lunedì 24 agosto 2015

LORENA TURRI: "DEDICATE A GIORGIO CAPRONI"



Lorena Turri collaboratrice di Lèucade

Rumore è una parola resa onomatopeica da quel prefisso etimologico "ru", aspro e fastidioso. E lo sapeva bene il Nostro Poeta che aveva studiato violino e composizione musicale presso l'Istituto musicale Giuseppe Verdi, in Salita Santa Caterina (ottenne anche una medaglia d'oro per il solfeggio), dove si diplomò nel 1925, quanto in musica il "rumore" (alla lettera: fuori dal suono) sia intollerabile e insopportabile. Proprio studiando composizione, Caproni racconta di avere scritto per la prima volta dei versi: "Da ragazzo studiavo armonia musicale, tentavo di comporre dei corali a quattro voci. Normalmente al tenore si affidano dei versi, che io attingevo dai classici più musicabili e piani, come Poliziano, Tasso o Rinuccini, finché un giorno mi accorsi che il mio maestro - questi versi - non li leggeva nemmeno. Da allora mi feci vincere dalla pigrizia e cominciai a scriverne di miei. È così che ho iniziato; poi il musicista è caduto ed è rimasto il paroliere, ma non è un caso che tutto questo sia accaduto a Genova, città di continua musicalità per il suo vento. Andavo al ponte dell'Alba, dove alla ringhiera ci sono dei dischi che fischiano una musica straordinariamente moderna. I miei versi sono nati in simbiosi con il vento".
Più tardi, nel 1982, ebbe a dire, ancora nominando il rumore: “Non lo sopporto più il rumore della storia”. E cosa dovremmo dire noi, oggi, che il rumore del mondo mediatico ci assorda? Che la politica si svolge tutta in fracasso di insulti e di sotterfugi? Che ci piovono addosso le note stridule e stridenti delle brutture del mondo? Nel tempo del rumore/fragore, dell'esibizione, dell'ostentazione di successo e della comunicazione forzata, dell'evanescenza della realtà, "... almeno, ci fosse/dietro i vetri, il mare..." (da Albaro)!




ALBARO
di Giorgio Caproni

Se al crepuscolo, almeno, ci fosse,
dietro i vetri, il mare…
Amore…
Tremore in trasparenza…
Se almeno
questo fosse il rumore
del mare…
Non
lo sopporto più il rumore
della storia…
Vento
afono…
Glissando…
Sparire
come il giorno che muore
dietro i vetri…
Il mare…
Il mare in luogo della storia…
Oh, amore. 

E ringraziando Maria per l'input a questa piccola riflessione, m'inchino al poeta e gli porgo un mio misero omaggio:

QUANDO LE PAROLE NON SERVONO 
(inedito di Lorena Turri)

Non dire nulla.
Il silenzio è un mare nella bonaccia
che nave riconduce in porto
e con pacate onde
culla la stiva delle parole.

Sarà possibile udire
il sommesso sciabordio del cuore.

Ascolta... 

ESSENZIALMENTE, LA POESIA 
(da: "Leggi una donna"di Lorena Turri - Kairòs ed. - 2015)

Mi piace, se tutto tace,
quel silenzio che dà pace
come un bacio a labbra schiuse
tra una rima e un’assonanza.

La parola che non strilla
non è becera e non lacera
e mi piace,
definire in questa requie
tutta l’estasi d’amore
e trovare in quiete cose
quella giusta ispirazione
a far sì che nel silente
s’apra un cantico d’essenza.

(la sostanza di una poesia è una folata di silenzio)

Lorena Turri

1 commento:

  1. Lorena é la Poesia! Vorrei poter essere il 'Pasolini' di oggi per poter segnalare le sue straordinarie capacità e consentirle di ricevere premi prestigiosi. Consapevole che non é donna che va a caccia di riconoscimenti...
    Splendida la dissertazione sul 'rumore' e le poesie, che ho avuto la fortuna e l'onore di leggere, celebrano, esattamente come faceva Caproni, il potere
    del silenzio, del dire 'trovando nella quieta / la giusta ispirazione"
    Le sue liriche sono canti che stordiscono. E io le sono infinitamente grata per aver preso spunto da me...
    M'inchino a Caproni e a lei...
    Maria Rizzi

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