venerdì 20 agosto 2021

MARCO DEI FERRARI: "OSARE PER "ESSERE""

 OSARE PER "ESSERE" (1° Parte)


Marco dei Ferrari,
collaboratore di Lèucade

"Osare" è l'imposizione categorica che connota ogni nostra attività psico-fisica. Ma la volontà di "osare" presuppone sapere quel che si vuole dalla vita operativa con il perseguimento del conseguente risultato personale-collettivo (obiettivo). Fondamentale per ogni risultato è la convergenza di ogni energia (mentale) nel pensiero positivo (per evitare la caduta in stati d'animo negativi e in situazioni senza alternative percorribili). La positività completa il modello esistenziale attivando la massima intensità per tutto quello che si tende a volere e comporta l'effetto di trovare il "modo" più appropriato per evidenziarne indirizzi e finalità di impegno progettuale. Il "modo" (ovvero la procedura interiore/esteriore) dunque si trasforma in "obiettivo" che si realizza esprimendosi in una risultante positività fattibile e motivante. Volendo esemplificare taluni obiettivi da raggiungere si può meditare sulle motivazioni indicate da Roberto Re in un suo importante, incisivo e pregnante lavoro.

Domandiamoci con lui:

1. Il risultato avrà riscontri sul tuo "essere"?

2. Come starai riuscendo a completare tutti gli obiettivi?

3. Come migliorerà la tua posizione personale, familiare e sociale?

4. Quali negatività riscontrerai se non ti attiverai positivamente?

5. L'autostima (esistenziale) potrebbe condizionarsi se non raggiungessi la "globalità" attiva (azione-percezione-riflessione)?

E non dimentichiamo che un "obiettivo" deve poi concretarsi a scadenze certe e allocarsi in una programmazione complessiva/orizzontale/verticale. Programmarsi in sequenza (giornaliera) è infatti molto utile per raggiungere lo scopo alimentandosi in un surplus di "energia/vitalità" che costituisce la basilarità dell'essere totale (nel senso di sentirsi tale). Aggiungiamo a chiusura che:

1) l'obiettivo deve rappresentarsi stimolante, ambizioso e realistico (ma con la necessaria gradualità operativa: strafare non paga).

2) Il maxi-obiettivo è perseguibile pianificandosi in un sistema di "mini-obiettivi" a crescita in progressione: tale procedersi necessiterà di una concreta dimensionalità misurabile e specifica ("focus" preciso) finalizzata alla determinazione del percorso da intraprendere per ricollocare lo scopo su orizzonti sempre più larghi, accessibili e realistici ad effetto multi-disciplinare. "Osare" ovviamente dovrà trovare la propria consapevolezza nella individuazione di una priorità produttiva da articolarsi in un divenire sequenziale così delineato: proattività (iniziativa); ascoltare e intuire; collaborare (sinergia); continuare a migliorare priorità da fissare e perseguire totalizzando ostacoli e traguardi.

A supporto di quanto espresso, citiamo alcune riflessioni di N. Parkinson (autore del famoso libro: "La legge di Parkinson").

A) "Il lavoro dura sempre quel tanto che è necessario a colmare il tempo disponibile per compierlo".

B) "Tutto ciò di cui ho bisogno è già dentro di me".

C) "Ogni momento che passa divento sempre più forte".

Queste considerazioni (tratte da riflessioni di STEPHEN COVEY) aiutano a sottolineare quanto sia importante comprendere come si sta spendendo il proprio tempo (almeno il 50% di quello consentitoci) con ponderazione e pianificazione per delinearsi benessere e valorizzazione di ideali e princìpi personali valoriali.

