mercoledì 1 aprile 2020

CLAUDIO COMINI: "LA SUA POETICA"




Un viaggio verso la spiritualità, verso le vette del Cielo per scansare Il vortice dei venti, la poetica di Claudio Comini


Credo sia opportuno, per una lettura esegetica puntuale della poetica di Comuni,   iniziare da una pericope tratta da una mia recensione: “Silloge compatta, articolata, proteiforme, che, divisa in due sezioni (Nuove poesie e Altre poesie), si sviluppa su uno spartito ancorato alla fede, all’amore, ad un credo verso la gloria dei Cieli. Non per questo il poeta vorrebbe dagli uomini una vicinanza più stretta al messaggio divino.    
“Il  vortice dei venti/mio immenso Signore,/ porta battaglie e guerre/ contro le avversità che la vita/ mi pone d’innanzi,/ nel cui contesto si crei la pace/ che dia respiro alla mia e alle anime/ di tutti i viventi(Giustizia). 
Partire da questa poesia incipitaria significa andare fin da subito nei meandri più reconditi, negli intenti  parenetici di un poeta che dà tutto se stesso al Supremo in un empito di forza trascinante. Amore, pace, serenità; invocazione a ché tutte le anime possano godere del respiro del Signore; della sua mano benefica portatrice di quiete a tutti i viventi. Giustizia. Questo chiede l’autore in un mondo che sembra indirizzato verso battaglie e guerre; verso le avversità che la vita ci pone d’innanzi.  Nella Tua giustizia mio Dio, il titolo della silloge di Claudio Comini, che, con limpidezza formale, reifica propositi e sentimenti con immediatezza, senza smarrirsi  nella palude dello psicologismo, negli astrusi epigonismi,  affidandosi ad un dire di effetto contrattivo ed estensivo; accompagnando gli input di un animo tutto vòlto a confessare i suoi patemi spirituali…”. 
Iniziare da qui, significa andare da subito a fondo nelle sue  meditazioni, nel suo ontologico discorso introspettivo.  Ad aiutarmi in questa ricognizione sono di sicuro gli otto  volumi che l’Autore mi ha fatto pervenire: La luce del cielo, 2011; Luci di un brillante lago, 2016; Nell’immensità di un lago stupendo, 2018; Sull’onda della felicità, 2018; Il percorso poetico, 2019; Crepuscoli su Firenze, 2019; Parole d’amore, 2020; Nella tua giustizia mio Dio, 2020. Le chiavi di lettura di questa abbondante produzione possono essere diverse: antropologismo, naturalismo, psicologismo, spiritualità; ma soprattutto due sono i codici per decriptare  l’alfabeto polimorfico del percorso: la natura e il divino, che poi si potrebbero ridurre ad una sola, in quanto il poeta fa del panismo una base essenziale per la sua ascesa; per elevarsi alle soglie di Dio. 
Già partendo dalla prima opera (La luce del cielo), e leggendo le poesie che la compongono, emerge una ricerca spirituale che, nel suo empito corale,  associa frammenti naturali (fiumi,sorgente, luce, prodigi, vento, sole, acqua,  neve…) alla luce del Creatore che tutto domina e guida. Un insieme che scaturisce da un animo vòlto alla pace che dà vitalità al cuore della gente: “Sono passati secoli,/ ma la Tua luce è sempre viva/ nel cuore delle persone/ a te devote, anche se la realtà presente/ tenta di disturbare e allontanare l’uomo/ dalla limpidissima sorgente/ del tuo immenso sapere…” (Ancora nel tempo). Il poeta fa dei suoi luoghi, delle sue endemiche visioni, le reificazioni della potenza divina. Proseguendo ci imbattiamo nella seconda opera (Luci di un brillante lago), dove Comini unisce le immagini del lago Maggiore (Angera, Luino, Caldè, Isola dei Pescatori, Maccagno, Isola Bella…) ad un afflato di metamorfica inclusione paesaggistica che lo prende e lo trascina in un eterno spiro di giovinezza: “Sei tu l’amica infallibile/dei miei pensieri,/ dei miei versi/ che corrono liberi come il vento/ e nulla possono contro il tempo…” (Natura)
