sabato 25 aprile 2020

SILVANA LAZZARINO E VITTORIO BERTOLACCINI: "MADRE NATURA" DI A. TRISCIUZZI


Pubblicato il 4 luglio 2017 da VittorioCobraDue
DI SILVANA LAZZARINO e VITTORIO BERTOLACCINI detto COBRA DUE
MADRE NATURA di Andrea Trisciuzzi
Sempre più giungle di cemento si insediano al posto di straordinari spazi naturali che questo pianeta regala con scenari di vette sconfinate, distese marine a perdita d’occhio, foreste selvagge dove flora e fauna a fatica resistono agli attacchi di un progresso che minaccia gli equilibri del nostro ecosistema ormai saturo di tutto ciò che arreca danno e distrugge l’armonia della Natura. Prima che sia troppo tardi l’uomo è chiamato ad intervenire per salvare quanto di prezioso e avvolgente Madre Natura gli ha messo a disposizione, chiedendo in cambio solo un po’ di rispetto, rispetto che in questi ultimi venti anni e più e venuto sempre meno. Un monito affinché sia ritrovata questa volontà nel restituire armonia e bellezza ad una Natura sempre più spenta e grigia è quello che corre lungo una delle opere più toccanti di Andrea Trisciuzzi: Mare Natura, dove una figura femminile dalle fattezze di un albero cui sono rimaste solo radici e rami, tenta di liberarsi dalla morsa del cemento. Una donna con rami a posto delle braccia e radici al posto delle gambe, intrappolate dalla forza nefasta di un cemento che uccide la bellezza e porta desolazione annullando ogni forma di vita. Un grido di aiuto impresso nel movimento verso l’alto delle braccia della donna, ormai ramificate, prive di forza nel tentativo di liberassi da quella morsa del blocco di cemento che toglie ogni respiro. Respiro vistale che solo il rispetto e l’amore degli uomini possono ridare alla loro Madre Natura per restituirle i colori dell’armonia tra terra e cielo, materia e spirito.

Silvana Lazzarino
Silvana Lazzarino giornalista e poetessa, Email: sissilazza@virgilio.it
Andrea Trisciuzzi email: artistandrea@icloud.com

Pubblicato in Arte e Cultura | Etichettato madre natura andrea trisciuzzi


4 commenti:

  1. Condivido il pensiero sotteso a questo articolo pubblicato da Silvana e aggiungo che l'unica cosa sensata da fare in questo momento di estrema confusione e di separazione sia quella di rapportarsi a Madre Natura, che - non meno di noi - sta soffrendo. Scrive la giornalista, riferendosi all'opera scultorea di Trisciuzzi: "Prima che sia troppo tardi l’uomo è chiamato ad intervenire per salvare quanto di prezioso e avvolgente Madre Natura gli ha messo a disposizione, chiedendo in cambio solo un po’ di rispetto, rispetto che in questi ultimi venti anni e più è venuto sempre meno. Un monito affinché sia ritrovata questa volontà nel restituire armonia e bellezza ad una Natura sempre più spenta e grigia è quello che corre lungo una delle opere più toccanti di Andrea Trisciuzzi: Madre Natura, dove una figura femminile dalle fattezze di un albero cui sono rimaste solo radici e rami, tenta di liberarsi dalla morsa del cemento.".
    Non so se si sia ancora in tempo ma una cosa è certa: una Madre soffre, soffre maledettamente quando vede uno dei suoi figli in agonia. Facciamo in modo che non muoia di crepacuore prima di fare tutto ciò che è nelle sue possibilità per non perderlo questo figlio.

    Sandro Angelucci

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  2. Un grande plauso alla nostra infaticabile Silvana, che nei suoi articoli, coadiuvata da Vittorio Bertolaccini, valorizza libri, poeti, scrittori, filosofi e artisti. In quest'occasione ci presenta Ci presenta l'Opera di Andrea Trisciuzzi, che come ha sottolineato l'amico Sandro, è una strenua difesa di Madre Natura, rappresentata in modo essenziale e quanto mai incisivo, offesa e tradita da noi uomini e tesa a difendersi dai tentacoli della tecnologia, che tendono a seppellirla in
    un 'blocco di cemento'. Silvana è delicata e forte nella sua presentazione della scultura, si avverte la sua personale sofferenza, il suo desiderio di vederci meno incoscienti e più figli di questa madre - benigna che ci salva, ma non è salvata. Può darsi che anche il tempo di stasi che viviamo sia un dazio da pagare per aver ignorato le esigenze del nostro habitat, ma non riesco a immaginare una madre vendicativa. Sofferente, straziata, non vendicativa. Di fatto dovremmo imparare a rispettarla e mentre esprimo questo concetto ho il sospetto che sia difficile tornare indietro... L'uomo ha passi di vento sulla strada del mondo... la consapevolezza sembra non appartenerci. Mi auguro che l'Opera del Maestro Trisciuzzi, che la cara Silvana lancia come sfida possa indurre ad autentiche riflessioni. Li ringrazio entrambi per l'accorato fuoco creativo e li abbraccio.

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    1. Chiedo venia a tutti per i refusi. Devo perdere il vizio di scrivere di getto...

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  3. Questa "Madre Natura" di Andrea Trisciuzzi non è un enunciato teorico-filosofico, ma un'espressione poetico-simbolica che investe sgarbatamente il fruitore, sbattendogli sul viso una realtà spiacevole e inquietante: la Terra sta per venire ingoiata dal cemento e dall'asfalto, così come da ogni altra diavoleria escogitata dall'uomo, dimentico di essere lui stesso terrestre. Una follia autodistruttiva che non può non venire pagata a caro prezzo. Che si tratti di una ribellione o di una vendetta diretta della natura, ovviamente nessuno può saperlo, ed il fatto che questa "Madre Natura" venga rappresentata in maniera antropomorfica, mostra chiaramente l'intento dell'autore di voler restare in un orizzonte squisitamente antropologico. Tuttavia è incontrovertibile la regola che, proprio secondo natura, ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. E' un'esigenza dell'equilibrio, quell'equilibrio che non guarda in faccia nessuno e che, al momento opportuno, costi quel che costi, sa riconquistarsi tutti i suoi spazi. La vendetta non c'entra. Non possiamo attribuire alla natura comportamenti e pensieri che sono tipici dell'uomo, ma volendo restare - come è giusto che sia - dentro l'orizzonte antropologico, mi chiedo (e vi chiedo): davvero possiamo pensare che una madre amorevole possa risparmiare ai suoi figli, al momento dovuto, rimbrotti e punizioni esemplari? Sarebbe "matrigna" per questo? per questo suo sofferto atto d'amore teso a correggere gli abusi del figlio degenere che vorrebbe scavarsi la fossa con le proprie mani? Silvana Lazzarino, con il contributo di Vittorio Bertolaccini, entra, con questa scrittura elegante ed icastica, nel vivo del linguaggio dell'interessante scultore, evidenziandone gli aspetti altamente riflessivi.
    Franco Campegiani

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