sabato 22 agosto 2015

DANIEL VARUJAN: "I FIENILI"

I fienili

Fienile di trifoglio, colmo di odori
di incenso, di hashish;
quando apro la tua porta
i tori dall’ampia fronte
muggiscono, infuriati,
spezzando il collare di cuoio.
Fienile di piselli, colmo di mille fiori
dall’odore di montagna;
quando porto i tuoi covoni nelle mangiatoie
cesta dopo cesta
il mio petto e il mio grembiule s’impregnano delle tue spezie
per giorni e giorni.
Fienile di paglia, colmo di sole
che guarda sul focolare;
dove distesa sul tuo tenero ammasso
partorisce la gatta,
tu che rendi d’argento il muso dei miei agnelli,
sii benedetto.

Daniel Varujan

3 commenti:

  1. Dedico a Varujan questi miei versi, ispirati alla sacralità della Terra Madre:

    Saggia campagna
    malgrado i tanti secoli
    prolifichi sempre copiosa.
    Tu amante, tu madre ti doni
    e urla il contadino
    nell'amplesso di puro amore.
    L'albero dà frutti
    pompati dal regno incontaminato,
    stracarichi dell'energia
    di cui è pregno il tuo ventre.
    E ogni pomo è il padre,
    il figlio, lo spirito santo.

    Franco Campegiani

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  2. Vorrei mettere a confronto le chiuse: "I fienili" di Daniel Varujan (lirica a me nota, essendo il poeta uno dei miei più letti e preferiti) si conclude con una benedizione (etimologicamente bene-dire) al pagliaio; quella che - a sua volta - Franco dedica a Varujan, con il segno della benedizione. Ma qual'è questo segno: è il frutto stesso di chi si dona gratuitamente come amante e come madre, di chi serba nel grembo "l'amplesso" dal quale continuamente nasce la vita.
    Concludo rivolgendo al caro amico i più sentiti complimenti per aver reso così bene - in versi - il senso della sacralità della terra, che, ora, mi porto dentro insieme agli odori, distintamente percepiti, di quei fienili.

    Sandro Angelucci

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  3. Ringrazio Sandro per questo generoso confronto. La sua sottile analisi mi rende orgoglioso. L'amore, molto prima di essere un sentimento, è una legge universale. Come tale, prevede sanzioni per i suoi trasgressori, ed è implacabile. Madre Terra è molto paziente, ma se si sente minacciata passa al contrattacco, perché ne va di mezzo il proprio equilibrio e lei si sente responsabile di miliardi di altri esseri che condividono il nostro stesso spazio vitale. Altro che madre matrigna! Occorre parlare di figlio degenere, invece. Di figlio dimentico del ruolo di "custode dell'Eden" che Qualcuno gli aveva assegnato. Di figlio che calpesta ogni buon senso ed ogni responsabilità di padre. Di figlio irriconoscente verso chi, nonostante tutto, continua ad essere fedele al proprio mandato. Fino a quando?
    Franco Campegiani

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