martedì 28 aprile 2020

SANDRO ANGELUCCI LEGGE: "ANTOLOGIA" DI LUCIANO POSTOGNA, GUIDO MIANO EDITORE



ANTOLOGIA di Luciano Postogna

Recensione di Sandro Angelucci


Quella su cui vengo chiamato ad esprimermi non è una silloge ma un’antologia poetica: ciò lascerebbe pensare ad una raccolta di testi eterogenei; e differenti - in effetti - sono i temi presi in esame.
Ciononostante - ultimatane la lettura - si ha la chiara percezione dell’unitarietà: elemento, questo, che depone indiscutibilmente a favore di un’ispirazione autentica e fedele a se stessa.
Quanto asserito è riscontrabile fin dalla prima delle liriche qui contenute. Da Verso l’infinito:

................
Attenderò, così oppresso, l’aurora
dalle scarlatte e seriche sembianze
e prenderò fiato alla prima brezza,
quando tacciono ancora i nidi arborei
e le cicale ammorzano la nenia.
Sarà ancora speranza ed illusione,
ma un altro giorno passerà veloce
poi lunga, aliena e dolente la notte
e così verso l’infinito arcano.

In questa proposizione dell’autore s’iniziano a scorgere, per il lettore attento, le linee-guida di una poetica tendente all’infinito; non l’infinito indeterminato e astratto però, pur dichiarando Luciano Postogna: “Sarà ancora speranza ed illusione”, bensì concreto proprio in virtù di questa consapevolezza. L’aspettazione, seppure illusoria, caratterizza qualsiasi processo esistenziale e ciò permette il protrarsi nel tempo della vita. L’imperscrutabilità - è ovvio - tormenta, affanna. “Ma il gruppo delle ‘poesie carsiche’- sostiene Enzo Concardi nella prefazione - è quello più stringente e intenso”.
Si dirà: cosa c’entra adesso questo complesso di liriche? Ha, invece, una precipua attinenza con l’anelito del quale ho appena parlato, nel senso che è proprio nella sua terra che il poeta trova la forza, il coraggio che gli occorrono per non perdere la fiducia.
Così, “tra calcari corrosi / e sommacchi arrossati.”, la sua pelle “si sbianca alle querce / e ai tigli ingialliti / ma s’impregna d’olezzo / che la flora morente / sotto il bosco rilascia…”.
Sensazioni contrastanti ma vive, pulsanti, perché legate, appunto, a quel tendere al cielo di “cupi pineti … / dagli edenici colli” di un Carso “incantato”.
Ed è sempre qui - come dicevo - da queste terre crude e selvagge, che lo rappresentano e ricostruiscono l’intera natura dello scrivente, che si possono estrarre due parole-chiave:

Notti lunghe ed ansiose
tormentate nel cuore
da cicale frinenti
e dai bianchi timori
d’una luna assai piena,
giorni brevi e inquieti
....................

E ancora:
..............
aliti freschi,
della brezza di mare,
mi volano attorno
consolandomi ancora.

La notte: lunga ed ansiosa, e la brezza: fresca e alitante. Mettiamole in relazione. Perché il vento porta sollievo e la notte disperazione? Perché la notte è muta e il vento parla?
La bora viene dissezionata (v. Anatomia del vento, a mio avviso una delle migliori poesie antologizzate) per rinascere alla sua sorgente; la notte, al contrario, è la caduta nel dirupo, equivale al rinnegamento, all’abbandono degli orti (v. Sera) da parte dell’uomo. La bora spegne i lumi fatui nei cimiteri, la notte ne ha bisogno. Due poli opposti che tratteggiano, tuttavia, l’omogeneità di un complesso sentire. E convengo con Concardi laddove rinviene “l’amore per il particolare di tipo crepuscolare, ovvero la creazione lirica di atmosfere tipiche, di angoli d’anima e di luoghi personali e caratteristici, di quadri e squarci coloristici ricchi d’immagini vivide e sonorità polivalenti”.
Si, sono decisamente luoghi dell’anima quelli che caratterizzano la scrittura di Postogna; luoghi continuamente riacquistati nella memoria ma anche rivissuti, con la consapevolezza, però, di assistere all’inevitabile tramonto di una civiltà millenaria, carsica, sottoposta a lenta corrosione. Un fenomeno, il carsismo, strettamente collegato alla morfologia del terreno ed alla presenza di acque termali provenienti da grandi profondità. Ma dove c’è acqua, c’è vita. E dove c’è vita, c’è poesia.

Sandro Angelucci


Luciano Postogna. ANTOLOGIA
Guido Miano Editore, 2019
mianoposta@gmail.com


1 commento:

  1. Basterebbe la chiusa per rendere questa esegesi un gioiello. Tuttavia sento l'esigenza di complimentarmi con Luciano Postogna, che a quanto pare è riuscito a rendere quasi un romanzo in versi un'Antologia e con il suo prefatore Enzo Concardi. In questo caso si può davvero dire che lavorare 'Insieme per la Cultura' - mi si perdoni il riferimento personale, funzioni moltissimo. Un caro saluto a tutti, compreso l'Editore Miano e il nostro Nazario.

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