GUIDO MIANO EDITORE - NOVITÀ EDITORIALE - 2020. È uscito il DE LINGUA LATINA DI M.T. VARRONE, tradotto e commentato da Maria Rosaria De Lucia
Un viaggio dal De lingua Latina di Marco Terenzio Varrone
alla conoscenza dell’italiano nell’opera di Maria Rosaria De Lucia
«...Meditare su vocaboli che sono comuni al nostro quotidiano
ma il cui uso è, per così dire, meccanico, aprirà nuovi orizzonti di pensiero.
A titolo di esempio, l’etimologia
di assiderare, considerare e desiderare, tre verbi dai significati diversi che
contengono il termine latino sidus
(stella): infatti chi rimane di notte sotto le stelle, si assidera; chi osserva
le stelle per trarne presagi, considera ed infine chi volge lo sguardo al cielo
nuvoloso in attesa che il tempo sereno consenta di ‘riveder le stelle’
desidera. Istruttivo e divertente…». Iniziare da questo riferimento testuale
significa capire l’importanza del lavoro compiuto da Maria Rosaria De Lucia
sulla portata culturale di Varrone. Nato a Rieti nel 116 a.C., fu legato da
salda amicizia a Pomponio Attico, a Cicerone, a Pompeo. Cesare lo incaricò di
formare una biblioteca pubblica. Trovò serenità, dopo varie peripezie, sotto
Ottaviano e morì nel 27 a.C. Se indagassimo a
dovere, mettendoci a sezionare le parole della nostra lingua, poche sarebbero
quelle scampate dall’influenza storico-latina. Noi continuiamo ad adoperare in
ogni campo dello scibile locuzioni che ci riportano, pari pari, all’origine: ad hoc, ad personam, alias, brevi manu, ictu
oculi, cursus honorum, ex novo… Quindi non di certo lingua morta, ma viva,
come mai, che continua col suo apporto ad infilarsi oggettivamente in ogni
situazione linguistica corrente, e non solo italiana; e ad assegnare, anche,
una nuova fisonomia a quella struttura comunicativa che fu dei nostri avi. Fare
un discorso su Varrone, riprendendo la sua vasta cultura scientifica
sufficiente per i tempi suoi e per ogni erudizione posteriore, significa approfondire
storicamente il suo mondo, i rapporti con gli studiosi del tempo, la sua formazione
a Roma con Elio Stilone e ad Atene con Antiaco di Ascalona. In parole povere
uno scibile plurale. Qui la traduzione, anche se non proprio ligia e alla
lettera, spesso a senso per necessità divulgativa, si presenta attuale e vivace.
E il sapere di Varrone viene elargito a larghe mani con la versione di un’opera
forse tra le meno conosciute, ma senz’altro, la più completa a livello
filologico per la sua interdisciplinarietà. Questo è il grande merito della
scrittrice e traduttrice […].
Nazario
Pardini, dalla prefazione
Maria
Rosaria De Lucia, nata a
Roma ove risiede, ha conseguito la laurea in Lettere con una tesi
sull’Innografia di Sant’Ilario di Poitiers; presso la Scuola Vaticana di
Paleografia, Diplomatica ed Archivistica, annessa all’Archivio Apostolico, ha
conseguito il diploma di specializzazione di Paleografo-Archivista; è
appassionata di lingue e in particolar modo di quelle classiche (latino e
greco); la traduzione del De lingua Latina
di Varrone è la prima prova editoriale dell’autrice.
Guido Miano Editore, Ufficio stampa
- via E. Filiberto 12, 20149 MILANO
tel. 023451804 - e-mail: mianoposta@gmail.com
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