martedì 14 aprile 2020

LOREDANA D'ALFONSO: "INEDITI"


NEMESI 

Bella e sicura
primavera 
incedevi
e il tuo rosa pèsco 
ingoiava il buio

ATTESE

E allora ci ritrovammo
tutti in fila
come uccelli in attesa
di migrare
e forte era la speranza
di riscoprire il sole



5 commenti:

  1. Versi molto luminosi. Sprizzi di sangue e di sole sgorgati all'improvviso sulla penna provenendo dall'anima, da una concentrazione interiore travolgente, mista di gioia e di dolore. Complimenti vivissimi.
    Franco Campegiani

    RispondiElimina
  2. Ho avuto il piacere di "reggere a battesimo" il debutto di Loredana D'Alfonso in poesia prefazionando la sua opera prima "I giorni della neve". Ma non è di questo che ora intendo parlare.
    I due inediti, che propone, danno l'esatta misura del suo stile. Con una imprescindibile precisazione, però: quando si dice 'stile', non si travisi: sarebbe meglio dire 'cifra'.
    Bene: la cifra della D'Alfonso è ermetica, a testimonianza di un sentire intimo (non intimistico).
    In "Nemesi" sono due le parole-chiave: "sicura" e "buio". Cos'altro, chi altri, può ingoiare il buio se non la Primavera?
    In "Attese" l'altra parola-chiave è "migrare". E, anche qui, chi migra? Chi cerca il Sole?
    Non do le risposte. Non è chiamata a rispondere la poesia.
    E, questa, è poesia.

    Sandro Angelucci

    RispondiElimina
  3. Grazie Franco, grazie Sandro, per le vostre bellissime parole sui miei semplici versi. Come sempre vi abbraccio, amici miei, onorata dalla vostra attenzione. Loredana

    RispondiElimina
  4. Loredana mia, dopo la pubblicazione del tuo primo libro di poesia ti sei detta pronta a lasciare i versi e a tornare alla prosa. A quanto pare il momento non è giunto. Componi ancora liriche e le due postate sul blog del nostro Nazario rappresentano la testimonianza del tuo talento. Poesie brevissime, eppure immaginifiche e di potente forza espressiva. La primavera incede... e la si vede, solenne e radiosa, incede al di là di tutto e la sua luminosità 'ingoia il buio'. Sandro ha citato le due parole -chiave della tua "Nemesi" e non posso che confermare. D'altronde il poeta sa comprendere l'essenza del lirismo più di chiunque altro. Ricordi quando nei nostri discorsi ti dicevo che concepivi versi senza rendertene conto? Ora li scrivi, amica mia e ne vale davvero la pena. 'Gli uccelli in attesa' sono equivalenti alla primavera. Attendono il sole, vogliono 'ingoiare il buio' che ci circonda. Bellissimo il tuo modo di affrontare il presente senza riferimenti specifici. Credo che cominciamo ad avere bisogno proprio di questi versi. Di un canto al sole, affinchè torni a scaldarci. Ti voglio bene e ti stimo moltissimo.

    RispondiElimina
  5. Carissima Maria, grazie del tuo commento cosi ispirato e cosi pieno di calore! Sono grata alla vita per averti incontrato e per sentirti così vicina al mio cuore! La mia stima verso di te è immensa, come il mio affetto. Loredana

    RispondiElimina