Anna
Vincitorio.In tempi diversi il mio
ritorno. Blu di Prussia. 2020
Anna
Vincitorio, una scrittrice di lungo corso, plurale, eclettica e versatile. Si
presenta sulla scena con un libro in cui riassume le voci dei più noti critici
che hanno dato voce alla sua scrittura, ben fatto per impaginazione, veste
grafica, caratteri, copertina, che,
editato da Rebecchi per i tipi di Blu di Prussia, ci fa da prodromico avvio ad una lettura di cospicua
valenza critica. Molti i nomi che hanno accompagnato la scrittrice nel suo proteiforme
percorso scritturale: Anna Balsamo,
Paolo Valesio, Giovanni Cristini, Duccia Camiciotti, Paolo Ruffilli, Vittorio
Vettori, Oreste Macri, Giorgio Barberi Squaotti, Giancarlo Oli… Una monografia
storica che divisa in: Prefazione, La
parola verso l’anima, Esistenza e
racconto, Racconti, In Antologia, Antologia poetica, Poesie inedite,
Traduzioni, Bibliografia, Premi, Autori, tocca tutta la sua produzione e il
rapporto con gli autori che hanno scritto o hanno beneficiato del suo apporto
recensivo. Molto il materiale inedito, anche, a incrementare un’ulteriore conoscenza sul suo operato. Ma mi
piace, tra gli altri, riportare il breve giudizio che G. Barberi Squarotti ha scritto
per lei: “Cara e gentile Vincitorio, leggo le sue poesie di dolore e di
tragedia con piena partecipazione: sono appassionate e vere, sono una
straordinaria lezione morale nell’orrore della storia e nell’indifferenza della
cronaca”. D’altronde la Vincitorio è
famosa per sapere adattare il linguaggio ad ogni tipo di scrittura: poetica,
critica, narrativa; grande traduttrice dal francese e dall’inglese ha dato luce
a diversi testi stranieri. Troppo lungo sarebbe citare il numero di opere
uscite dalla sua infaticabile penna. Ma una cosa va subito detta: Anna è una donna generosa, disponibile,
sempre pronta a scrivere per autori che le chiedano prefazioni, commenti o recensioni; e grande
valore assumono gli scritti che riportano la sua firma. Un’amica che sa
valorizzare l’altrui produzione, con tatto e intelligenza, con modestia e
umiltà. Da lei puoi ricevere parole buone, affettuose, che ti caricano, incrementando
il valore e la voglia di scrivere. E’ sufficiente ascoltarla mentre legge le
sue poesie per capire la grande anima di questa scrittrice.
Tra le sue molte poesie mi piace riportarne una
tratta da Sussurri del 2013:
Sul
verde colle
calano
in fuga
uccelli,
ali spiegate
che feriscono il cielo.
Quale
l’auspicio
Trascolorano
in dissolvenza
gli
eroi del mito.
Inganno
ed innamoramento,
nessun
visibile legame.
Una
tela di ragno
accattivante, infida
soffoca
il sole nella rete.
Un
cospicuo testo, di ben 244 pagine, in cui la poetessa include tutta la sua
storia, rammentando compagni d’avventura che hanno giocato ruoli più o meno determinanti nella sua vita di scrittrice e non solo. La
prefazione di Carmelo Mezzasalma ben ci avvia alla lettura del testo. “… E
quando Anna, qualche anno fa, mi ha chiesto, per vera amicizia e stima, di
raccogliere e ordinare tutto quel materiale “critico” che, per circa
trent’anni, ha seguito, con altrettanta partecipazione e attenzione, la sua
fatica letteraria, dopo qualche esitazione, non ho potuto dire di no. E tanto
più che, a scorrere anche velocemente le firme di quegli interventi critici
sulla sua poesia, c’erano anche i nomi
di una stagione letteraria irripetibile e che io stesso avevo conosciuto per la
loro grande serietà con la quale vivevano la vita letteraria, a Firenze come
altrove. Erano nomi che di sicuro non perdevano tempo con il primo venuto o con
testi indecisi o dilettanteschi. Da Paolo Valesio a Gianni Cristini, da
Ferruccio Masini a Gaetano Salveti, da Giorgio Bàrberi Squarotti a Palo
Ruffilli, Claudio Magris, Gian Carlo Oli…”.
Credo che queste poche righe tratte dalla
prefazione siano sufficienti a mettere in risalto il posto che a lei spetta in
questo mondo di letterati improvvisati, e leggere la prefazione per intero
significa illuminarci sugli ambienti fiorentini e oltre che hanno formato la
statura letteraria di Anna Vincitorio; significa, soprattutto, riconoscere,
al fine, quello che a lei spetterà nel prossimo futuro. D’altronde sono i fatti
che contano più delle parole.
Nazario
Pardini
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