giovedì 16 aprile 2020

SAN FRANCESCO: "CANTICO DELLE CREATURE"


Cantico delle creature

Altissimu, onnipotente, bon Signore,
Tue so' le laude, la gloria
e l'honore et onne benedizione.
Ad Te solo, Altissimo, se konfane,
e nullu homo ène dignu Te mentovare.
Laudato si', mi' Signore,
cum tutte le Tue creature,
spezialmente messor lo frate Sole,
lo qual è iorno
et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante
cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significazione.
Laudato si', mi' Signore,
per sora Luna e le stelle:
in celu l'ai formate
clarite e preziose e belle.
Laudato si', mi' Signore,
per frate Vento
e per aere e nubilo
e sereno e onne tempo,
per lo quale a le Tue creature
dai sustentamento.
Laudato si', mi' Signore,
per sor'Acqua,
la quale è multo utile et humile
e preziosa e casta.
Laudato si', mi' Signore,
per frate Focu,
per lo quale ennallumini la notte:
et ello è bello e iocundo
e robustoso e forte.
Laudato si', mi' Signore,
per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta e governa,
e produce diversi frutti con coloriti fiori et herba.
Laudato si', mi' Signore,
per quelli ke perdonano per lo Tuo amore
e sostengo infirmitate e tribulazione.
Beati quelli ke 'l sosterrano in pace,
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si', mi' Signore,
per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente po' skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue santissime voluntati,
ka la morte secunda no 'l farrà male.
Laudate e benedicete mi' Signore et rengraziate
e serviateli cum grande humilitate


6 commenti:

  1. Il Cantico di S. Francesco, una notissima ed intensa lode a Dio, è un inno alla vita nel canto delle sue creature, sinteticamente ricordate, nel loro aspetto positivo e benevolo (i quattro elementi fondamentali: il vento, l'acqua, il fuoco e la terra) come tutti sappiamo.
    Apparentemente semplice ed ingenuo col suo andamento ritmico assonanzato, in realtà è poesia-preghiera consapevolmente profonda ed esprime, (se storicizzata), indirettamente la polemica sottintesa contro i catari, eretici che in quegli stessi anni sostenevano che Dio aveva creato la realtà spirituale, essendo la realtà materiale di origine demoniaca e contro la mentalità mercantile che andava rapidamente diffondendosi, per la quale la natura era da sfruttare ai soli fini economici.
    La preghiera sottolinea il tema della fratellanza, osando nondimeno guardare alla drammatica realtà della morte, pure sorella, (e Francesco giaceva ammalato, quando lo compose, su un lettuccio del suo San Damiano),che è definitivamente mortale solo per chi non ha raccolto l’invito positivo alla vita. Francesco è figura che ha affascinato tutti coloro che si avvicinano alla sua alta spiritualità,i pittori e anche i critici novecenteschi e numerosi cantanti. Indimenticabile la pièce di Dario Fo- Lu Santo Jullare- che lo ha trasformato nel contestatore duro, risoluto ed impetuoso; anche Papa Francesco ha voluto dedicare alla lode infinita a Dio creatore e al creato la sua nuova enciclica Laudato si’, per ricordarci che l’uomo è il guardiano, il Custode del creato. Di questi tempi…non ci farebbe male ricordarcelo.

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    1. Carissima Maria Grazia,
      lascia che ti giunga il mio personale ringraziamento per aver commentato con dovizia di particolari e profonda partecipazione "Il cantico delle creature" di Frate Francesco che, nella valle in cui dimoro, ha vissuto gli ultimi anni prima della sua dipartita fondando ben quattro Santuari (Poggio Bustone - La Foresta - Fonte Colombo - Greccio).
      In uno di questi, la Foresta, avrebbe iniziato, per poi aggiungervi la parte finale (quella relativa a Sorella Morte, per intenderci) questa poesia-preghiera, secondo fonti certe e storicamente riportate negli scritti di San Bonaventura.
      Tengo a dirlo al di fuori ed oltre ogni campanilismo, che non avrebbe senso vista la statura spirituale del Poverello di Assisi, unicamente perché conosco perfettamente il luogo: un'oasi di pace e bellezza naturali come davvero poche altre. Uno scrigno che ci ricorda ciò che dici concludendo il commento e che è bene non dimenticare, soprattutto in questo momento in cui il guardiano s'è trasformato in despota.
      Grazie ancora,

