venerdì 23 novembre 2018

NAZARIO P. LEGGE: "FEBE" DI R. ELISA GIANGOIA




Rosa Elisa Giangoia: Febe. Dal tempo all’eterno. Europa Edizioni. Roma. Ottobre. 2018. Pag. 202

Rosa Elisa Giangoia


Rosa Elisa Giangoia si presenta alla scena letteraria con un nuovo impegnativo testo narrativo: filosofia, teologia, amore, speculazione, cultura, fede, parola, novella, eterno, società, sollecitazioni, dubbi... Un insieme di messaggi umani e ultra che ci turbano e acquietano al contempo; come ricordano Tagore o Hikmet in certa letteratura lontana dal pragmatismo occidentale,  l'interesse socio-umanitario non esula dallo spirito religioso. “quando si distolse dai suoi pensieri e riprese a prestare attenzione alla lettura della lettera di Paolo (Di Tarso), sentì che veniva consigliata la verginità come migliore condizione di vita... Paolo lodava la verginità in quanto condizione che permette di svolgere in pieno i doveri della vita cristiana, poiché in essa ci si deve occupare solo delle cose di Dio...”.  Dobbiamo subito dire che la scrittrice dimostra fin da subito le sue alte qualità analitico-storiche nel rendere attuale un argomento che vive e si fortifica nella società dell’antica Grecia. La narrazione si fa  netta e pulita, espansa o apodittica in base alle esigenze del caso. Come si legge in quarta: “Febe è una donna greca, colta e curiosa, dotata di un’intelligenza vivace e un animo gentile; figlia del suo tempo, rispetta gli dèi e i precetti dei suoi avi ma sono molte le domande che albergano nel suo cuore e che non trovano risposta nel culto dei padri...”. Febe, il titolo del romanzo, che, con tutti i connotati di una vicenda strettamente umana, vive quei quesiti  che l’uomo si pone e si è posto dal momento della sua apparizione sulla terra. Cambiano i tipi di società, le relazioni fra i popoli, i modi di vivere, ma i dubbi che riguardano il rapporto dell’individuo col Cielo e della sua vicenda col tempo sono sempre gli stessi. E direi irrisolti a meno che non ci si affidi ad una fede concreta e indistruttibile. Allora tutto appare naturale in questo succedersi dei giorni in mano alla volontà del Creatore. Sta qui la modernità del racconto, nell’analizzare l’animo umano in tutta  la sua struttura psicologica oltre il dipanarsi del tempo. Il contenuto è affidato ad una narrazione sciolta, scorrevole, quale può essere quella di una poetessa, narratrice, saggista, versatile e plurale che ha dato e dà tutta se stessa alla diffusione della cultura e che ha sempre fatto della scrittura motivo di vita. La straordinaria perlustrazione del mondo umano combattuto fra il presente e il futuro, fra il qui e l’eterno, fra l’immanente e il trascendente, è trattata con dovizia di sfumature trasversali che rendono le pagine interessanti e accattivanti. Non certo descrizione ma analisi psicologica rappresentata in una diacronica successione evolutiva. Non è facile tradurre in scioltezza narrativa argomenti di carattere introspettivo, dove le sequenze psicologiche hanno la meglio su quelle descrittivo-narrative. Quello che fa Elisa Giangoia affidandosi al suo intuito di scrittrice navigata, immersa in una storia di conversione: “... Una storia di conversione lontanissima nel tempo eppure straordinariamente vicina al cuore di chi voglia ad essa accostarsi, per ripercorrere con Febe un intenso cammino di crescita, spirituale e umana.” (dalla quarta di copertina). In un cammino in cui la spiritualità fa da filo rosso nella traccia del racconto. E dove la meditazione sull’esistere diviene cuore di un quesito universale: “Tra noi e l'inferno o il cielo c'è di mezzo soltanto la vita, che è la cosa più fragile del mondo.>>. (Blaise Pascal, Pensées). “... Ora non aveva più nulla da cercare, non le importava più leggere altri libri, ascoltare nuove proposte di vita... Le sembrava importante solo diffondere quella parola tra la gente, soprattutto perché si conservasse e potesse passare di generazione in generazione quella verità che lei aveva avuto la fortuna (o il dono?) di ricevere.
Purtroppo non rivide più Paolo (Di Tarso) e non poté mostrargli i testi di Aristotele...
Ci vollero molti secoli perché questi tornassero ad alimentare le menti degli uomini.”. E’ così che il testo si conclude, con una conversione conquistata attraverso pensamenti, dubbi,  riflessioni e scarti spirituali che sanno tanto di vita.

Nazario Pardini

BIBLIOGRAFIA

Rosa Elisa Giangoia ha redatto manuali scolastici, tra cui un’edizione delle Bucoliche di Virgilio con annotazioni in latino. Ha pubblicato romanzi (In compagnia del pensiero, 1994; Fiori di seta, 1998; Il miraggio di Paganini, 2005), testi teatrali (Margaritae animae ascensio, 2014), saggi critici (Appunti di poesia, 2011), sillogi poetiche (Agiografie floreali, 2004; Sequenza di dolore, 2010; La vita restante, 2014) e altri vari testi, tra cui due saggi di gastronomia letteraria (A convito con Dante, 2006 e MAGNA ROMA. L’alimentazioine al tempo degli antichi Romani).

1 commento:

  1. Complimenti, carissima Elisa. E' un vero piacere incontrarti qui, con l'imponenza del tuo lavoro di una vita, un' attività incessante sempre di altissimo livello che, personalmente, ho iniziato a conoscere soltanto da pochi anni, ma che mi sta facendo scoprire una persona squisitamente umana, schietta senza mai essere supponente, attenta e generosa, oltre che dotata di solida profonda raffinata cultura. So che detesti i discorsi infarciti di lodi e aggettivi, ma perdonerai, spero, questa ostica bresciana di solito incapace di complimenti e lodi. La bellezza della scrittura sta anche in questo uscire dalle proprie inibizioni. Un abbraccio e a presto.

    Maddalena

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