martedì 28 aprile 2020

GIOSOFATTE FRISINA: "NEL SOGNO DELLA VITA"


LEONIDA EDIZIONI

Nel sogno della vita
Giosofatte Frisina
Genere: silloge poetica
Prefazione di Jacopo Chiostri. In copertina: foto di G. Frisina
| € 12,00 | 978-88-3374-071-3 | pp. 112 | 12×20 cm | aprile 2020  




In questa sua ultima raccolta, Giosofatte Frisina ha scelto di mettere insieme due momenti diversi della sua intensa scrittura poetica: nella prima parte quella che si propone in stile più classico – e a partire dalla sua prima giovinezza – dedicata in buona parte a temi sentimentali e familiari, e quella più recente rimasta ancora inedita, sulle questioni filosofiche a lui più care, di carattere etico-esistenziale o metafisico. Sempre toccando i tasti a lui cari dell’ironia e del paradosso. Ne emerge un affresco significativo della sua opera complessiva, capace come sempre di far vibrare le corde della riflessione personale di ciascuno attraverso parole chiare e profonde, che parlano allo stesso tempo alla mente e al cuore.


DAL TESTO


IL   PONTE

Quanto è pauroso l’ impeto del fiume
che tracotante invade la campagna;
scende potente e infuriato Nume
                             dalla  montagna.
Tal della vita è il corso inusitato,
o mia diletta, e sotto il nostro ponte
pur passerà quel fiume irato
                              che vien dal monte.
Così ci troveremo faccia a faccia
noi con la fede nell’ amore nostro
lui con la bieca livida minaccia,
                     il vile mostro.
Quale il periglio? ….Il sole par non osi…
…poi squarcia la fitta nuvolaglia…
Par d’ oro il ponte nell’ apoteosi
                       Della battaglia.


L’ ULTIMO  SOGNO

Sempre, sempre con te! … Ma un brutto giorno
Tutto ad un tratto non ti vidi accanto:
svanisti senza più fare ritorno:

Ma queste cose accadono nel sogno,
ed io nel sogno certamente ho pianto
tanto, tanto, e a risvegliarmi agogno.

Tornasti a casa quasi all’ improvviso:
ti domandammo ansiosi… e la speranza
invano attese il placido sorriso.
Oh ! Quel tuo volto! … Così nol vidi mai:
come d’ eclissi l’ ombra che s’ avanza…

tutto mi crollò intorno ed io gridai.

Ma quel grido tremendo e disperato
Mi uscì davvero tutto dalla gola?
Ma allor perché non mi sono svegliato?
Ma la speme, papà, non è finita:
mi sveglierò dal sogno della vita!


NUOVO   GIORNO
  
Al risveglio
primo pensiero sorge
recuperare l’Io
volatile del sogno.

Così comincia il giorno!



2 commenti:

  1. Questa Silloge si annuncia interessante già dalla copertina, che inevitabilmente rappresenta una barca a vela immobile sul mare al tramonto. La prefazione di Jacopo scava nei meandri dell'anima di questo Artista e presenta i due momenti - chiave della Raccolta. Passato e presente a confronto. Stati d'animo e cifra stilistica in cambiamento, non necessariamente in evoluzione. Le prime due liriche di rara musicalità, scavano nell'intimità, presentano un modo di versificare legato al classicismo, soprattutto in alcuni termini, oltre che nell'uso perfetto del timbro, categoria che consente mutazioni inesauste anche all'interno di uno stesso verso. Il lirismo di Giosafatte Frisina sembra rivolto essenzialmente all'orecchio del lettore. Nella seconda fase il Poeta muta la struttura delle liriche e rinuncia all'eloquenza, alla verbosità, ai caleidoscopi d'immagini, scegliendo l'essenza:
    "recuperare l’Io
    volatile del sogno".
    Cinque versi che raccontano tutto. La struttura della poesia sembra tendere all'ermetismo, in realtà è fruibile, immediata, spalancata sul domani. E quale miracolo è la chiusa in tempi di nichilismo? Il Poeta attende di continuare a coltivare i sogni, consapevoli che solo essi possono renderci coraggiosi. Non ho avuto la gioia di leggere l'Opera e mi scuso con l'Autore e con il caro Jacopo, ma da questi frammenti credo si evinca la statura morale dell'Artista e dell'Uomo. Complimenti vivissimi!

    RispondiElimina
  2. Grazie mille, cara Maria, per il tuo bel commento al sesto libro di poesie di mio padre, appena fresco di stampa.Pensa che nemmeno io ho le copie, ma ti mando volentieri il pdf seti fa piacere. Tuttavia devo dire che - come sempre - tu hai già colto molto e gli farò leggere quello che dici. Si tratta comunque di una silloge divisa in due parti e i primi due testi scelti non a caso da Nazario fanno parte delle poesie del cuore, una molto intensa e immaginifica dedicata alla giovane donna che sarebbe poi diventata mia madre, e la seconda assolutamente drammatica per il papà appena scomparso,il mio adorato nonno, avvocato come lui, morto quando avevo cinque anni, a cui era profondamente legato. L'ultima poesia è invece quella che conclude la raccolta, nella seconda sezione più attuale e decisamente filosofica, come buona parte dei suoi scritti poetici,del resto. Perchè,come anch'io penso, poesia e filosofia sono indissolubilmente legate, ma lui sostiene che la sua sia filosofia in versi, e sempre più i suoi componimenti sono diventati essenziali e concettuali, senza tuttavia perdere la loro forza poetica. L'ultima poesia è infatti un miracolo di sintesi,proprio come dici tu, oltre che un messaggio di speranza ed un inno alla vita, che sia un sogno o un risveglio verso un mondo nuovo, ed in tal senso più che mai augurale ora...Un grande abbraccio pieno di affetto a te e a Nazario sempre. Giusy Frisina

    RispondiElimina