ispirato a un fatto storico oppure a un dipinto, un disegno o un pensiero di Leonardo (perfino il titolo è una citazione, ed è un altro escamotage che attira e incuriosisce).
Visto il luogo in cui avviene la presentazione odierna, mi piace segnalare, tra i molti esempi possibili, il brano del libro relativo a Pisa e anche quello relativo al Polittico di Pisa di Masaccio, per illustrare la folgorazione di un bambino di fronte a un capolavoro ( a questo riguardo si vedano le pagg.da 241 a 244).
Di particolare interesse è anche il brano dal titolo “Il testamento”, uno dei punti chiave, anche dal punto di vista della psicologia e del senso complessivo dell’intera narrazione ( pagg 38- 43). La stessa autrice dichiara che è stato molto difficile scriverlo perché si trattava di un materiale davvero ostico.
Questo brano, così come altri di particolare complessità, li lascio scoprire al lettore che avrà tra le mani il libro nella sua organica completezza. Solo in tal modo sarà possibile gustare in modo soddisfacente la complessità dell’insieme, la panoramica che la Gavrilina ci propone sia del genio fiorentino che della sua epoca.
Si tratta dunque di una pubblicazione di notevole spessore e concludo consigliandone la lettura, in virtù soprattutto della capacità dell’autrice di abbinare la profondità e l’accuratezza della documentazione con una narrazione che possiede il gusto dell’affabulazione e un ritmo sempre avvincente e accattivante, fatto anche di episodi gustosi, e lievi, aneddoti. Una buona lettura, quella di questo libro, per scoprire meglio un personaggio fondamentale della cultura e dell’arte di tutti i tempi. Sempre attualissimo.
Valeria
Serofilli
Caffè dell'Ussero di Pisa, 9 novembre 2018
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