E’ qui, sulle rive del suo lago, tra i paesaggi che lo attorniano, e i rumori profumati e leggeri degli alberi, che il poeta si sente a suo magio, dando il meglio di sé, con versi di rara potenza lirica. Ed è qui che riesce a mischiarsi con una natura polivalente, dimenticando le aporie degli uomini. La stessa fusione fra natura e poesia continua nella silloge del 2018 (Nell’immensità di un lago stupendo), dove il poeta vive un amore  avvolgente fra le bellezze del creato e la donna amata che ancora di più brilla di luce propria in una primavera appena iniziata: “Mia dolce Letizia/ tu che avvolgi il calore del sole/ in questa primavera appena iniziata/ sulle placide acque del lago dorato….” (Oggi ancora tu). Assistiamo poi, in questo excursus poetico,  all’immersione del poeta nei miracoli che attorno gli si dispiegano esplosivi Nell’onda della felicità. Un sussurro, un élan verso l’azzurro, una contaminazione floreale per un poeta sperso negli àmbiti del creato: “Scenario, Una finestra aperta sul lago,  Una nuova primavera, Come un sogno, La quiete sul viale, Colori sul lago, Come una farfalla, In riva al lago…”, ogni palpito si fa fresco e avvincente; e la natura sembra che prenda per mano il poeta e lo porti tra  i meandri policromi di un lago che rispecchia la sua anima: 
“Tutto si specchia in panorami bellissimi/ su un lago incantato/ tra l’inconfondibile e fiorente natura…” (La luce della natura). D’altronde basta leggere qualche lacerto tratto dagli scritti dei critici di Percorso poetico, del 2019, per rendersi conto della pluralità del viaggio di Comini. Prendiamo a conferma un frammento dello scritto di Pasquale Martinoli: “Comini, il poeta che fa il portinaio Castelveccana da autore per hobby alla consacrazione nell’élite dei versi sulla Storia letteraria del XX secololo: “… Il suo nome compare infatti, con biografia e giudizio della critica, accanto a quello di autori celebrati e il merito di questa sorprendente-nomination- è tutto racchiuso nella sua vocazione espressiva, coltivata da autodidatta, dando sfogo… <<allo sfogo dell’anima>>”. Per quanto concerne l’opera del 2019,  Crepuscoli su Firenze, l’anima del poeta si fa coinvolgere dalle peculiarità della città del giglio, e con intelligenza emotiva prende il pennello, disegnandone gli angoli più belli e famosi: Firenze: “Ci si immerge in te,/ simile ad un fiore,/ circondato dai petali/ fatti di arte e poesia…”; Piazza della Signoria: “D’incanto ti trovi di fronte Piazza della Signoria./ E il cuore si ferma…”; Santa Maria Novella: “… Subito, allora, ti immergi tra gente/ dal sorriso gioviale e comunicativo e ti senti a casa”. Ma è in Parole d’amore che il poeta si abbandona ad una confessione di erotico stupore per Letizia, la donna amata. Il lago fa sempre da cornice ai palpiti emotivi, alle effusioni sentimentali dell’autore: “Sul lago in quel giorno/ una brezza spirava/ e la tua viva felicità/ irradiava gli angoli più nascosti/ del mio cuore…/ attimi eterni accanto a te,/ mia cara e dolce Letizia/ la cui parola era di una gioia infinita” (La gioia).    
Bontà, armonia, umanità, gentilezza, sono gli appellativi che più si addicono a questo scrittore che coi suoi versi semplici e incisivi, fuori da ogni parafrastica complicazione, ci spiattella su un vassoio d’argento un animo pulito, fresco e generoso, disposto e disponibile a migliorare il mondo, la gente con la sua spinta verso l’azzurro. Chiudere il cerchio con un breve frammento tratto dalla mia esegesi su Nella Tua giustizia mio Dio, con cui ho iniziato il mio scritto, significa rifinire il significativo apporto di un autore polivalente al mondo della poesia; la sua semplicità espositiva; la pluralità della sua ispirazione: “… Con il lago che si fa epicentro di fede e di speranza e con Elegia d’autunno,  il poeta  chiude l’opera, affidandosi ad un canto di rara suggestione lirica che amalgama nel suo empito emotivo la tristezza di una stagione con la solida fede in una rinascita oracolare: “rispunterà nuovamente l’allegria, nei campi ora spogli”. 

Nazario Pardini  

         

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