venerdì 6 marzo 2020

EDDA CONTE: "COLUI CHE NARRA", RACCONTO


"Colui che narra"

Edda Conte,
collaboratrice di Lèucade
E' cresciuto senza famiglia, diciamo con la carità della gente, quando ancora la gente era fatta di uomini e donne con un cuore buono e generoso. Già da bambino dimostrava il dono  di raccontare storie; inventava ogni volta la storia  delle sue origini, e ogni volta era una storia diversa. Nessuno sa niente di sicuro di questo ragazzino che gira per il paese e nei dintorni  narrando storie, né come si chiami né  di dove venga. Lo invitano alla loro tavola...e quando fuori  piove  gli danno anche da dormire.  Cominciano a chiamarlo Narrante, colui che narra. Tutti gli vogliono bene, e il tempo passa. Con gli anni Narrante si accorge  che tra tutte le storie che narra ne manca sempre una: la sua, quella vera. Chi era suo padre? e sua madre? e perché è cresciuto senza casa e senza famiglia?  La fantasia è la sua forza, se ne rende conto, ma la fantasia non è realtà....e lui ha bisogno di realtà.  Si rivolge alla Fantasia, che lo aiuti a trovare la sua realtà. Ogni sera la prega, con belle parole accorate, sincere, fiduciose come si fa con Dio Padre Nostro. La prega ad occhi chiusi, in ginocchio, con la mente rivolta ...al cielo...; gli sembra di ricevere una carezza sui capelli.  Finisce col credere che Fantasia sia una donna bellissima volata in cielo per aiutare i bambini senza famiglia.  "Forse era così la mia mamma..."
 Una notte la sogna.
E' davvero bellissima.....sorride dolcemente....cammina in un prato fiorito con tanti bambini che le stanno intorno....Tra quei bambini c'è anche lui, bambino. Si desta. Impressionato. Vorrebbe riprendere a sognare, ma la realtà è lì, implacabile, silenziosa. Ora sa che Fantasia è una madre amorevole, che ama tutti i bambini, ma gli resta in cuore  quella spina dolente.: quella madre  non è la "sua Mamma". Però....come sarebbe bello incontrarla, guardarla , vedere  il suo bel sorriso, sentire la carezza... Da quel giorno il ragazzo frequenta sempre più spesso le campagne, va per i boschi e i prati nella segreta speranza di incontrare  la bella signora del sogno.  Fantasia  è diventata nel profondo del suo cuore la mamma, la sua Mamma!  Nelle storie che racconta non manca mai  questa figura, è il pensiero unico, che serve anche ad arricchire i suoi racconti, sempre più favolosi, che piacciono a tutti, piccoli e grandi. Una sera , al tramonto, sta attraversando un bosco quando  tra il fitto del mirto e dell'erica vede avanzare  una figura  luminosa nel sole che abbaglia. Narrante si arresta, involontariamente  impaurito, ma  una voce tenue lo chiama  per nome: -vieni qui, non temere, sono Madre Natura...  Il ragazzo ha un sussulto, si nasconde dietro un cespuglio. Madre....Natura?  Che significa...forse la "sua" Madre Natura? Allora non deve avere paura.....e va incontro alla visione. Ma su questa lentamente si spegne ogni bagliore e scompare. Ancora una volta  Narrante vede delusi i suoi sogni.. Ma in lui rimane il suono dolce di quelle parole -sono Madre Natura-...Dunque  la madre è nella Natura, pensa, nei boschi, nei prati, nei campi....e nei fiori e negli uccelli...in tutto il creato, insomma.  Il pensiero lo rende felice, si sente meno solo; ogni giorno ringrazia Madre Natura, che certo  è anche sua madre. I suoi racconti ora si arricchiscono di nuovi soggetti, di figure meno fantasiose, più concrete e reali. Madre Natura, che tutto vede e tutto apprezza, lo protegge e lo aiuta, lo nutre di dolci frutti e di bacche saporite, lo riscalda  col sole e lo disseta con la pioggia. Il vento poi gli racconta le avventure del mondo. Narrante è contento, non gli manca niente e non pensa più alle sue origini. Cessa anche di raccontare  storie, invece  canta, canta alto e forte.  Lo chiamano a cantare nel Coro del Teatro dell'Opera...gli danno una casa...
 Per la prima volta nella sua vita Narrante vive sotto un tetto, indossa vestiti nuovi, parla con le persone sentendosi uguale a loro. Impara a leggere libri, impara tante cose del mondo di cui aveva solo sentito parlare. La sua mente si affina , ma il suo spirito resta semplice. La Natura è il suo mondo, la gioia di vivere lo fa sentire parte del Creato. Canta con gli uccelli del bosco, corre tra gli alberi, nuota nell'acqua del torrente,  dove  fa amicizia con Trota d'Argento.  La sua vita scorre  serena, senza desideri e senza mete, finché una notte sogna la bellissima Signora ....la riconosce: è Fantasia, ma non ha più il sorriso. Intorno a lei non vede nessun bambino. Avanza scalza su un sentiero brullo e sassoso.  Lo guarda, sembra che gli parli...ma un vento forte alzatosi all'improvviso porta via le parole. ... Lui,di nuovo bambino, le corre incontro, l'abbraccia.....  Ora Narrante , ormai uomo, si desta di soprassalto...è sudato, è ancora sotto la forte impressione del sogno. Narrante medita, riflette, cerca il significato di quel sogno che sente importante. Non è più un bambino, ma nell'animo vive ancora "Colui che narra"; vivono le parole delle mille storie che lo hanno fatto crescere.E' uomo , forte e istruito.  E' giunto il momento di riprendere a narrare storie.....
Narrare storie per rallegrare lo spirito di grandi e piccoli, ma soprattutto per ricordare al mondo che la fantasia è la madre del sorriso.
Edda Conte 


