Carmen Moscaeriello, collaboratrice di Lèucade |
Aix
–en-Provence- Fiumi
di lavanda, oceani di colore, nei cieli
di Van Gogh e Cèzanne.
Entriamo nel porto di Marsiglia alle 7 in punto, dopo una notte di navigazione tranquilla, il mare ci ha cullato dolcemente fin quando abbiamo aperto gli occhi. Pronti a sbarcare alle 8 del mattino, un cielo e un mare azzurrissimi non una sola nuvola e il vento ci spiava cauto mentre attraversavamo in pullman la Provenza. La distanza tra Marsiglia e Aix en Provence la percorriamo in 24 minuti. Se ben mi sporgo dal pullman posso vedere in lontananza Nizza, Saint Tropez, Cannes le colette selvagge della Comorgena gitana, a pochi metri da me una mandria di cavalli bianchi che si rincorrono felici. Rivedo in prossimità del mare gli amati fenicotteri per me portatori di bene, li accarezzo con lo sguardo e mi confondo nel loro cielo rosa. Se guardo a destra posso ammirare il mare cristallino della Costa Azzurra e le innumerevoli caloques che si dispongono come un abbraccio caldo, una carezza e poi dall’altro lato le vigne, gli oliveti, i campi assorti appena bagnati dalla rugiada mattutina.
Arriviamo ad Aix alle 8,30. La città è
addormentata non c’è anima viva, tranne la statua del Re Renè che ci saluta
piccolo e orgoglioso del suo grappolo d’uva, ben posizionato sul suo corpo quasi insignificante, se non fosse per
quel grappolo d’uva. Abbiamo a disposizione in Pullman
la guida che ci accompagna, le chiedo dove e quando ci dobbiamo far trovare per
raggiungere Parigi. Non amo le guide , mi distraggono dai luoghi e dall’arte,
sono esigente debbono essere i luoghi e gli artisti a chiamarmi. Lo stesso Cèzanne, lo sento vicino fin dal primo momento, quando
mi fermo davanti al negozio di cappelli del padre del pittore, mi dà il suo
benvenuto, ha un velo di tristezza negli occhi, ma è garbato e attento al mio
sentire. Per tutto il viaggio comparirà e scomparirà a seconda dei momenti.
Quando sente che sono in difficoltà o il mio pensiero si distrae e sta
inseguendo i miei sogni, mi richiama con dolcezza e insieme a me gode della
luce di Aix, una luce magnifica che appare e scompare sugli antichi e lussuosi
palazzi. La mia prima meta è al suo Atelier,
conosco abbastanza le sue opere che ho ammirato al Museo D’Orsay,
nell’ultimo Natale, ho fatto 7 ore di fila per entrare, con un freddo che mi
aveva gelato anche gli occhi, ma lì la sosta è necessari ci sono tutti gli
impressionisti e post impressionisti e anche tutta gli artisti della modernità.
Egli mi richiama dolcemente e mi fa notare cose che altrimenti sarebbero
passate inosservate. Questa è anche la terra che regalò un po’ di gioia di
vivere a Van Gogh, egli si stabilì poco lontano da Aix esattamente ad Arles en
Provence, quei luoghi, quella luce, quei colori diedero all’Artista così tanta energia che diede vita a ben 300 capolavori tra i suoi quadri
più belli, che quest’anno ( già li avevo visti a Napoli e sui quali ho
pubblicato) ho potuto ammirarli recentemente anche a Roma. Ad Arles, Van Gogh nel 1888 creò
capolavori immortali: La sedia di Vincent (1888), La camera di
Vincent ad Arles (1888), Il caffè di notte (1888), Terrazza
del caffè la sera, Place du Forum, Arles (1888),Notte stellata sul
Rodano (1888), la serie dei Girasoli (1888-1889). Ad
Auvers-sur-Oise, un villaggio a circa 30 km da Parigi, si suicidò all’età di 37 anni.
La
Provence ha i colori divini dell’arte
dei due Maestri, colori che daranno vita al Post-impressionismo che si
confondono ai colori dell’Anima: graffianti e violenti in Van Gogh, melanconici
e lirici nei capolavori di Cézanne, nelle sue opere c’è quell’unione
meravigliosa e rara di Letteratura(
poesia soprattutto) e pittura due arti che messe insieme possono dar luogo al
più travolgente sentire. Di questo mio recente viaggio ho ancora negli occhi i campi di lavanda,
ettari ed ettari di questa pianta profumata i cui colori si riflettono nel
cielo e nel mare e gli occhi e l’olfatto vivono estasi che mi hanno accompagnato in fuga senza mai
perdere il loro fascino durante il breve viaggio da Marsiglia a Aix en Provence.
