Silvia Venuti. Contemplazioni.
Moretti&Vitali. 2020
La Natura canta
con la luce.
Sulle foglie bagnate
un inno alla gioia.
Silvia
Venuti. Una poetessa versatile, eclettica,
che fa della vita e della realtà che la circonda motivo di meditazione per una pace sconfinata
nella resa del pensiero: “la disarmante innocenza della Natura/ nel suo inno
alla libertà”. Sta qui il primo passo da fare nella lettura dei suoi eufonici versi.
D’altronde è la Natura stessa che coi
suoi policromi giochi dipinge gli stati d’animo, i momenti essenziali del suo
esser-ci. Ut pictura poesis, ci dice Orazio, e ce lo conferma la poetessa.
Meditazioni il
titolo della plaquette, che divisa
in tre parti (A occhi aperti, A palpebre socchiuse, Oltre lo sguardo interiore),
attraverso un climax ascensionale, si eleva alla sublimazione, partendo dalle
cose reali, di naturistico richiamo: “C’era
come una festa nell’aria”, “Lama di luce a mezzo dell’acqua”, “Oh lago colmo e
lento d’acque”…., “Sta nevicando”,…., “Oh alberi verdi dei boschi”, “Mi dicono
i fiori”, “Mi parla il mare”. Sembra che la natura parli, dialoghi con la
poetessa e che lei attratta dai suoi richiami si faccia portare a spasso,
libera, nei silenzi, nella voce dei
venti, negli spazi infiniti del mare, nel ritmo costante della bàttima, o
all’ombra delle foglie. È qui che la Venuti respira e medita, che completa l’armonia del suo
essere: vita, amore; amore e pace; pace e silenzio; silenzio e bisbigli di
pioggia; bisbigli e fascini di giardino. La Nostra è presa, è posseduta dagli
effluvi, dalla bellezza, dai cori immaginari, dalle recondite armonie, dagli
amorosi sensi, e con tutta l’anima, gioca la carta della simbiosi, della
metamorfica trasfusione dannunziana: “Contemplare/ la trasparenza/ di una
foglia/ o la luce della pioggia/ che cade/ è ritrovare il coraggio/ di vivere/
e ancora d’amare”. Un vero connubio tra esistere e vedere; tra vedere e
osservare; tra osservare e rapire; tra rapire e concedersi alla qualità della
luce sempre diversa, al sole che colora il prato, al rosa delle rose che
s’annida nel verde: “Si crede fino in fondo nel presente/ eppure tutto è
destinato a perire/ ma quella fede concede di godere/ il vento caldo della
vita./ S’annida nel verde il rosa delle rose”. Si sa, siamo umani, e in quanto
tali, coscienti della vita e della morte. Ed è
proprio nel confronto con l’infinito, con la Bellezza suprema, che ci sentiamo
disarmati, anche se la Nostra vi trova la forza della vita, della
rigenerazione: “La rosa rosa/ da poco fiorita/ in un unico fiore/ mi reca in
dono/ a rami aperti/ la sua Bellezza”. Una incipiente paronomasia di grande
effetto, che chiama i sensi tutti, in un trascinamento naturistico-contemplativo. E anche se la poetessa si duole al pensiero
dei fiori feriti nei giardini del cuore: “… La grandine bianca/ ha infierito/
tempesta sui petali./ La sua ferocia ha lasciato/ coltre di ghiaccio,/ rubato
profumi,/ strappato germogli./ Questa violenza/ è simile al dolore dell’uomo/ all’abbandono/ di
fede e speranza”, ciò no toglie che trovi il vero cammino spirituale proprio
quando si sente smarrita e sola: “Smarriti e soli a volte ci si sente/ nel
cuore dell’esistere/ ma l’amore donato e ricevuto,/ gli Angeli i Santi le care
Anime ascese/ fanno comprendere con segreti segni/ come si sia nel giusto/ nel
vero cammino spirituale”. Tutto è gloria, ascensione, verticalità epifanica; e
tutto si offre alla grandezza dello spirito che richiama in soccorso le anime
ascese. I versi si fanno apodittici, brevi, conclusivi, secchi per eguagliare
gli input emotivi che guizzano come
lampi. Una vera meditazione estatica, un vero elan verso l’azzurrità, partendo
da una pluralità panica che, col suo metamorfismo, col suo antropomorfismo
significante, conclude: “L’aver attraversato/ è onore a chi non può volgere
indietro”.
Nazario
Pardini
RICEVO E PUBBLICO
RispondiEliminaCarissimo Nazario,
possiedi la capacità di stupirmi sempre con la tua lettura critica così partecipe, così empatica. Come colgo l’attenzione e l’immedesimazione con cui hai fatto tuoi i testi! Sento intenso il tuo accompagnarmi verso dopo verso.....Hai citato i passi che più amo.....Hai tradotto al lettore il mio mondo meditativo spiegandone la genesi con acuto discernimento e lo hai illuminato con la tua profondità di sentire. Grazie!
Grazie per il tempo che mi hai dedicato leggendo la raccolta e per la stesura dell’analisi critica.
Grazie per la visibilità che doni nel tuo blog alla mia poesia!
In tempi così difficili in cui è quasi impossibile trovare spazio per coltivare spiragli di serenità tu mi hai saputo portare le tue parole di stima letteraria a grande conforto!
Grazie davvero e un grande abbraccio.
Evviva la poesia!
Silvia Venuti