mercoledì 25 maggio 2022

MARCO DEI FERRARI: "UNA RIFLESSIONE..."

 

UNA RIFLESSIONE SULL’URAGANO DI
FRANCO CAMPEGIANI
(poeta dell’Essere)

Franco Campegiani ci offre nel suo più recente lavoro poetico (Dentro l’Uragano) una singolare interpretazione dell’Essere universale.

Quasi avvalendosi di una teoria globale della comprensività artistico-poetica, si riferisce ad una particolare cosmogonia dell’Essere.

Percepisce l’universalità compiuta dal non-dimensionale, né dialettizza ogni progressività nella frammentazione della “ragione” estetica di ogni essere vivente (organico ed inorganico).

In tale misura il poeta comprende e ci fa comprendere le più varie stratificazioni naturali (terra/mare) nel fluire ininterrotto della realtà che ci pare di partecipare in un ciclico evolversi energetico che circonda ogni espressività degli esseri esistenti.

Non definirne i limiti, espanderne ogni denuncia di stortura ma non solo, trasformare le litanìe dell’irrazionalità presenziale nell’obiettivo ontologico dell’Essere altro da sè.

Sì perché l’Essere di Franco non è l’assoluto incondizionato, ma il relativo assoluto che diviene nel conflitto eterno della Storia spiritualizzata dall’umanizzazione ascendente dei “contrari” (soggetti oggetti).

Da qui nascono le visioni poetiche contenute nell’Uragano di Franco: l’amore, la natura, il brivido del buio nella forza della luce, la differenza di tutti gli antagonismi nell’armonia del ritorno supportato dalla vita nella morte.

La vita che si delinea nelle liriche di Franco tra esperienze personalizzate, riflessioni tragiche e gioiose, coscienti celebrazioni della disgregazione positiva già annunciata, imposta, esposta, simulata (ambivalenza di Giano) concelebrata, obliata, oscurata, in una cosmogonica scenografia poetica rappresentata dalla frantumazione dell’Essere onnipotente, ma destinato alla ricerca del proprio assoluto nascosto forse volutamente.

La stessa ricerca degli esseri derivati che Franco declina nelle più varie metalinee versificate da espressionismi letterari protesi nel ritrovare l’universalità ante-Essere di ogni concettualità basilare.

Ecco allora che “… Tutto tornerà al suo posto”, la Terra spenta risorgerà, le dispersioni si ricompatteranno (cerchiature di vicoli che si tengono per la mano…), il crepuscolo ritroverà i suoi miti (gufi… mostri…) in balia dell’alba che rafforza la fiducia, il Principio e la Fine che non esistono oltre, ma si inseguono e motivano nell’essenza più pura del fenomeno di un Essere ridimensionato dal suo manifestarsi “risorgenza”.

Ecco che l’espansività nel messaggio di fede globale stimolerà la bellezza della verità di Keats, ma non identificherà l’Essere con l’aldilà che sprofonda abissalmente realizzandosi tuttavia in un amore universalizzato dai “contrari” e dal mistero generazionale (rinnovarsi del Mondo nel Giardino di una forza redenta dal sangue della caduta).

In quest’Aurora tenebrosa il “Salmo” disvela, a sorpresa, il mondo nuovo: il mondo della memoria limbica della Storia aperta all’Essere alternativo, al passato morente, iconico futuro germogliante.

Questa cosmogonia sorprende il poeta che distilla l’Essere dal vivente universale del Tutto tornato alle proprie origini celesti (ora torna a capo) dell’increato.

Richiamando Parmenide il poeta scommette anche sulla mutazione della metamorfosi emergente che nega l’illusione di ogni presenza.

Il ritorno all’armonia dei contrari dimensiona peraltro ogni logica creativa e pone Franco al vertice di un divenire solido e fantasmatico ancorato alla temporalità ora superata e naufragata nell’unicità del flusso misterioso sgorgante dalle origini.

L’Uragano della memoria ora si ricrea inconsciamente in ogni attimo d’eternità concepibile da un pensiero pensante e non pensato.

E’ l’uragano di Franco Campegiani, degno di un alto livello di analisi comparativa e filosoficamente depurata dai contorni oscuri delle teorie nichilistiche dominanti in onore alla madre Terra che tutti vorremmo rispettare.

                                                                   Marco dei Ferrari

3 commenti:

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  2. Che magnifica sorpresa, Marco! Questo saggio è un vero fiore all'occhiello nella mia antologia critica. Hai colto in maniera lucidissima la mia considerazione dell'assoluto, contemporaneamente scisso e fuso con il relativo. Tutto è interscambio, e bella la definizione di poesia aurorale e tenebrosa nello stesso tempo, in omaggio al principio dell'armonia dei contrari. Giustamente evidenzi "l'ambivalenza di Giano" della mia poesia e sottolinei la "particolare cosmogonia dell'Essere" di cui si nutre la mia visione del mondo, dove "il Principio e la Fine non esistono oltre, ma si inseguono e motivano" reciprocamente "in un ciclico evolversi energetico che circonda ogni espressività degli esseri esistenti". In breve, una "temporalità superata e naufragata nell’unicità del flusso misterioso sgorgante dalle origini". E mi esalta la considerazione finale di "un pensiero pensante e non pensato", "depurato dai contorni oscuri delle teorie nichilistiche dominanti in onore alla madre Terra che tutti vorremmo rispettare". Grazie, davvero grazie.
    Franco Campegiani

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  3. Che magnifica sorpresa, Marco! Questo saggio è un vero fiore all'occhiello nella mia antologia critica. Hai colto in maniera lucidissima la mia considerazione dell'assoluto, contemporaneamente scisso e fuso con il relativo. Tutto è interscambio, e bella la definizione di poesia aurorale e tenebrosa nello stesso tempo, in omaggio al principio dell'armonia dei contrari. Giustamente evidenzi "l'ambivalenza di Giano" della mia poesia e sottolinei la "particolare cosmogonia dell'Essere" di cui si nutre la mia visione del mondo, dove "il Principio e la Fine non esistono oltre, ma si inseguono e motivano" reciprocamente "in un ciclico evolversi energetico che circonda ogni espressività degli esseri esistenti". In breve, una "temporalità superata e naufragata nell’unicità del flusso misterioso sgorgante dalle origini". E mi esalta la considerazione finale di "un pensiero pensante e non pensato", "depurato dai contorni oscuri delle teorie nichilistiche dominanti in onore alla madre Terra che tutti vorremmo rispettare". Grazie, davvero grazie.
    Franco Campegiani

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