Hanno proprietà taumaturgiche questi campi e certe presenze immortali, anch’io
mi sentivo gradualmente rinascere in tutte le mie energie e tutti i miei sensi
si acuivano per non perdere niente di questo paradiso. il traffico qui è quasi
inesistente, le macchine non procedono mai a velocità sostenuta, né sono lente,
ad Aix non le ho mai viste. La città sembra disposta ad accogliere solo me. Le
strade sono abitate solo dal silenzio.
Senza accorgermene , in un attimo dal porto di Marsiglia raggiungo le cours Mirabeau (non le Pont Mirabeau di Apollinaire) detto anche il Corso delle Carrozze, fatto costruire da le roi René, ad Aix-en –Provence. Vicino c’è la meravigliosa fontana Mirabeau e la statua di René roi de Provence, il piccolo uomo con una pigna di uva in mano a ricordarci che in quelle valli il vino l’aveva portato proprio lui. Poco lontano, si affaccia sul corso, quasi umilmente nascondendosi di fronte alla maestà della Fontana Mirabeau c’è il negozio di cappelli del padre di Cèzanne, il corso è tutto coccolato e avvinto ai palazzi eleganti e raffinati della Provenza. I luoghi continuano ad essere deserti, i negozi francesi non aprono prima delle 10,00 qualcuno anche alle 11,00, così le meravigliose biblioteche e l’Atelier dell’Artista. Cèzanne mi fa notare che i marciapiedi di Aix ad ogni metro, al centro portano incastonato come una meravigliosa pietra preziosa il Suo nome e le due bandiere di Aix. La città che in vita non aveva molto amato l’artista ora gli rende omaggio come meglio può. Le guide offrono anche un percorso interamente dedicato a Cèzanne. Il mercatino dei libri preziosi è l’unico luogo sveglio della città. Nelle bancarelle ci sono libri straordinari per eleganza, veste grafica, dedicati a grandi artisti dell’Artista. Cèzanne mi fa notare che i marciapiedi di Aix ad ogni metro, al centro portavano incastonato come una meravigliosa pietra preziosa il nome di Cèzanne e le due bandiere di Aix. La città che in vita non aveva molto amato l’artista ora gli rende omaggio come meglio può. Le guide offrono anche un percorso interamente dedicato a Cèzanne. Il mercatino dei libri preziosi è l’unico luogo sveglio della città. Nelle bancarelle ci sono libri straordinari pe eleganza, veste grafica dedicati a grandi autori dell’arte e della letteratu .Ho il piacere di sfogliarli e accarezzarli.
Finalmente
alle 10,30 si apre l’Atelier di Cèzanne. Ha uno di quei portoni immensi di stile barocco o
rinascimentale che danno maestà a tutti i palazzi di Aix. Cèzanne nasce in
questa cittadina meravigliosa il 19
gennaio del 1839 passò la sua vita tra Parigi ed Aix, quando era stanco di
Parigi ritornava alla fastosa ed elegante casa paterna. Quando Aix gli appariva
insopportabile per le persone che lo accerchiavano ritornava a Parigi. Nel 1904
l’amico Emile Bernard lo andò a
trovare ad Aix e Poul lo ricevette nel suo studio. Così ci racconta:
«Aprì
un portone di legno. Penetrammo in un giardino il cui pendio andava a morire in
un ruscello; pullulava di ulivi, in fondo c’erano alcuni abeti. Sotto una
grossa pietra, prese una chiave e aprì la casa nuova e silenziosa che il sole
sembrava voler cuocere. Al primo piano, la sala da lavoro era un grande locale
di color grigio, illuminato da nord, da una fonte naturale all’altezza
dell’appoggio… Era all’opera su una tela che rappresentava tre teschi su un
tappeto orientale. Su un cavalletto meccanico che aveva appena fatto
installare, vi era ancora una grande tela di donne nude che facevano il bagno.Sulla
parete dello studio, oltre alle tele di paesaggi che asciugavano senza cornice,
notai delle mele verdi su una tavola…»
Io
ho trovato il suo Atelier esattamente
come ce lo descrive Bernard.
