Mi ero messo in testa di escogitare
qualcosa che andasse contro al "Narciso Muore", equivocando, volutamente, tra il
personaggio della mitologia greca e il fiore.
Credo sia riuscita l'operazione che ha
dato il là al primo verso che doveva lasciare il lettore di stucco (piacque
assai al Reading di Lerici: Argonauti nel Golfo dei Poeti).
Ubaldo de Robertis
Narcissus poeticus
Stordisce…la
neve d’aprile
( il nome Narcissus deriva dalla
parola greca narkào
che equivale a stordisco. Certo
che una nevicata fuori
stagione stordisce l'uomo e colpisce i germogli)
Il giorno che mi presi sul serio
presi fuoco di noia
e
vennero pioggia e neve
e
il rumore secco di stille
fra
le falle di tegole che dalle travi
veniva
giù sull’impiantito
insieme
alle lacrime finché
il
buffone che è in me
perse
la mitezza e oscurando la voce
sgraziata imbrattata di vino
schiuse
l’uscio quasi a sfidare il cielo
aprendosi
ai fulmini ariosi della follia
C’era
il narciso da rianimare
un
attimo prima che di gelo morisse
Ubaldo
de Robertis
Da Se la Luna fosse….un Aquilone, Limina Mentis, Editore, 2012
Carissimo Ubaldo,
RispondiEliminauna poesia di forte impatto emotivo, dove il tuo solito simbolismo ci introduce con una versificazione autoptica e geniale nei meandri dell'essere e dell'esistere. C'è la vita con tutto il suo dicotomico fluire. Con quella simbiotica fusione fra dolce e amaro, bello e brutto, buio e luce, che determina l'ascensione del verbo e dell'animo verso un narciso omnia; un narciso da salvare come la cosa più preziosa: la Natura, quella parte del mondo che illumina; la madre antica che richiama al bene, alla Bellezza, e l'uomo al suo grembo.
Nazario