Dimorano la notte
scorgono ciechi vittime
guidano lame di luce
tremulo oblio vivente
carezza priva d'altra vita
sofferti cappi letali
disperano il quando gioito
declino oscuro straziante
reclino d'ansie
imperfetto mistero di creato morente.
Marco dei Ferrari
Marco caro, permettimi di esprimermi così visto che su quest'Isola dimoriamo spesso insieme, sono ammirata dalla tua particolare capacità di versificare, ermetica eppure tanto vibrante, calda, ispirata. Sei calato nella storia di oggi, ne soffri tutti gli aspetti e li comunichi in un grido che accarezza. Sì, prendiamo atto del nostro 'imperfetto mistero di creato morente'- quale magnifica espressione! -, in ogni istante e rivediamo i valori, le mete, i sogni di sempre. E' stata forse proprio la fine dei sogni a ridurci così? La Poesia non dà risposte, non é il suo compito. D'altronde nessuno ha risposte. Siamo anime di domande e di attese. Tu solleciti riflessioni che indosso come abito. Ti ringrazio per la bellezza. Non è facile in giorni simili concentrarsi e ritrovarla. E ti abbraccio ... dal rifugio che sembra renderci sicuri, non so ancora di cosa...
RispondiEliminaErrata corrige: non so ancora da cosa Chiedo venia.
RispondiEliminaIn questa composizione sintetica e scabra ogni parola di ogni verso porta il sentore della sofferenza e del sacrificio: sofferenza di "cappi letali" per quanti hanno perso la speranza di tornare alla normalità della vita ( "il quando gioito"); sacrificio per quanti dimorano la notte, guidando lame di luce, per portare aiuto.
RispondiEliminaIl Poeta non ha parole ornate a descrivere il dramma che il mondo sta vivendo, lo trasmette invece come colpi di martello in una versificazione nuda come un legno di croce, che ricorda la morte e solo la morte.
Versi come "declino oscuro straziante/ reclino d'ansie"..portano inevitabilmente alla forte e cruda conclusione che suona quasi come accusa contro ignoti. Il "creato morente" richiama infatti un mistero "imperfetto", in quanto non trova ragione naturale che aiuti a indagarlo.
Sofferenza umana e universale dunque in questa poesia apparentemente ermetica.
Edda Conte.
Ricevo da Marco dei Ferrari:
RispondiEliminaMaria Rizzi e Edda Conte hanno interpretato sotto varie angolazioni alcune proiezioni dominanti nell'ambito estensivo di una tragedia improvvisa e devastante che ci circonda e costringe ad un mutamento epocale di tutte le nostre concezioni sull'esistenza dell'oggi e del domani.
Tutti i valori evocati si compendiano nella religione della speranza.
Le ringrazio con particolare gratitudine.
Marco dei Ferrari.