Prima
che gli intellettuali del suo tempo e la pittura tradizionale accettassero l’arte di Cèzanne, egli subì vere e proprie
torture, l’offendevano e lo deridevano ritenendolo responsabile di grandi
offese ai canoni costituiti. A volte erano anche fisicamente violenti nei suoi
confronti tanto che non poteva uscire di casa. Solo dopo la sua morte si
compresero i suoi capolavori e capirono che aveva dato alla pittura di tutto il
Novecento una svolta creativa incredibile A lui si ispirano i Fouves , Picasso ,
i Modigliani e gli altri grandi .Il termine Post-impressionismo
(
1996-1914) fu coniato nel 1910 poco dopo
la sua morte avvenuta nel 1906.
Visitare
questi luoghi è emozionante, c’è ancora il suo grembiule, le spatole i
pennelli, gli oggetti d’uso quotidiano della sua arte, un bellissimo comò di
inizio 8oo e le tele che non aveva fatto in tempo a finire, dei nudi, delle
nature morte, in un quadro erano disegnate mele verdi. L’impressione è che egli
si fosse assentato momentaneamente per andare a casa e dovesse rientrare da un
momento all’altro per riprendere il suo lavoro.
Anche
i luoghi assorbono l’immortalità dell’arte.
Lascio
l’atelier accompagnata da Cèzanne, mi tiene stretto il braccio come se avesse
paura che io scappassi. Incontro un nuovo elegante mercatino, insieme a lui mi
faccio aprire quattro ostriche con tanto limone, chiacchieriamo col nostro
venditore che ci indica altri cibi gustosissimi e i famosi formaggi francesi.
La città inizia a svegliarsi i bar sono gremiti, le sedie sono disposte a mo’
di anfiteatro in modo che gli avventori con le brioche possono godersi il
passeggio e i raggi del sole. I tavoli
sono quasi assenti.
Rifletto insieme al Maestro sull’Impressionismo e sul Post- Impressionismo, conversa con me anche su Modigliani. Lamenta di non averlo mai conosciuto, perché quando l’Italiano sbarcò a Parigi, egli era già morto. Ma conclude che ama la sua arte , come ha amato tutte le Avanguardie.
Mi dice: Il Post - impressionismo è di derivazione
dall’Impressionismo. Movimento che ebbe il suo esordio a Parigi già dal 1800 e
che conobbe come suo massimo rappresentante in Claude Monet. Una sua opera " Impression , Soleil Levant , " o
" Impression , Sunrise , diede il nome al Movimento che vide artisti di
altissimo valore Gustave ve Caillebotte , Edgar Degas , Camille Pissarro e
Pierre - Auguste Renoir.
L’impressionismo influenzò altre forme
d’arte come la scrittura.
Il critico d’arte Roger Fry coniò il
termine "Post - Impressionismo " nel 1910 e ha avuto un
ruolo importante nel movimento . In una sua galleria hanno esposto di Paul
Gauguin , Paul Cézanne e Vincent Van Gogh .
Anche la Letteratura ha avuto i suoi grandi artisti, per ricordarne alcuni
citiamo: James Joyce " Ulisse ", " Eveline " e " Un
Ritratto dell'artista da giovane " ; Stephen Crane "The Red Badge of
Courage " ; Joseph Conrad " Cuore di tenebra " ; e Virginia
Woolf " Mrs Dalloway ". Da queste scritture saranno sperimentate
nuove forme, nuovi contenuti, un nuovo lessico, sconosciuto fino ad allora. E’
il lessico dell’animo, dell’inconscio delle emozioni, dei sogni. Uscire fuori
dai canoni vorrà dire coniugare un nuovo vocabolario che va ben oltre quello
oggettivo.
I due grandi artisti dei quali stavo inseguendo le orme non
avevano avuto vite felici e quasi non avevano conosciuto l’amore vero di una
donna, di una famiglia o di un amico. Cèzanne era stato amato solo dalla madre, aveva conosciuto un amore
matrimoniale tiepido, la sua donna lo lasciò per vivere a Parigi. Quando morì
per una polmonite perché sorpreso nei campi della Provence da un terribile
temporale, il Maestro era malato di diabete da tempo, lei arrivò al suo
capezzale solo dopo la sua morte.