3 commenti:

  1. Edda cara, credo che non esistano racconti più difficili da scrivere di quelli favolistici. Il tuo è una perla. Possiede nerbo, struttura e morale. Un'Opera che potrebbe appartenere a Italo Calvino o a Gianni Rodari. Un testo che dà lezioni di vita e inserisce gli elementi che dovremmo rispettare: la Fantasia, nella sua accezione assoluta, la Natura, madre - benigna, l'Io Narrante, che si forma grazie a questi elementi. Non possono esistere storie senza l'individuo, la Natura e la Fantasia. Non può esistere la nostra vita. Noi abbiamo la necessità di crescere credendo e solo lo spirito magico dell'immaginazione, della bontà, delle bellezze del Creato rende possibile tale crescita.
    Una parabola il tuo racconto. E cosa dire dell'arte della brevità? Della tua tendenza a racchiudere concetti così importanti in una pagina? Lieve e intensa. Ricca di pathos e didattica. Grazie. Ti ammiro moltissimo. E ti abbraccio... tanto purtroppo siamo lontane.
    Maria Rizzi

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  2. Colpisce nella narrazione di Edda Conte questa sua straordinaria capacità ( ed è una costante dei suoi racconti fantastici) di utilizzare la Metafora e soprattutto la Prosopopea come figura retorica-guida privilegiata dei suoi racconti. Qui abbiamo a che fare con Narrante, Fantasia, Natura e la ricerca della Madre. L’itinerario di crescita spirituale e di vita conduce Narrante, povero, sincero, ma dotato di grande cuore, alla ricerca della Madre; giunge così fortunatamente al canto, alla Poesia, che è di per sé appagante, gratificante, forse autosufficiente e ….che forse non abbisogna di altre maternità… Ma la spinta, il sale che permette di crescere è la comunicazione, l’assumere il punto di vista altrui, col quale ci misuriamo, il saper raccontare mille storie, che sono sempre la traduzione di una sola, che si ripropone in infinite maschere ed itinerari di ricerca, la propria: sa modificarsi continuamente ed assumere nuovi significati nel tempo."La fantasia è la madre del sorriso".

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  3. Vi ringrazio col cuore e tutta la mia spontaneità..(Maria e Maria!)...
    vi ringrazio altresì perché così generosamente non vi siete ancora stancate di esprimere apprezzamento per questo mio genere, che mi appaga nell'intimo e mi aiuta a conservare l'innato spirito del "fanciullo", tanto importante per ognuno di noi.
    Con un buon grazie vi abbraccio, Maria Rizzi e Maria Ferraris!
    Edda.

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