      Sandro Angelucci

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  2. Il testo più antico del Cantico è conservato nella Biblioteca comunale di Assisi ed è probabilmente duecentesco. Non toscaneggia ed ha una fisionomia moderatamente umbra, come può essere testimoniato, ad esempio, dalle terminazioni in u, abbondantissime. Interessante, dal punto di vista filologico, la disputa sul valore del per (per sòra Luna e le Stelle; per frate Ventu, eccetera). Stando all’interpretazione letterale, il per (propter) avrebbe valore causale, mentre alcuni studiosi (il Benedetto, il Getto) preferiscono considerarlo complemento d’agente, ossia come da (par in francese). Nel primo caso il Signore dovrebbe esser lodato per aver creato tutte le creature; nel secondo dovrebbe esser lodato da tutte le creature. In effetti, nella visione francescana tutto il creato, nelle sue manifestazioni positive e negative, è chiamato a glorificare il Signore. Non soltanto le figure e gli aspetti di esso che sono miti e indulgenti, benigni e solari, ma anche i simboli di una realtà atroce, deforme e corrosiva. Tutto è egualmente degno di essere amato. Quale avversità peggiore della morte? Ebbene, anch’essa viene invitata a lodare il Signore, alla stregua di ogni altra creatura vivente: Laudatu si’, mi Signore, per sòra nostra Morte corporale da la quale nullo omo vivente po’ skappare. Il Cantico delle creature si conclude con un invito a lodare e a benedire il Signore, a ringraziarlo e a servirlo con grande umiltà, rivolto non ad un pubblico di devoti ascoltatori, come forse potrebbe sembrare, ma a tutte le creature, particolarmente a quelle che nel Cantico stesso vengono espressamente invitate a celebrare il Signore: Laudate et benedicete lu mi Signore e rengraziate, e servite a Lui cum grande umilitate. E’ un Dio ineffabile, quello di Francesco, che sembra assente e sfuggente, aldilà dell’opera creata, ma che subito si scopre presente e palpitante nelle infinite forme vitali del creato. Una sorta di animismo arcaico, alludente ad una molteplicità infinita di forze effuse nell’universo da un identico Principio divino. Il quale, inaccessibile in sé, è tuttavia percepibile in ogni creatura vivente e nelle più disparate forme del creato. Si dirà che questo è panteismo, ma si è in errore, perché il panteismo fa della natura un dio, mentre qui la natura è semplicemente e stupendamente divina. L'universo francescano è fondato su quell'incontro fra trascendenza ed immanenza, fra natura e sovrannatura, che l'età medievale precedente aveva apertamente osteggiato.
    Franco Campegiani

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  3. Grazie a Sandro per le sue precisazioni geografiche e per evocare quell’oasi di pace nella quale la sua sensibilità e la sua poesia sono immerse e grazie a Franco per la sua analisi filologica interpretativa che culmina nell’interpretazione, originale, ma ben in sintonia col suo pensiero, di “animiamo arcaico” da non confondere con panteismo. Un invito a studiare, immergerci nella filosofia, negli studi sia rinascimentali di G. Bruno che spinoziani, nello studio del nostro passato, nella nostra vasta cultura, spesso disconosciuta o dimenticata da chi confonde la poesia con i propri sfoghi solipsistici.

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  4. Vorrei ringraziarvi tutti per le riflessioni e gli insegnamenti che possono arricchire il nostro sapere in questo periodo di stasi. Ero a conoscenza delle notizie date da Sandro circa i periodi trascorsi a Rieti dal Santo di Assisi. Ho avuto l'onore di visitare con lui La Foresta, Fonte Colombo e il Greccio. E l'emozione è stata intensa. Con altrettanta emozione ho scorso i post di Franco e della carissima Maria Grazia, che termina le sue esegesi con una precisazione essenziale: abbiamo il dovere di attingere alla Poesia del passato per poterci definire operatori culturali. Gli sfoghi non lasciano segni, non diventeranno mai memoria. Sono importanti gli studi 'matti e disperatissimi' per uscire dalle conoscenze approssimative e per recuperare il perduto.
    Sono debitrice a coloro che dispensano simili consigli.
    Un abbraccio a tutti.

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  5. Un piacere grande, oggi, fermarsi a leggere i commenti sul blog. Una gioia profonda, tanto per l'argomento seguito quanto per gli interventi di persone di siffatto spessore culturale e spirituale.
    Vi ringrazio tutti, carissimi, a partire dal "nostro" Nazario...a M.Grazia Ferraris a Sandro Angelucci a Franco Campegiani a Maria Rizzi.
    Commenti interessanti che hanno arricchito di notizie il meraviglioso "Cantico delle Creature", oggi più che mai caro al cuore dell'uomo.
    Grazie grazie.
    Edda Conte

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