Ricordare che il proprio tempo è "spesa energetica" ed è la risorsa più importante per l'effetto-risultato aiuta a valutare la sintesi della progettualità incentivante condensata in 5 step propositivi come: energia; tempo; competenze; soldi; accesso (ad esperienze, informazioni, luoghi, relazioni) che occorre sempre significare. In proposito è bene riflettere sull'emozionalità correlata che è tanto un pericolo nell'ostacolare ogni progettualità quanto un incentivo formidabile a trasformare la negatività (emozionale) nell'entusiasmo della divertente "tranquillità" per sollecitare le energie più sicure ad affrontare ogni situazione (giocare per creare indirizzi produttivi - sembra la via più formidabile per avvicinarsi all'essere basilare). La riflessione sulle risorse disponibili è poi una verifica ineludibile per agire nella metamorfosi produttiva umanizzante e attuabile con direttive sempre più ambiziose/edittali. In merito al valore del "tempo" quale componente primaria della produttività, è utile riportare una riflessione di Tolkien: "è il lavoro che non inizia mai quello che richiede più tempo per essere terminato".

Si pone qui il tema del "rinvio" - deleteria consuetudine di gravità estrema. Il rinviare infatti significa pensare senza agire ed è una strategia fallimentare in quanto evidenzia il dramma della fuga dal rischio e dal confronto con la responsabilità dell'errore e con la paura di decidere. N. HILL rileva che "la mancanza di decisione è in cima alla lista delle trenta principali cause di fallimento". Si può sottolineare a corredo che la decisione (o non) si articola concretamente su due forze fondamentali: paura e amore (John LENNON). Paura di "non essere" o sbagliare; eccesso di perfezionismo (paralizzante e ambivalente) che blocca con il rinvio permanente e rende incerta ogni procedura espressiva di affermazione della capacità e creatività personale. Al contrario la consapevole ottimistica creatività nel percorso attiva gli step necessari e agevola il superamento di ogni ostacolo/imprevisto (interiore/esteriore). Un altro elemento da evidenziarsi nell'analisi dell'azione produttiva è quello mentale comprensivo del sentimento amoroso che amplifica la dimensione reattiva positiva relegando la negatività a buchi oscuri del "passato" (pericoloso raffronto nella quotidianità singola e collettiva...). "La mente è un mondo a sé, e da sola può rendere il paradiso un inferno e inferno un paradiso" (così John Milton). Da queste osservazioni, si ricava la necessità di concentrarsi solo su presenze psichiche positive, respingendo il cumulo delle esperienze negative (che tende al soffocamento di ogni iniziativa psicofisica autonoma, e di ogni motivazione passionale ed entusiastica che sia) nella ricerca dell' "essere"-fonte di energie interiorizzate nella nuova posizione dialettica dell'oggetto-soggetto-spiritualizzato e umanizzato. La conseguenza della negatività diventa pigrizia e disinteresse esistenziale che favorisce il "rinvio" (di cui già accennato). L'esistenzialità operativa nel rinvio inoltre si condensa ancora in due punti cardinali: la scusa e il risultato (con la scusa non si avanza anzi si perde tempo e non si fronteggia lo stress). "Procastrinare è una trappola" "con le scuse non si va da nessuna parte" (dice Napoleon Hill).

Il rinvio/scusa (schema comportamentale) presuppone scarsa fiducia in sé e assedio costante di idee/paure irrazionali paralizzanti. Conseguenza è l'ingigantire delle difficoltà e il fallimento dell'autostima (in primis mancanza di coraggio); tuttavia la giustificazione è sempre in agguato con i classici luoghi comuni che distruggono definitivamente la volontà di "essere", "osare" ed operare. Fronteggiare e annullare il rinvio con il ribaltarne gli effetti significa agire subito anche con mini-obiettivi (mini-azioni) semplici e realizzabili con il minimo sforzo (concetto già espresso sopra). Il fare anche minimale risolve l'avvio e il risultato: il fare tutto subito non risolve: "non puoi fare tutto" (Geffrey Jitomer).

B. Franklin liquidava il rinviare con una asserzione molto pregnante: "puoi anche rimandare, ma il tempo non lo farà".

È essenziale peraltro pianificare ogni azione (efficace e positiva) senza lasciare nulla al caso, ma senza dimenticare la "scintilla" del progetto imprevisto e creativamente innovativo che sconvolge equilibri acquisiti e tradizionalità solidificate.