Soffro molto quando leggo e scopro o ricostruisco che artisti oggi famosissimi e le cui opere alle aste vengono battute per milioni di dollari o euro, abbiano sofferto la fame e il freddo , siano stati offesi e disprezzati dai luoghi e dalle persone con le quali vissero o anche convissero. L’elegante e raffinata cittadina di Aix en Provence è così bella e ricca nei suoi musei, nei suoi palazzi rinascimentali, per le sue innumerevoli banche con portali divini che incutono timori per la loro potenza e sembra vogliano sovrastare ogni cosa, ora onorano l’Artista.
ora la città onora il genio dell’artista , tutto ad Aix en Provence ricorda il Maestro. La città se ne vanta, ne è orgogliosa, ha vantaggi economici notevoli e la fama la lega a Cèzanne. Tutte le direzioni indicano i luoghi dove Cèzanne è vissuto: la casa paterna, il negozio di cappellaio del padre, il liceo dove ha studiato con l’amico Zola, l’atelier e lo studio vicino alla sua casa, ogni spazio ha la sua meravigliosa impront.
Come ho già detto Aix en Provence è una città di grande eleganza e arte, ma la cosa più bella è la sua luce, contemplare quei campi colorati, i colori di certe sue rocce che hanno dato all’Artista la possibilità di conquistare ogni sfumatura , tutti i riflessi e le ombre della luce. Insomma per chi sogna ad occhi aperti ha l’impressione di passeggiare appoggiata al Suo braccio e lui con garbo ci narra tutto della sua vita difficile, dei rapporti complicati col padre, del rapporto inesistente con la moglie, le critiche feroci dell’amico d’infanzia Zola, della sua ipocondria. Del lavoro di ricerca e di rinnovamento per la sua arte , mai che i suoi capolavori lo soddisfacessero del tutto. Della furia di una cultura spaventata dalla rivoluzione che Cèzanne aveva innescato. Commentiamo insieme che una società che non si accorge del Genio e tende a denigrarlo ad offenderlo a distruggere il costruttore d’Infinito, è una società da ricostruire. Cèzanne fu vittima dell’invidia.Fu Amico in giovinezza di Emile Zola, frequentavano lo stesso liceo classico di Aix , erano amici legatissimi, condividevano interi pomeriggi di studio di corse in bicicletta, di sogni, quando la sua arte divenne sempre più fascinosa e divina Zolà fu il primo ad offenderlo. Il povero Cèzanne continuava a chiedere il suo parere fin quasi a poco prima di morire, le sue risposte erano sprezzanti annichilenti, velenose.
Cezanne non riuscì
per lungo tempo a vendere un quadro, agli inizi non fu un gran problema poiché il padre da
cappellaio era divenuto grazie a un buono affare proprietario di una banca ad
Aix. Alla morte del padre il pittore ereditò un cospicuo patrimonio, perse ogni cosa in breve tempo e visse miseramente tra Parigi ed Aix, a volte
ospite di amici.
Intanto sempre legata al Suo braccio arrivo finalmente in Place Saint-Jean de Malte al museo di Granet posso
ammirare nove splendide opere di Cèzanne, altre di Picasso e Kandinsky e
l’immensa bellezza di opere del passato , anche sculture.
Quando Modigliani nel 1906 sbarcò a Parigi, si misurò con il Post impressionismo. In questo stesso anno Cèzanne moriva solo e malato, ma i critici i mercanti d’arte si erano finalmente accorti di lui. Come per Modigliani la loro grandezza si colse poche ore prima di morire . Nel Salomne d’Autunne del 1906 Modigliani potè ammirare le bagnanti di Cèzanne e ne rimase affascinato.
Non posso non ammirare il luogo più amato dal
pittore. Egli stesso me lo indica e mi conduce lì quasi al tramonto. In breve
mi affaccio alla Collina di di Lauves , si scorge in lontananza Sainte Victorie
, quante volte il Pittore l’ha dipinta, sempre diversa, sempre bellissima . Qui
lo sorprese un temporale terribile che tre giorni dopo una polmonite (letale per un malato di diabete) pose fine
alla sua vita terrena era il 15 ottobre del 1906. Nessuno lo soccorse, né si
accorse della presenza dell’artista che anche in quel pomeriggio d’autunno non
aveva rinunciato all’incontro di quell’immenso.
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