martedì 24 marzo 2015

MARIA GRAZIA FERRARIS SU "LA MIA LEUCADE"



Maria Grazia Ferraris collaboratrice di Lèucade

SU "LA MIA LEUCADE"  NEL BLOG 
DEL MESE DI MARZO

Ci voleva l’intervento di Vito Lolli che evoca visivamente e simbolicamente Leucade …
(“…la silenziosa ed evocativa presenza di un vecchio faro in disuso sopra le poco visibili pietre perimetrali dell'antico tempio di Apollo: è il promontorio che costituisce la punta meridionale dell'isola, la meravigliosa scogliera verticale dove la tradizione colloca la scena del suicidio di Saffo. Lì è possibile l'ascolto del vento e del moto ondoso fino a dissolvere la sensazione del tempo. L'isola poetica è raccolta, separata dal mare ignoto e sempre rischioso. Chi vuole raggiungerla deve rinunciare ad ogni approdo e ad ogni stabile stazionamento. Deve lasciare la terraferma del senso comune e delle illusioni di conoscenza…”)…
Ci voleva l’intervento suggestivo di Lolli, dicevo, (cui sono seguiti altri 20 ammirativi interventi!) che rievoca il senso il valore il colore la possibilità polifonica della poesia …perché N. Pardini decidesse di dedicare al suo blog, così generosamente aperto a tutti i venti, la “sua Leucade”…e ne sentivamo il bisogno, così come quello della sua interpretazione: “Il viaggio tormentato di una memoria che dal ventre della terra cerca di proiettarsi in mondi di onirica bellezza”che passa attraverso il ripensamento che “le poète c’est la mer et le fleuve”…
Leucade dunque, l’utopia che ci aiuta a vivere. La poesia, la bellezza.
“…E Leucade è l’isola che non è, e mai sarà” … “ Leucade rappresenta la purezza laica, la bellezza, l’isola dell’equilibrio classico, della realizzazione del supremo su questa nostra problematica terra; il tentativo di elevarci laicamente al sapore del durevole…  Un’isola mitica e magica, irrealmente reale; un’isola a cui tutti i poeti sentono il bisogno di arrivare; carico della dalla voglia di approdare all’isola immaginaria …” 
“Poesia è vita; … E che cosa è la vita se non che la memoria e il sogno…”

…Ventilava/ zefiro eterno l’isola di Lèucade / eternamente dolce nel respiro/
 di lavanda e di timo…

Excursus verso un mito del passato che si spalanca verso il futuro, rappresentato già da Ulisse che riprende, nonostante la nostalgia di casa, la sua navigazione. …

Qui tutto è sapido. Lo so! I profumi/ dell’isola, il ginepro, la lavanda,                            
e tu che ho ritrovato. Ho sempre in mente  /  il volo urlato della procellaria.
Mi strappava la carne…..

Magnifico intreccio di suoni e profumi, colori figure e significati.
 “Mi piace definirla – la Poesia- quella parte di noi che più si avvicina all’inarrivabile. Sì, all’inarrivabile; e finché avvertiremo questa voglia, questo impulso, questa necessità di elevarsi, esisterà anche il serbatoio della Poesia. Un traguardo quindi inarrivabile anche perché non esiste linguismo sufficiente a concretizzare questi input emotivi che l’anima genera…”
Non v’è rimpianto nostalgico o accettazione incondizionata: è un Eden che accoglie il poeta  e l’uomo in generale, con tutte le sue inquietudini e il suo bisogno di risposte e di serenità.

Lèucade non mi concesse/ morte né oblio, ma solo la ricchezza
d’immagini feconde rivissute/ da un’anima al di sopra delle povere
storie del giorno. E ti rivissi, vita, /con un sentire lieve e tanto amato
che in ogni fatto lieto o meno lieto,/ ma scampato, vidi un superbo dono.

Solenne endecasillabo che  introduce una nuova fase della “ visione “ del poeta, onirico e turbato.
Una dichiarazione di fede nella Poesia, un inno alla Bellezza  imperitura., Fede pur nel dubbio che rende significativa l’Utopia, valida sempre, nel passato e nel presente.
Questi testi oltre che essere POESIA, sono una dichiarazione di poetica che collegano N.P. alla più alta poesia dei nostri ormai classici del Novecento.
 Mi sovviene una lirica –inconsueta- di G. Ungaretti, di potente polisemica ambiguità, che appare nel Sentimento del tempo, dal titolo L’Isola .del 1925:  l'isola,  un paesaggio fuori dal tempo che è un insieme di realtà e sogno, paesaggio di poesia –larva languente- o ninfa abbracciata ad un olmo- fiamma vera- che rappresenta anche un'interpretazione metafisica della vita e dell'arte. La voglio ricordare:

UNGARETTI : "L'ISOLA"

A una proda ove sera era perenne
Di anziane selve assorte, scese,
E s’inoltrò
E lo richiamò rumore di penne
Ch’erasi sciolto dallo stridulo
Batticuore dell’acqua torrida,
E una larva (languiva
E rifioriva) vide;
Ritornato a salire vide
Ch’era una ninfa e dormiva
Ritta abbracciata ad un olmo.

In sé da simulacro a fiamma vera
Errando, giunse a un prato ove
L’ombra negli occhi s’addensava
Delle vergini come
Sera appiè degli ulivi;
Distillavano i rami
Una pioggia pigra di dardi,
Qua pecore s’erano appisolate
Sotto il liscio tepore,
Altre brucavano
La coltre luminosa;
Le mani del pastore erano un vetro
Levigato da fioca febbre.

Sono motivi poetici inquieti di grande valore umanistico ben presenti al Nostro in un  magnifico intreccio di figure di significato: la ricerca del tempo nel paesaggio come profondità storica; la sensazione di una civiltà minacciata di morte che induce alla meditazione sul destino dell’uomo e a sentire il tempo come effimero in  relazione con l’eterno; la coscienza dell’invecchiamento e del morire della sua stessa carne, un possibile varco verso le regioni dell’assoluto: mani di vetro levigato da fioca luce…
Leucade è forse una onirica moderna Arcadia, in cui le inquietudini, si placano o trovano conforto nell’immaginazione di una terra unica esistente in qualche luogo della memoria e dell’immaginazione.  Nella costruzione verbale dell’Eden, la parola è luce, pace, armonia , ma anche fiamma e febbre e la prospettiva è quella del miraggio, una costruzione mirabile operata dalla luce del sole sul deserto che ci circonda..

Maria Grazia Ferraris



2 commenti:

  1. Ho letto i due canti classici di Pardini, le due poesie dedicate al mito, all'uomo, e all'umano. E di seguito sono approdato ai commenti dei vari scrittori. Ma, questo pezzo, sinceramente, mi sembra il più sincronizzato. E' molto intonato il riferimento all'Isola di Ungaretti.Devo dire che ne è uscita una pagina densa di conoscenza, e, quello che più conta, di frequentazione letteraria. Poesia su poesia. Un binomio inscindibile di forze centrifughe; dopo questa pagina si apre più ancora la mente e il cuore all'opera dello scrittore pisano. Grato della lettura.

    Prof. Angelo Bozzi

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    1. La ringrazio prof. Bozzi per la partecipe ed attenta lettura che mi riserva, a dimostrazione della sua sensibilità, competenza e raffinata cultura letteraria.
      M.Grazia Ferraris

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