Il progresso è una scintilla di imprevisti.

Ma la scintilla dei grandi risultati è un'eccezionalità, poichè "I grandi traguardi non si raggiungono mai da soli", sosteneva Pietro Mennea e progettualizzare significa ottimizzare (risorse - tempo - cooperazione) per conseguire ogni passaggio con il minimo sforzo possibile ("Il miglio modo per avere una buona idea è avere molte idee" - L. PAULING). Fondamentale è poi tutto il "sistema" di vigilanza operosa sull'avvio di qualsiasi azione soggettiva-oggettiva. Prepararsi all'azione è più importante della stessa (prescindendo da ogni risultato) come dice Buddy Knight. La fase di pianificazione si può peraltro preordinare sviluppando alcuni momenti insostituibili: intercettare (pulizia mentale per evitare confusione di idee e cose che distolgono l'attenzione da tutto ciò che è realmente importante); chiarire (per ogni azione valutare qual è utile, quale il delegabile, quale da cestinararsi. Importante definire lo scopo dell'obiettivo assegnando compiti specifici e delegando responsabilità con corretto, essenziale scambio di informazioni e comunicazioni e con eventuali verifiche interne). Mirco Gasparotto interpreta così il problema: "un imprenditore di successo è tale se la sua azienda funziona anche senza di lui"; organizzare (metodo delle liste tematiche: es. libri da leggere, seminari, siti web da consultare, clienti da contattare); e revisionare (misurare i risultati sotto vari punti di vista come finalità, obiettivi, ambiti di interesse e responsabilità, progetti in corso, azioni in corso, valutazione delle risorse necessarie lungo il percorso, frammentazione dei vari compiti con scadenze temporali di esecuzione) sono la scaletta biblica di un imprenditore di elite.

Questi percorsi presuppongono una dicotomica differenziale tra il concetto di efficienza (capacità di esecuzione nel modo più giusto ed economico possibile) e di efficacia (capacità di produrre -fare- l'effetto e i risultati desiderati). "Il tempo di esecuzione non denota la sua importanza" (Timothy Ferriss), ovvero il "tempo " è componente essenziale in un progetto, ma non qualifica il risultato. Non si può dimenticare poi che nel procedimento operoso anche l'errore può essere fecondo per capire meglio la strada da intraprendersi. L'errore è molto più importante di quanto non si creda, essendo componente dinamica e incentivo propulsivo di un piano d'azione della perfezione dell'"Essere" che è base di ogni effetto concreto del "fare". I risultati materiali sono generati da ciò che si è e da come si valutano i rapporti dialettici tra artifex e oggettualità integrata nell'umanizzazione dell'oggetto (fare/fatto) che conduce all'avere (non il contrario), e alla spiritualità globale. Dunque: essere -> fare -> avere è il percorso riconducibile ad ogni dettaglio di operatività min/max ed è bene rammentare che "seguire un compito di poco rilievo non lo fa divenire rilevante" (Ferris), anche se la felicità impressiva è un componente indispensabile come asseriva B. Disraeli "forse l'azione non porta sempre la felicità, ma non c'è felicità senza azione". Il compito di "essere" nel coraggio dell'osare implica anche una particolare attenzione all'importanza dell'efficacia operativa da analizzare in profondità con le necessarie regole direzionali. Alcuni esempi aiutano a definire il concetto di applicabilità. Come:

- l'uso del proprio tempo che caratterizza l'azione e si pone in netto contrasto con le distrazioni che possono bloccare il processo creativo (dunque necessario prevenirle e circoscriverle, dedicando alle stesse un tempo preciso e segregandole a una pausa determinata (batching). Il concentrarsi sulle soluzioni dei problemi (riflessione) abbandonando lamentele inconcludenti, scontate e interruzioni negative. Diceva Voltaire: "nessun problema può resistere all'assalto di una riflessione approfondita". - prendersi cura di sé e ritagliarsi spazi personali, imparando a "dire no" nel rispetto (personale) dei propri impegni e sforzi psico-fisici. Paradossalmente quasi "dire no" diventa educativo più del "sì" come modello utile per sé e per gli altri.

