Diventa memoria il ricordare
Guardo dalla finestra il parco
giochi
vuoto di bimbi e voci,
solitario lo scivolo,
immobili altalene tra panchine
deserte.
Penso al vivo fermento
che animava la mia città
la bella Parma attiva
coi suoi palazzi storici
il torrente che l’attraversa
le tante chiese ora
inaccessibili.
Dal tempo dilatato dell’infanzia
sedimentate immagini
riaffiorano
la voluttà dei giochi, le
scoperte
la costante ricerca di
conoscere la vita
e diventa memoria il
ricordare.
Oggi il Parco Ducale è desolato
e Parma è diventata
un luogo di frontiera chiuso e
vuoto
ma io vorrei specchiarmi nel
laghetto
e sentire il profumo delle
viole
in questo marzo così muto e
strano
che ci tiene aggrappati
– come lucertole uscite dal
letargo –
a muri di preghiera e di
speranza
che l’ora arrivi alfine
in cui potremo di nuovo
passeggiare
come faceva un tempo la
Duchessa
contemplando raccolta lungo i
viali.
Le statue di Boudard ci accoglieranno
e sentiremo dilatarsi il cuore
sognando di vedere ancora i
nonni
leggere il giornale su
panchine
usurate dal tempo e dalla
pioggia…
ma i nonni sono morti
e subito risorti ad altra
vita.
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