Claudio Fiorentini collaboratore di Lèucade |
Un
grande artista che pochi conoscono. Allegate alcune immagine e un link: http://joseantonioorts.com/
Ho conosciuto José Antonio Orts a Roma
nell’89, quando si trovava da noi, all’Accademia Spagnola, per una delle sue
innumerevoli borse di studio. José Antonio ha una vita completamente immersa
nell’arte, elencare i suoi titoli e riconoscimenti – sono così tanti - sarebbe
quasi tedioso e questo articolo non lo leggereste più. E io vorrei che lo
leggeste. José Antonio a 21 anni vinse un premio importantissimo per aver
inventato un giocattolo per bambini. Che c’entra? C’entra. José Antonio è un
compositore di Valencia che, durante la sua permanenza a Roma, ha capito che,
se l’arte non dà pane, la musica contemporanea ancora meno. E pensare che ha
studiato con Berio, con Xenakis, e con altri nomi e cognomi celebri. La musica
(quella musica) non dà pane. Certo, avrebbe potuto mettersi a scrivere canzoni
per Rihanna, avrebbe fatto soldi a palate, ma l’arte avrebbe perso uno dei più
grandi talenti che oggi sono in grado di proporre qualcosa di nuovo, e vi
assicuro che sono pochi. Dicevo, durante quel suo periodo di “studio” a Roma,
José Antonio, che intanto era diventato anche un mio amico, capì che se voleva
vivere con l’arte avrebbe dovuto esplorare linguaggi diversi dalla musica, e
anche grazie alle sue frequentazioni nell’Accademia Spagnola e ai suoi incontri
serali nella meravigliosa città che lo ospitava indolente, pensò di orientarsi
verso le arti visive. Non ha di certo abbandonato il suo campo principale, e
ancora compone brani musicali per committenti prevalentemente tedeschi, ma
oltre alla musica oggi José Antonio gira il mondo con le sue istallazioni
concettuali un po’ robotiche e un po’ musicali che cambiano completamente il
modo di fruire dell’arte.
Ieri ed oggi, 24 e 25 aprile, sono andato
a visitare la sua mostra all’Accademia Spagnola. Ieri ero solo, ma dopo aver
visto le opere di José, sono voluto tornare con le mie figlie, e vi è un
motivo.
La mostra si sviluppa in quattro ambienti,
con il tema comune dell’acqua. Il primo ambiente, dove troviamo altoparlanti
per terra, e vicino uno steli e un fil di ferro, lo stelo ha una banderuola in
cima che, muovendosi anche con il nostro passargli vicino o soffiarci sopra,
tocca il fil di ferro, fa contatto, e attiva un amplificatorino che prende le
informazioni da una memoria con su registrati suoni di acqua. nella seconda
sala vediamo dei tubi con sopra degli altoparlanti, sopra uno stelo delle
sonde, basta passargli vicino e parte il suono, profondo e prolungato. La terza
sala invece riproduce il suono della pioggia, e anche la luce della pioggia.
Ultima sala, per terra dei tubi grossi e lunghi, delle sonde ad altezza d’uomo,
e stessa storia: suoni, suoni e suoni… che variano in funzione dei nostri
movimenti. Risultato? Siamo noi che muovendoci animiamo le sculture che… fanno
musica! Sì, musica! José Antonio Orts è un musicista, e tutti i tubi sono
accordati in modo da suonare in armonia con gli altri… e le sculture o
istallazioni si possono vivere ad occhi chiusi perché l’artista in quel momento
è il pubblico.
Per questo ho voluto portare le mia figlie
di 10 e 12 anni a vedere questa mostra. Ne sono uscite entusiaste ed hanno
avuto un contatto con l’arte contemporanea che invece di essere noiosamente
passivo è diventato gratificante e attivo.
José Antonio Orts, non esito a dirlo, è un
genio, ed è riuscito a proporre una nuova forma di arte!
Claudio Fiorentini
Siamo totalmente immersi nel clima dell'opera aperta di cui parla Umberto Eco, con riferimento alle modalità tipiche dell'happening che caratterizzano molteplici aspetti dell'arte contemporanea. Josè Antonio Orts lavora alacremente in tale direzione e la musica non fa che accentuare l'environment, tuffando letteralmente il fruitore nell'onda creativa e coinvolgendo il pubblico in una sorta di azione teatrale e multimediale comune. Uno sviluppo dell'Arte d'Azione che viene dal Futurismo, come pure dall'Arte Cinetica, innovando genialmente, nel clima dello sperimentalismo contemporaneo, la gestualità della danza e del teatro, come dell'arte popolare del passato.
RispondiEliminaFranco Campegiani
Grazie Franco per questo commento. José è un artista che insegue le non forme utilizzando inevitabilmente linguaggi, quindi forme... l'insieme, per chi ha la fortuna di partecipare (questo è il termine giusto) alle sue mostre è, garantisco, dirompente...
RispondiEliminaClaudio