Infatti non sempre l'Essere esige "linearità" di condotta interiore, ma trae continuità dall'alternarsi tra linfa vitale per solidificarsi e spiritualità cosciente per radicarsi nella creazione. Da questa duplice esigenza dell'Essere si conducono alcune ulteriori riflessioni sui compiti delle finalità terrene/produttive; quali il concentrarsi in un solo risultato per volta; lo sfruttare al meglio i "tempi morti" della giornata con altre occupazioni; il conservare lo stato di "esperienza ottimale" (flusso-scienziale), condizione di completa motivazione sul progetto/obiettivo nello svolgimento di un approccio minimale iniziale (che anche lo scrivere favorisce); la ricerca di ispirazione e guida di grandi protagonisti sperimentali (non teorici ma pratici); la trasformazione del credere (o credenze) dal limitante al potenziante. W      James in proposito afferma che la grande rivoluzione generazionale del nostro tempo è la scoperta che il cambiamento dell'atteggiarsi mentale interiore modifica gli aspetti esteriori delle vita individuali. Questo a significare che l'Essere non è monoliticamente indirizzabile ma si fraziona nelle contingenze micro-minori (esseri/cose) che attengono attività, pensieri, risultati, produttività, comportamenti e obiettivi, in una presenzialità auto-olistica di riferimenti razionali a verifica permanente. Franco Campegiani nel suo originale lavoro filosofico "Ribaltamenti", ad esempio, conferma l'assunto sostenendo l'esistenza di una "miriade di ragioni" contrapposte a testimoniare l'assenza di "universalità" negli "esseri" componenti e derivati, artefici di produttività multiversa nelle "cose" umanizzate dalla spiritualità collettiva.

Ancora sostiene che "nel finito, l'infinito non può presentarsi direttamente"; che "non è il panteismo che racchiude e imprigiona Dio nel mondo...; ma tuttavia nell'uomo esiste la trascendenza (coscienza prima e profonda - l'alter Ego) angolazione coscienziale, assoluta e relativa a compenetrarsi e giustificarsi. I "misteri" dell'Essere non finiscono mai di stupirci.

FINE PRIMA PARTE                                                                                                                Marco dei Ferrari

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3 commenti:

  1. Stimolante saggio di psicologia comportamentale e di pensiero positivo, teso a ottimizzare l'operatività dell'essere umano, incrementandone l'autostima di fondo. Tutto parte dal "sapere ciò che si vuole", per giungere con gradualità e senza strafare alla realizzazione delle proprie pulsioni interiori. Un vademecum prezioso che mira a raggiungere la massima concretezza d'azione, ponendo al bando, vuoi la pigrizia che spinge al rinvio ("procrastinare è una trappola"), vuoi l'impazienza che vorrebbe raggiungere tutto subito. Inoltre, collaborare è importante, perché "i grandi risultati non si raggiungono mai da soli", come sosteneva Pietro Mennea. Marco dei Ferrari sorprende con questo saggio che mostra - se ancora ce ne fosse bisogno - la vastità e vitalità dei suoi interessi culturali.
    Franco Campegiani

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  2. Ovviamente non mi è sfuggita la citazione che Marco ha fatto del mio saggio filosofico e ovviamente lo ringrazio per avere avuto la bontà di farlo a conclusione del suo stimolante scritto, con la considerazione che "i misteri dell'Essere non finiscono mai di stupirci".
    Franco

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  3. Franco Campegiani, cultore profondo del sistema "essenziale", grande Autore di testi filosofici, mi stimola al confrontarmi sempre più con le sfide della psico-sofìa comtemporanea.
    Nel "ribaltamento" socio-esistenziale attuale esistono tutte le premesse e le conclusioni del nostro "vivente" che è un "vivere/convivente" con la relatività dell'Assoluto, di cui Franco è brillantemente artefice teorico.
    Lo ringrazio vivamente.

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